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mercoledì 13 settembre 2017

Recensione di 5cm al secondo di Makoto Shinkai


Quando ho pensato a questa rubrica un bel po’ di mesi fa, volevo mettere in un unico posto le mie letture e le mie passioni che avevano come fattore comune il mio grande amore per la cultura e il mondo giapponese degli anime, dei manga e delle light novel.
Pensavo che  questo sarebbe stato un luogo poco frequentato, visto che il blog su cui scrivo ha un’utenza piuttosto classica, se così si può dire.  Tuttavia credevo che i miei post e le mie recensioni avrebbero potuto anche suscitare un minimo di curiosità in chi non conosce il mondo giapponese e pensa, ad esempio, che sia riservato solo a un pubblico giovane. Non sapete quanto mi disturba che gli anime o i manga siano considerati solo roba per ragazzi, considerato che io ragazza non sono più da mo’ e che la produzione giapponese, essendo rivolta a tutte le fasce d’età, in patria è fruita da tutti, bambini e anziani. È la loro cultura, non la nostra, ovviamente, ma secondo me vale la pena conoscerla senza etichettarla.

Quello che speravo, aprendo questa rubrica, era anche che i miei post potessero diventare familiari a chi ama già manga e light novel ma ha difficoltà a trovare qualcuno che abbia i suoi stessi gusti. Il mio obbiettivo, alla fine, era e continua ad essere questo: far conoscere queste mie passioni, che io definisco piuttosto disagiate, e condividerle con chi ha voglia di sperimentarle con me.
Ecco perché, estate finita, vacanze passate, scuola ripresa, lavoro ricominciato, sono qui a riaprire la rubrica Libri Animosi - Giappone Mon Amour, o come direbbero i giapponesi, Suki desu (che si legge ski des ed è la prima frase giapponese che ho imparato). 
Per chi non ha presente un anime, quando una ragazza, o un ragazzo, si dichiara è questa la frase che dice: suki desu, mi piaci! 

Bene, adesso vi lascio a un mio grandissimo amore, Makoto Shinkai, o come lo chiamo io Shinky, (sono in grande confidenza con lui, GIURO!), diventato famoso per Your Name, la cui recensione è già presente nel blog, e che riproporrò anche in questa rubrica più avanti.
Quello di cui parlo adesso, invece, è il secondo lavoro di Shinkai, 5 cm al secondo, nato come movie nel 2007 e di cui lo stesso Shinkai ha scritto il romanzo che mi appresto a recensire.
Credo di aver detto tutto quello che dovevo.
Arigato gozaimasu! 
Suki desu, minna san! 
Sayonara!


Titolo: 5cm al secondo
Autore: Makoto Shinkai
Editore: Edizioni BD
Collana: J-POP ROMANZI
Pov: prima e terza persona alternato
Edizione: Aprile 2017

Trama: L'amore, a velocità terminale, è accolto e condiviso soltanto da chi non accetta possa rallentare e fermarsi. Akari insegnava cose a Takaki, e lui la faceva sentire protetta. I due si erano incontrati alle elementari, ma poi erano stati costretti a separarsi alle medie e, da quel momento, le loro anime erano rimaste senza una direzione da seguire... I loro sentimenti, impossibili da spiegare tutti nel celebrato film di animazione, vengono qui esplorati dall'autore e regista Makoto Shinkai, con il suo stile delicato e profondo, in questa trasposizione letteraria della storia.

Recensione di Alexandria:
Mi rendo conto che recensire questo romanzo per me non è cosa facile. Non capita tutti i giorni di essere immersa in un’opera di cui hai visto tutte le versioni possibili, sprofondata in tutte le sue sfumature immaginabili. Già, perché di 5cm al secondo ho visto e letto tutto, letteralmente.
Ho visto il movie, ho letto il manga, e infine mi sono persa nelle parole del romanzo.
Persa credo che sia la parola giusta.


