Calendario uscite straniera

lunedì 31 ottobre 2016

Recensione La spia del mare di Virginia De Winter


Titolo: La spia del mare
Autrice: Virginia de Winter
Genere: Storico
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 25 Ottobre 2016
Genere: storico, paranormal
Punto di vista: terza persona
Livello di sensualità: medio


Trama: È il 1741. Mentre la scintillante e cosmopolita Repubblica di Venezia si prepara per le celebrazioni del Carnevale, una spia inglese di nome Cordelia Backson si mette sulle tracce di un feroce gruppo di assassini che celano la loro identità dietro le maschere della Commedia dell'Arte.
Cordelia è bella e pericolosa, in grado di maneggiare ogni tipo di arma, esperta di combattimento e di intrighi politici, ma ancora ignora che qualcuno progetta la distruzione della Serenissima. E che l'uomo a capo di questo efferato complotto è profondamente legato alla sua vita e a quella di ogni singolo componente della sua famiglia – i Giustinian. Sarà proprio ricostruendo ciò che è accaduto in passato che Cordelia si troverà a sciogliere gli enigmi che coinvolgono i suoi genitori e la sua gemella Cassandra.
Ma a tormentarla c'è anche altro: Cassian D'Armer, un giovane uomo alto e bruno di sconvolgente bellezza, il cui sguardo fiero e cupo intimidisce chiunque tenti di avvicinarlo e che il caso ha messo sulla sua strada.
Sarà Cassian ad accompagnarla nella sua missione insieme a tre amici: Alain de Mortemart, un aristocratico francese fuggito dalla corte di Versailles, il giovane abate Giacomo Casanova, libertino impenitente, e un nobile spagnolo in esilio volontario. Nessuno di loro è un cittadino gradito alla Repubblica, ognuno nasconde terribili segreti, ma, quando il pericolo incomberà su Venezia, il Doge non esiterà a reclutarli come spie, promettendo in cambio la grazia per i loro delitti e rischiando di portare alla luce il più oscuro tra i misteri che offuscano la storia della Serenissima.
Attraverso un'attenta ricostruzione storica, affiancando con maestria personaggi reali e di finzione, con una scrittura appassionata e accesa di accattivante umorismo, Virginia de Winter dà vita a un thriller incalzante dalle atmosfere tenebrose, portando sulla scena popolata dalle maschere del Carnevale agenti segreti, alchimisti e uomini di Stato. Un romanzo coinvolgente e unico, che è anche un grande omaggio alla città di Venezia.

Recensione di Alice:
I romanzi che più mi colpiscono sono quelli che, di conseguenza, più mi imbarazza recensire. Mi mettono in seria difficoltà, perché dovrei essere molto più brava con le parole di quello che sono per rendere la loro magia. La spia del mare è uno di questi. Partite dal presupposto che venero quest'autrice da anni e ogni sua uscita finisce nella mia libreria il giorno stesso della pubblicazione, quindi compatitemi perché questa recensione sarà all'insegna del fangirling più selvaggio. Se volete la recensione seria e professionale (e davvero bellissima, lasciatemelo dire), scorrete più in basso e leggete quella di Alexandria. È così perfetta che mi sembrava di leggere la prefazione del romanzo. E miracolo! È riuscita a non fare spoiler!

Ma torniamo a questa meraviglia di romanzo. Sullo sfondo di una Venezia settecentesca, misteriosa e libertina, si muove la figura di una donna fuori dal comune: Cordelia Giustinian, alias Belladonna, una spia inglese che combatte con l'abilità di un uomo e l'eleganza di una fanciulla, ha il coraggio di un leone e l'intelligenza di un serpente, un corpo abituato alla guerra più che all'amore. Una donna che interpreta il ruolo dell'assassina o dell'eroina? O forse di entrambe?

