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venerdì 21 ottobre 2016

Recensione Chi prima arriva all'altalena di Silvia Pilin


Titolo: Chi prima arriva all'altalena
Autrice: Silvia Pillin
Serie: no, autoconclusivo
Editore: self publishing
Data di pubblicazione: 19 settembre 2016
Pagine: 103
Genere: narrativa contemporanea
Punto di vista: prima e terza persona
Livello di sensualità: molto basso

Trama: Azzurra e Tristano stanno insieme da sempre, al punto che Azzurra non riesce a ricordare di aver vissuto un tempo senza di lui.
La loro unione, nata durante l'adolescenza, cresce e si consolida. La laurea, il lavoro, la convivenza: sembrano la coppia perfetta, quella che veleggia verso il mutuo, il matrimonio, i figli, una vecchiaia serena.
Il sicuro binario su cui la loro storia corre, però, si interrompe bruscamente: il repentino trasferimento di Tristano da Torino a Vienna, per motivi di lavoro, sembra mettere tutto in discussione.
Azzurra, che non riesce a pensare la sua vita senza di lui, lo segue.
È proprio a Vienna, nello spaesamento di una città in cui è straniera e in cui tutti parlano una lingua ostile, che Azzurra incontra Tommaso, un uomo italiano così sfacciato e sicuro di sé da riuscire a spazzare via la corazza di dolore e solitudine che lei si è costruita attorno.
Può uno sconosciuto un po' arrogante farti innamorare al punto da buttare all'aria una relazione lunga dieci anni?

Recensione di Alice:
Doverosa premessa: non commettete il mio errore, questo non è un romance, nonostante quanto la trama possa far pensare. Mea culpa che non ho verificato in quale genere fosse stato inserito su Amazon. Se avessi visto che era narrativa, lo avrei letto con un approccio sicuramente diverso, invece mi aspettavo una cosa e me ne sono trovata una completamente diversa. Ma andiamo con ordine.

La narrazione è particolare, l'ho trovata interessante e originale. Alterna le pagine di un diario scritte in prima persona da Azzurra che narrano il presente, al racconto sempre in prima persona di un passato prossimo. Per passare poi alla narrazione in terza persona quando si torna ancora più indietro nel tempo, in un passato più remoto. Ho trovato curiosa questa tecnica e devo dire che dopo un primo momento di smarrimento, l'ho gradita. 

La trama la potete leggere qui sopra e non starò a ripeterla, devo però complimentarmi con l'autrice, la quale è stata molto intelligente nel raccontare la storia di Azzurra, rimanendo sul filo del rasoio della verità, portando il lettore a interpretare alcuni dettagli in un modo, per poi svelarne altri che ribalteranno l'idea che ci si era costruiti. 

Questo breve romanzo è un realistico spaccato di vita, mi sembrava quasi di guardare un filmino di ricordi. Avete presente quelli che si giravano negli anni '80 su cassetta? Un po' tremolanti, ma così veri? Ecco, qui il nastro è andato un po' in confusione, facendo avanti e indietro nella vita di Azzurra e Tristano, quei due adolescenti che si sentivano fuori posto insieme ai coetanei, sempre un po' annoiati e tristi, che si sono trovati e unendo le loro solitudini hanno formato una famiglia. Ma come un fuoco che si smorza nelle abitudini della routine quotidiana, il loro amore piano piano si affievolisce. Ed è a quel punto che compare Tommaso

Lo stile della Pillin è impeccabile, perfetto per la storia che ci narra. Freddo, essenziale, quasi asettico, ben si sposa con l'aria di malinconia che pervade ogni singola pagina. Ed è proprio per questo che il mio gradimento è basso. Non per una scarsa qualità del testo, ma per una mera questione di gusto personale. Questo tipo di romanzo non è nelle mie corde. Leggo per evadere dalla realtà, per trovare un po' di luce anche in mezzo alle situazioni più disperate. Nella storia di Azzurra ho visto solo oscurità, una fredda notte nebbiosa, nessuna luce. 
La vita è sopravvalutata, non c'è altra spiegazione. A volte, quando vede un tratto di binari accessibile o la cima di un grattacelo da cui sarebbe facile saltare giù, si chiede perché non ci sia la fila. La vita è uno schifo. Per lei è quasi sempre così, anche se non l'ha mai detto a nessuno. 
Ecco, sono parole dolorosamente vere, ma onestamente preferisco leggere altro, perché un romanzo con una scintilla di luce è uno dei motivi per cui non faccio la fila sul tetto di un grattacelo, grazie tante. 
Per concludere, consiglio questo romanzo a chi ama le atmosfere malinconiche e cupe, in quanto è scritto alla perfezione e con un finale così realistico da spezzare il cuore.

1 commento:

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