Non intendo recensire il movie e nemmeno il manga. Mi concentrerò, o almeno ci proverò, solo sul romanzo.  Ma alcune cose devo metterle in chiaro prima di iniziare.
Punto primo: la lettura di 5cm al secondo esula dall’aver visto il movie.
Come dice Shinkai stesso nella postfazione (amo enormemente la postfazione dei suoi romanzi!), questo libro ha come opera di riferimento il movie da lui diretto, ma l’intenzione dell’autore era dall’inizio quella di far godere il romanzo al lettore anche senza aver visto il film. L’obbiettivo è stato ampiamente raggiunto, per cui se non avete visto il movie, il romanzo ha un suo valore intrinseco che si lascia apprezzare comunque.
Punto secondo: tra il film e il romanzo ci sono alcuni elementi che si completano a vicenda, mentre altri sono intenzionalmente diversi.
Quando vediamo un movie, a colpirci sono le immagini e le musiche, oltre alle parole, e le emozioni ci vengono letteralmente sbattute in faccia, investendo i nostri sensi. Ma in questo romanzo la parola scritta per me ha superato il movie.
Andiamo con ordine.


La storia.
Banalmente potremmo pensare che questo sia il solito racconto di un amore giovanile tra i banchi di scuola. L’inizio, in effetti, è proprio questo. Due ragazzi delle medie, le cui esperienze di vita sembrano accomunarli tanto da unirli per far fronte a quella che è l’età peggiore di tutte: l’adolescenza.

Takaki e Akari sono abituati a cambiare spesso città a causa del lavoro dei genitori, e quando si incontrano a scuola sembra che l’uno sia il perfetto compagno dell’altra. Non c’è più solitudine, non c’è più l’incomprensione del mondo esterno, ma solo il bisogno naturale di stare insieme, di essere Akari e Takaki.
Per la prima volta sentii di non avere paura del mondo. Qualunque cosa brutta mi avesse riservato il futuro… per quanto in futuro avrei sicuramente cambiato più volte scuola e affrontato diversi test, per quanto avrei dovuto rapportarmi con terre e persone sconosciute… mi sarebbe bastato avere Akari con me per sopportare tutto ciò.
Questa prima parte del romanzo si chiama Fiori di Ciliegio. È pov Takaki e per questo è un concentrato di tutte le sue emozioni, dei suoi sentimenti, dei suoi pensieri, su se stesso, sulla vita, su Akari e sul suo futuro.

“Sai, dicono che sia di cinque centimetri al secondo.”
“Eh? Che cosa?”[...]
“È la velocità a cui cadono i fiori di ciliegio. Cinque centimetri al secondo.”
A quel tempo, Akari e Takaki erano soliti scambiarsi informazioni che ritenevano importanti, cose come la velocità a cui cadono i fiori di ciliegio, oppure il motivo per cui il cielo ci appare azzurro. Informazioni che sembravano di vitale importanza per il loro futuro.
Forse ci scambiavamo disperatamente frammenti l'uno dell'altra, in previsione del momento in cui, un giorno, avremmo perso la persona a noi più cara.
Il tema della perdita e della paura della perdita è spesso il filo conduttore delle opere di Shinkai, anche dopo 5cm al secondo, ma qui posso dire di averlo percepito in maniera piuttosto opprimente e dolorosa.
La prima ad allontanarsi è Akari. La ragazza è costretta a trasferirsi in una città a tre ore di treno da Takaki. I due continuano a scriversi, ma quando Takaki scopre che dovrà lasciare Tokyo per trasferirsi su un’isola raggiungibile solo in aereo, capisce che questa è la sua ultima possibilità di rivedere Akari. Così intraprende un viaggio in treno per andare da lei.