Durante la missione che le è stata affidata, dovrà suo malgrado frequentare Cassian D'Armer, il fidanzato della sorella gemella, di cui veste i panni per introdursi nei salotti dei nobili. Ma Cassian non è uno stupido dandy vanesio, è un soldato che è tornato dall'India ricoperto di sangue, sangue che popola ancora i suoi incubi. Quanto potrà durare la copertura di Cordelia sotto il suo sguardo acuto, attento, inflessibile? Cosa può accadere quando vengono in contatto due anime che hanno familiarità con l'oscurità ?
«A volte ho l'impressione che il buio che porto con me possa far scendere la notte anche su chi mi sta accanto.»
Ma non c'è spazio per le emozioni quando si indossa una maschera e Cordelia è ben addestrata, sa qual è il suo compito e il suo posto nella società. Dalla riuscita della sua missione dipende il futuro dell'intera Venezia. Non può concedersi distrazioni, non si fa illusioni, non ha incertezze, debolezze, dubbi. O forse sì? Vi dico solo tre parole: guanto di pizzo. Da me non saprete altro. Dovete leggere il libro!

Attorno alla coppia principale ruota una serie di personaggi che definire secondari è riduttivo, perché hanno una personalità così potente da bucare le pagine e contendersi l'attenzione e l'affetto (e lo sbavo, diciamo le cose come stanno) del lettore: Alain de Mortemart, Giacomo Casanova (sì! proprio quel Casanova!), Manuel Pérez e James Covington. Uno più figo interessante dell'altro. Ognuno con un ruolo e un'identità ben precisi. È impossibile confonderli tra loro, tanto sono caratterizzati con precisione. Il fatto che io non sappia chi sceglierei di portare con me su un'isola deserta è del tutto ininfluente, ma sono una donna... lasciatemi sognare.

Ai personaggi straordinari si aggiunge un intreccio narrativo di gran classe, quasi d'altri tempi nella sua eleganza e costruzione. Non si sprecheranno i colpi di scena e le svolte alla storia saranno così repentine da lasciarvi a bocca aperta. Il tocco paranormale rende ancora più stuzzicante il tutto, soprattutto perché gli studi alchemici a cui si fa riferimento gli conferiscono una patina di realismo che farà digerire questa punta di fantasy anche a chi, di solito, storce il naso di fronte a questo genere.

L'ambientazione, poi, è straordinariamente vivida: una Venezia che respira sotto gli stivali dei personaggi che ne calpestano il suolo (e ne navigano i canali) come se fosse il loro palcoscenico privato.

Sullo stile di Virginia de Winter invece parlerei per i secoli dei secoli, amen. Ma per il vostro bene sarò sintetica: ricco, intenso, poetico, gioca con la fantasia del lettore lasciando intendere, più che mostrando sfacciatamente. Il tutto alleggerito da dialoghi che in base alle necessità si fanno frizzanti e ironici, oppure drammatici e taglienti. La scrittura di questa autrice è una lama affilata dentro un fodero di pizzi, trine e merletti. E sì, anche abbondanti strass. 

Per concludere, La spia del Mare raccoglie nelle sue pagine tutti i generi che amo di più: lo storico, il romance, il paranormale, il suspense. Per quanto mi riguarda, un romanzo imperdibile.

Recensione di Alexandria:

"Era possibile vederla soltanto nelle notti più limpide, quando la luna era alta in cielo e le correnti della laguna si combinavano in una magica armonia trasformando l’acqua in vetro. Allora si mostravano dal fondo del mare rovine di palazzi e resti di statue candide tra le incrostature di conchiglie e le chiome delle alghe. I riverberi della luna correvano lungo catene alle quali era assicurata una bara di cristallo e, tra i fregi e le nervature d’oro, appariva un volto di fanciulla che pareva immersa nel sonno.
Alcuni giuravano che fosse viva, di averne sorpreso impercettibili movimenti nelle ore trascorse a contemplarla o di averla scorta in una posa diversa, vedendola la volta successiva. Altri invece erano sicuri che fosse morta, una creatura antica che riposava, intatta, tra le rovine delle isole inabissate della laguna."

Chi è la misteriosa dama imprigionata in una bara di cristallo nei fondali della laguna veneziana? È viva? È morta? È reale?
Nel 1746 Venezia è la capitale mondiale dell'arte e vive di musica, di agi, di fasti e di ricchezze. Amata, di certo invidiata da tutta Europa, è la personificazione di una coltissima, elegantissima, ricchissima, nobilissima e vecchia signora.
È Doge Pietro Grimani e la Serenissima è tutta un brulicare di artisti, musicisti, letterati, attori, saltimbanchi, monaci questuanti.
Il Commediografo Carlo Goldoni mette in scena la sua "Commedia dell'Arte" e, grazie alle maschere di Colombina, Pantalone e Arlecchino, i teatri di Venezia sono conosciuti in tutto il mondo.
Cortigiane d’alto rango, invidiate pure dalle nobildonne, vestono abiti eleganti e lussuosi, coltivando amicizie importanti e frequentando l’alta società.
Tra calli, fondamente, campielli e palazzi aristocratici, risuonano le note di Vivaldi, Händel, Scarlatti, Porpora e Benedetto Marcello, fondendo le melodie degli archi allo sciabordio delle onde sugli argini della laguna.


