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martedì 28 giugno 2016

Recensione La Chimera di Praga di Laini Taylor


Titolo: La Chimera di Praga
Titolo originale: Daughter of Smoke & Bone
Autore: Laini Taylor
Serie: Daughter of Smoke & Bone #1
Editore: Fazi - Lain
Data pubblicazione: 11 Febbraio 2016 
(prima edizione 3 Maggio 2012)
Punto di vista: Terza persona
Livello di sensualità: Basso

Trama: Karou ha 17 anni, è una studentessa d'arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un'intricata filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche disseminate per il mondo per scovare i macabri ingredienti dei riti di Sulphurus: i denti di ogni razza umana e animale. Ma quando Karou scorge il nero marchio di una mano impresso su una di quelle porte, comprende che qualcosa di enorme e pericoloso sta accadendo e che tutto il suo universo, scisso tra l'esistenza umana e quella tra le chimere, è minacciato. Ciò che si sta scatenando è il culmine di una guerra millenaria tra gli angeli, esseri perfetti ma senz'anima, e le chimere, creature orride e grottesche solo nell'aspetto esteriore; è il conflitto tra le figure principi del mito cristiano e quelle dell'immaginario pagano. Nel disperato tentativo di aiutare la sua "famiglia" Karou si scontra con la terribile bellezza di Akiva, il serafino che per amore le risparmierà la vita.

Recensione di Alexandria:

Parlare di questo libro senza rivelare troppo né della trama né dei miei sentimenti per i protagonisti non è facile perché finirei inevitabilmente per dire più del dovuto. Ho amato molto La Chimera di Praga, ma andare troppo a fondo nel recensirla, rovinerebbe la scoperta di una storia che nasconde tanto e non è quello che sembra.

La protagonista, Karou, ci viene presentata come una normale studentessa di diciassette anni che frequenta un istituto d’arte di Praga. Karou è una bella ragazza dai capelli naturalmente blu (scoprirete perché), che ha un ex-fidanzato, Kaz (Kaz-zone per gli amici), e una migliore amica, Zuzana. E’ una ragazza misteriosa, ama i tatuaggi ed è solita avere  le tasche piene di cose curiose, come antiche monete di bronzo, denti e strani fili intrecciati di perline artigianali africane di ogni colore. Per lo meno sembrano semplici perline artigianali africane. 

Karou è spiritosa e divertente, ma rivela anche un carattere piuttosto vendicativo (godrete nel leggere il capitolo intitolato “Fessura”, il protagonista del quale è Kaz e la fessura è proprio quella che immaginate).

«Io ho un sacco di tatuaggi». A conferma delle sue parole, non ostentò «vera» o «storia», o il serpente attorcigliato alla caviglia, o qualcun’altra delle sue opere d’arte nascoste. Invece sollevò le mani di fronte al viso, con i palmi rivolti in fuori. Al centro di ognuno c’era un occhio disegnato a inchiostro di un blu scurissimo, che trasformava effettivamente le sue mani in due hamsa, gli antichi simboli di protezione contro il malocchio. Era risaputo che i tatuaggi fatti sul palmo delle mani scolorivano, ma non i suoi. Lei aveva quegli occhi da quando era in grado di ricordarsene; per quello che sapeva della loro origine, poteva averli dalla nascita.

Karou, il cui nome significa “Speranza”, è stata allevata da una Chimera di nome Sulphurus e trascorre la sua “normale” vita da adolescente tra la scuola e le missioni per conto di Sulphurus, il quale gestisce un negozio di desideri assieme ad altre Chimere, Sybilis, Twiga, Yasri e un animale domestico, Kishmish. Sebbene Karou non sappia molto delle Chimere, se non quello che Sulphurus le ha concesso di sapere, lei considera queste strane creature come la sua unica famiglia.

Attraverso dei portali magici, il negozio di Sulphurus è collegato a moltissime città del mondo, dalla Francia, all’America, al Marocco.
Ed è proprio in una missione a Marrakech che Karou si imbatte in un essere bellissimo e pericolosissimo, intento a marchiare i portali tra il mondo delle Chimere e il mondo degli umani.
Aveva già sentito quella parola prima. I serafini erano un elevato ordine di angeli, almeno secondo il mito cristiano, per il quale Sulphurus provava un assoluto disprezzo. [...]
Lui sollevò la sua spada e Karou semplicemente osservò quel gesto [...] Inclinò la testa da un lato, esaminando disperatamente quei tratti in cerca di un accenno di… anima… e allora, lo vide. L’angelo esitò. Per una mera frazione di secondo fece scivolare la sua maschera, e fu sufficiente: Karou vide una patina di imperiosa commozione, un’ondata d’emozione che addolcì i lineamenti rigidi e assurdamente perfetti.
«Chi sei?», le chiese, e Karou stentò a riconoscere la lingua delle chimere, per quanto suonava dolce nella sua bocca.
Chi era lei? «Di solito non lo scopri prima di tentare di uccidere qualcuno?».
Chi è questo serafino? E chi è davvero Karou? La Chimera di Praga è il racconto di come l’amore si possa trasformare in odio e di  come il dolore possa cancellare ogni altro tipo di sentimento, la compassione, la comprensione, il perdono, lasciando che il tradimento e i rimpianti soffochino per sempre la speranza.
«La speranza può essere una forza potentissima. Forse non c’è vera magia in essa, ma quando sai quello che speri di più in assoluto, e lo custodisci come una luce dentro di te, puoi far accadere le cose, quasi come una magia»
Karou, speranza. È magia, Karou. È forza. È amore. È dolore. È la speranza che tutte queste cose insieme possano vincere sull'odio e la guerra.
«Una chimera mi ha salvato la vita», confidò. «E io mi sono innamorato di lei».
Cover prima edizione
Akiva e Karou sono figli di due razze in guerra da sempre, l'uno oppressore, l'altra oppressa. Ma il loro incontro cambierà i loro destini e anche il destino del loro popolo.

Un fantasy poco comune, dalle ambientazioni magiche anche quando vengono descritti posti assolutamente reali, come Praga e Marrakech, e dal linguaggio intenso e rifinito. I personaggi sono ben caratterizzati, anche quelli minori. La magia pervade il libro e anche la sensazione che l'amore deve vincere per forza, perché il lettore desidera che debba essere così.

Avrei voluto una moneta di Sulphurus per poter esprimere il mio desiderio che tutto quello che Madrigal (scoprirete da soli chi è) aveva vissuto non fosse stato invano. E’ la Speranza la vera protagonista della storia, la speranza che quell’amore non sia davvero stato solo un miraggio. E con quella speranza il libro si chiude, lasciandoci in attesa del magico incontro del serafino che si innamorò di una chimera.
Cinque stelle

1 commento:

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