Nessuno poteva sapere che questo viaggio sarebbe stato una piccola odissea, tra la neve e i treni bloccati e i ritardi e i pensieri affollati nella mente di Takaki, la cui figura si riflette sui vetri del vagone, mentre le immagini descritte con abilità impressionante gli scorrono davanti (amo Shinkai, lo amo anche per questo suo modo di descrivere i luoghi e i paesaggi, come se ci fossi immersa e li vedessi in quel momento insieme al protagonista), e quella lettera che Takaki stringe in mano e che gli riscalda il cuore, nel gelo della notte, in attesa di poterla consegnare ad Akari, che sa lo attende anche se sono passate ore dal suo arrivo previsto.
E quando si incontrano è come se non si fossero mai lasciati.
Takaki sa di amare Akari, e Akari sa di amarlo.
Anche Akari gli ha scritto una lettera, mentre lo aspettava, la sua prima lettera d’amore. Ma, ironia della sorte, nessuno dei due quella notte si scambierà quelle lettere: Takaki ha perso la sua durante il viaggio e Akari... beh, il suo bacio con Takaki, il suo primo bacio, le fa scordare persino di averla scritta.

Mi aveva detto: “Takaki, credo che te la caverai anche in futuro”.
Provavo una strana sensazione, come se avesse previsto qualcosa che mi riguardava… anche se non sapevo io stesso di cosa si trattasse. Allo stesso tempo, presagivo che quelle sue parole avrebbero rappresentato una forza molto preziosa per me in un lontano futuro.
È così che Akari e Takaki si dicono addio, in una mattina nevosa e fredda, tra le porte di un treno che si chiudono.
Il secondo episodio del romanzo si intitola Cosmonauta. Questa parte ha come protagonista Kanae e suo è anche il pov. 
Era l’estate dei diciassette anni di Takaki. Lui è impegnato con il club di tiro con l’arco, Kanae invece fa surf.

Questa ragazza dai capelli corti e dalla pelle abbronzata ha un rapporto bellissimo con il mare e con le onde. Lo vive come una sfida con se stessa. Il mare la accoglie ma per qualche ragione rifiuta di farle cavalcare l’onda che lei cerca disperatamente, tutti i giorni, prima e dopo la scuola.
Kanae ama Takaki. Il suo è un amore non corrisposto che dura da ben cinque anni e ora che il liceo sta per finire, a Kanae resta poco tempo per stare con lui. E per dichiarasi.

Ma questo nella mente di Kanae sarebbe avvenuto solo quando finalmente fosse riuscita a stare in cima a un’onda e a cavalcarla perfettamente.
Nell’attesa di questo evento, si limitava a guardare Takaki di nascosto mentre tirava con l’arco, mentre scriveva delle email a qualcuno (chissà a chi?) con una faccia assorta, mentre beveva una lattina di caffè comprata al konbini di ritorno da scuola, e lei semplicemente lo accompagnava, felice di potergli stare accanto.

Morivo dalla voglia di ringraziare qualcuno per avermi concesso la presenza di quel ragazzo al mondo.
Finalmente una mattina, improvvisamente e impeccabilmente, Kanae riesce a cavalcare la fatidica onda. Era arrivato il giorno in cui avrebbe rivelato a Takaki cosa provava per lui. Fuori dal konbini la luce si trasformava nelle ombre della sera. Takaki era vicino a Kanae, e lei sentiva che doveva dirglielo, che lo amava. Ma qualcosa nel modo in cui Takaki l’aveva guardata l’aveva fermata.

Non è questo il posto.

Non ci sarebbe mai stato quel posto, mai nell’isola, mai a Tokyo, mai nel cuore di Takaki. Non ci sarebbe mai stato un posto per Kanae.

Guardavamo due cose diverse, pur guardando lo stesso cielo. Tōno non mi stava affatto guardando. Era molto gentile e mi camminava sempre a fianco, ma guardava sempre qualcosa in lontananza, oltre me.
Episodio tre: Cinque centimetri al secondo.
Questa parte del romanzo è in terza persona e devo dire che leggendo ero talmente presa dalla storia che nemmeno ci avevo fatto caso.
Takaki si è diplomato, si è iscritto all’università a Tokyo, si è laureato e si è trovato un lavoro. Ha avuto delle storie all’università, e una piuttosto lunga dopo, con una ragazza di nome Mizuno.