E’ in questa Venezia assolutamente reale che prende vita una intricata storia di spie e di scambi di persona, in un’atmosfera gothic dark in cui non può mancare il tocco fantasy di una delle più dotate scrittrici del panorama letterario italiano, Virginia de Winter.

Scrivere la recensione di questo libro per me non è cosa semplice, dal momento che conosco bene lo stile dell’autrice e lo amo particolarmente.
Così, mi ritrovo a scrivere su qualcosa che considero assolutamente notevole senza poter cadere nella retorica e nella condizione di chi potrebbe anche essere considerato poco attendibile, visti i sentimenti verso l’autrice e l’opera in questione.

Invece, voglio ribadire che ciò che scriverò corrisponde a un’analisi del tutto critica del romanzo, indipendentemente da quanto io mi senta attratta dal modo di scrivere della de Winter.

Lo sanno pure i muri, infatti, che io di suo leggerei anche la lista della spesa (quando ricorda di farla, ovviamente), ma pure sotto tortura non potrei mai affermare che il libro non mi sia piaciuto e non meriti il mio massimo riconoscimento.

La storia si apre nel 1746. Cassandra Giustinian è una nobildonna di fragile costituzione fisica, appartenente a una delle quattro famiglie evangeliche del patriziato veneziano.
Ha una sorella gemella, Cordelia, l’esistenza della quale è ignota a tutti a Venezia.
Cordelia è inglese per parte di madre ed è nota negli ambienti dello spionaggio con il nome di Belladonna. Come la madre è, infatti, una spia e a Venezia si trova al servizio del padre, il nobile Enrico Giustinian, con cui non ha un rapporto filiale ma proprio di committente e prestatore.

Gli affari del Senatore Giustinian sono tali che necessitano della presenza della figlia Cordelia, la quale deve necessariamente fare le parti della legittima Giustiniana, cioè Cassandra, anche con il fidanzato e promesso sposo Cassian D’Armer, affascinante nobile veneziano reduce dell’invasione di Delhi del 1739 da cui era tornato pieno di demoni e tormenti.

Cassian vive la tipica vita di un nobile veneziano: notti passate al Ridotto di San Moisè a giocare d’azzardo e a fare a pugni con altri nobiluomini della sua risma, passeggiate all’Erberia e grandi bevute di cioccolate calde servite in brocche fumanti al Florian, storico caffè situato sotto i portici delle Procuratie Nuove in Piazza San Marco.

Questa è la stessa vita che conducono altri tre giovanotti, Alain de Mortemart, un aristocratico francese fuggito dalla corte di Versailles, il giovane abate Giacomo Casanova, libertino impenitente, e un nobile spagnolo in esilio volontario, Don Manuel Pérez de Guzmàn y Benavides.

Il destino di questi quattro giovani si intreccia a quello di Cordelia Giustinian e del suo compagno d’armi James Covington, in una missione piena di intrighi e misteri, assassini, morti che non sono morti e fantasmi che popolano le notti veneziane travestiti da diavolo, da meretrice, da soldato, maschere della Commedia dell’Arte evanescenti e pericolose, killer silenziosi e senza scrupoli, pronti a gettare Venezia tra le braccia della Morte Nera, la peste.

Essendo una storia che racchiude un mistero, non è possibile scendere nei particolari, perché questo rovinerebbe la legittima suspense e il desiderio del lettore di venire a capo dell’intrigo, per cui mi limiterò a dire questo della trama generale.

Quello su cui mi voglio soffermare, invece, è come l’autrice abbia perfettamente sposato l’elemento fantastico (morti ritornati, fantasmi, magia nera) con l’elemento reale rappresentato dalla realtà storica della Venezia del tempo e dell’Europa del 1700, abilmente mescolato alla presenza di personaggi storici appartenenti alla vita culturale, politica e sociale della Serenissima, primo fra tutti l’abatino Giacomo Casanova.
«Mia madre era attrice in questo teatro» disse, pensieroso. «È qui che ha conosciuto il Nobiluomo Michele Grimani.»
I Grimani erano proprietari del teatro ma Cordelia percepì un diverso sottinteso nelle parole del ragazzo. Si diceva che fosse figlio bastardo dei Grimani, proprio di quel Michele che aveva appena nominato e per lei non era difficile comprendere a cosa fosse dovuta l’improvvisa cupezza della sua espressione. La sensazione di ritagliarsi a fatica uno spazio in qualcosa che si sarebbe dovuto possedere. Quanto gli era costato condividere la vita vivace e precaria degli attori di Calle della Commedia quando il suo posto era nelle dimore patrizie dove si decidevano le sorti di quel teatro?
Era voce popolare quella che considerava effettivamente Giacomo frutto di una relazione adulterina della madre con il patrizio veneziano Michele Grimani e Casanova stesso affermò, seppur in maniera criptica nel suo libello Né amori né donne, di essere figlio naturale del nobile.
Ecco che le notizie storiche del personaggio si fondono perfettamente nell’intreccio della trama del romanzo, rendendo la storia non solo verosimile, ma anche assolutamente interessante.

Venezia, inoltre, non fa soltanto da sfondo alla narrazione, ma va annoverata tra i protagonisti, non solo per le ambientazioni caratteristiche e uniche, ma anche, ad esempio, per le spiegazioni delle usanze e delle festività che la contraddistinguono, come il Carnevale e la Fiera della Sensa (di grande pregio è il racconto dello Sposalizio del Mare, durante il quale il Doge Alvise Pisani lascia cadere l’anello dal Bucintoro, sposando ancora una volta Venezia al Mare), e per la descrizione delle prigioni, i Piombi e i Pozzi.
A Venezia i Piombi erano situati nel sottotetto del Palazzo Ducale, costituito appunto da lastre di piombo (da cui il nome), mentre i Pozzi, particolarmente umidi e malsani, si trovavano al pian terreno. È nei Piombi che venivano rinchiusi per volontà del Consiglio dei Dieci i detenuti accusati di delitti politici o perché in attesa di giudizio.

Tutti particolari questi che rendono questo romanzo non un semplice gothic fantasy ma uno storico a tutti gli effetti, con il pregio, soprattutto per me, dell’elemento sovrannaturale che esalta le capacità stilistiche e narrative dell’autrice, il cui potenziale era già stato ampiamente espresso nelle sue opere precedenti (la Saga di Black Friars in primo luogo e Il Cammeo di Ossidiana).

Essendo ambientato a Venezia, il linguaggio risente della nomenclatura specifica degli elementi architettonici e culturali della città, nonché dei particolari del vestiario tipico dell’epoca che a Venezia andava di pari passo alle maschere, indossate regolarmente e in modo del tutto abituale e non solo durante il Carnevale.

Lo stile, però, è fluido, non mancando di essere a tratti persino lirico, tirando fuori dalle parole immagini che nella mente prendono forma e danzano sotto l’attenta guida del Maestro di Cerimonie, come in un armonioso minuetto in uno degli splendidi giardini della Giudecca.
Se dovessi definire La Spia del Mare con una frase, direi che è un miscuglio di verità e finzione molto ben amalgamato, di notevole pregio stilistico e contenutistico, capace di affascinare il lettore trascinandolo in un mondo reale ma permeato di fantastico.

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, mi riservo di parlarne approfonditamente nello Speciale dedicato a loro e intitolato “I Quattro Re”, previsto per l’11 Novembre.
In quell’occasione chiederò proprio a Virginia delle curiosità su Cassian & Co, scoprendo particolari che, ne sono certa, vi faranno amare ancora di più questi personaggi e questa storia.

4 commenti:

  1. Questo libro deve essere mio, c'è poco da fare se non correre in libreria ❤️

    RispondiElimina
  2. Corri Ely! Ti aspettiamo anche l'11 Novembre per commentare con noi la nostra tappa sui Personaggi Maschili!
    Fidati, non te ne pentirai!

    RispondiElimina
  3. bellissime parole e splendide immagini, come sempre

    RispondiElimina
  4. Anche io ho amato moltissimo questa storia e sono contenta di aver conosciuto la scrittrice

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...