Non ha amici, vive per il lavoro. La sua vita è una routine costante, sempre le stesse cose, sempre gli stessi eventi. Il suono dei tasti del computer mentre programma le stringhe, la lattina di caffè che stringe tra le mani, i ritorni a casa a notte fonda in treno, i messaggi al cellulare di Mizuno che si fanno sempre più rari, così come le visite a casa di lei.


Cosa succede a Takaki? È infelice, questo gli succede. Sono passati quindici anni da quando lui e Akari si sono lasciati e in tutto quel tempo non era stato in grado di amare nessuno. Era solo riuscito a ferire e a ferirsi. Questa parte del racconto è molto introspettiva e l’atteggiamento di Takaki genera rabbia. Si ha quasi voglia di prenderlo per le spalle e scrollarlo da quell’apaticità che lo ha cristallizzato, rendendolo incapace di fare un passo verso qualunque cosa, verso se stesso soprattutto.

La presa di coscienza di questa sua situazione è lenta e dolorosa. Molti ricordi riaffiorano nella sua mente: i ciliegi che cadono a cinque centimetri al secondo con Akari, le lacrime di Kanae e le sue ultime parole all’aeroporto -Ti ho sempre amato, Tōno. Grazie di tutto- e quelle email che scriveva e non mandava mai a nessuno.


Takaki aveva capito quanto fosse stato solo, come avesse vissuto una vita la cui direzione sembrava essere obbligata, come un’auto in coda che si muove seguendo le altre.
Era come se quella neve, che non vedeva da tantissimo tempo, avesse dischiuso una porta che si trovava nelle profondità della sua anima. Non appena se n'era reso conto, aveva capito con chiarezza cosa aveva sempre cercato fino a quel momento. Erano le parole che quel giorno di tanto tempo prima aveva pronunciato quella ragazza.
Takaki, te la caverai. Ne sono sicura. 
Per chi se lo stesse chiedendo, il finale del romanzo è identico al movie.
In molti lo considerano un attentato al fegato, altri pensano che sia realisticamente perfetto.
Dal canto mio, posso dire che questo finale mi ha dato speranza: ero stufa di vedere Takaki apatico, più morto che vivo. Il ghiaccio del suo cuore si stava finalmente sciogliendo. Perché era arrivato finalmente quel momento, quello che per Kanae sembrava sempre sbagliato. Non era Akari la sua persona. Nemmeno tutte le fidanzate che aveva avuto in quegli anni. E prima di chiunque altro, Takaki aveva capito che doveva rendere felice se stesso.
Va bene, lo ammetto: dato il finale, il mio fegato è salvo anche (e soprattutto) perché ho letto il manga che prosegue oltre al movie e al romanzo, garantendo quel lieto fine che tutti ci auguravamo.


Dovrei parlare dello stile di Makoto Shinkai, ma mi viene solo da dire una cosa: io lo amo e se scrivesse l’elenco del telefono lo amerei comunque.
Non conosco nessuno capace come lui di rivolgersi contemporaneamente a tutti i sensi di un lettore. Il suo è un talento che va al di là del racconto: è immaginazione e magia.
Ma una cosa la posso dire: se pensavate che questo fosse un romanzo per ragazzini, beh vi sbagliavate di grosso.
Cinque stelle

2 commenti:

  1. Konichiwa Sensei,
    amo la tua idea di Libri Animosi, cioè è favolosa e attendo con ansia tutti i futuri post. Non seguo e leggo ai tuoi livelli cose giapponesi ma mi stai portando sulla buona strada. Amo Shinky lo sai (posso chiamarlo così solo per stavolta??), e questo è uno di quei film che fa disperare tantissimo, per cui lo adoro. Prima o poi leggerò il manga e il romanzo.
    Bellissima recensione. Come sempre.
    Suki desu!!

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    Risposte
    1. Beh, intanto mi sei partita a acrivere in giappo, il che è così KAWAIIIII! (immagina me con la faccia moe che te lo dice, kudasai!)
      Fede-chan, la tua sensei è molto contenta e orgogliosa di te.
      E quando ti disagerai a leggere 5cm al secondo, io sarò lì per te.
      Suki desu zutto zutto <3

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