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mercoledì 18 aprile 2018

Recensione Warcross di Marie Lu


Quando la mia collega Jess del Blog The Ink Spell mi ha proposto di partecipare al Review Party per l’uscita di Warcross, ho cacciato un urlo che credo mi abbia sentito pure Marie Lu in persona, ovunque si trovasse.
La mia passione per questa autrice e i suoi libri è cosa risaputa dai tempi della saga di Legend che io amo alla follia, così l’attesa per questo evento non poteva che essere spasmodica per me.
Quando mi è arrivato il libro in anteprima dalla Piemme (che ringrazio infinitamente), mi sono messa letteralmente a saltellare per casa: ne ho accarezzato la sovraccoperta che raffigura il cubo di Warcross in 3D e in rilievo, ho ammirato i colori della copertina che si fondono in un unico punto iridato.
Ho pensato: questo libro è bello già da fuori, non vedo l’ora di sapere cosa nasconde!
E finalmente è arrivato il nostro turno di presentare la recensione di Warcross, un libro che ho letteralmente divorato e che mi sono goduta dalla prima all'ultima parola.

Titolo: Warcross
Autore: Marie Lu
Serie: Warcross #1
Editore: Piemme
Genere: Sci-fi Young Adult
Data uscita: 3 Aprile 2018

Trama: 
La mania ha preso piede dieci anni fa e oggi Warcross conta milioni di fan in tutto il mondo. Per alcuni rappresenta una via di fuga dalla realtà, per altri una fonte di profitto.
La giovane hacker Emika Chen sbarca il lunario braccando i giocatori entrati nel giro delle scommesse illegali. Ma l'ambiente dei cacciatori di taglie, oltre a essere pericoloso, è molto competitivo. Sempre al verde, per racimolare una somma di denaro di cui ha urgentemente bisogno, Emika hackera la partita inaugurale del Campionato di Warcross e, senza volerlo, si ritrova dentro il gioco. E’ certa che il suo errore le costerà l'arresto e l'ultima cosa che si aspetta è la telefonata del creatore di Warcross, l'affascinante miliardario giapponese Hideo Tanaka, con una proposta impossibile da rifiutare. Un volo per Tokyo ed Emika si ritrova catapultata nel mondo che fino a quel momento aveva solo potuto sognare. Ma presto le sue indagini sveleranno l'esistenza di un oscuro complotto le cui implicazioni vanno ben oltre i confini dell'universo di Warcross.


Recensione di Alexandria:

Dovete sapere  che la sottoscritta è una Otaku Nerd di prima categoria, vale a dire ho una fissa pesante per letteratura fantasy, manga, anime, giochi di ruolo, film di fantascienza, videogiochi, computer e tecnologia in genere.
Già dalle prime pagine, la lettura di Warcross ha fatto scattare nella mia mente furiose sirene d’allarme NERD e davanti agli occhi mi sono apparse scritte lampeggianti che piazzavano pericolosamente OTAKU LEVEL UP ovunque.

Così, nel recensire questo libro mi sono chiesta se mettere in risalto questa mia conoscenza del mondo otaku e nerd, perché il libro ne è assolutamente intriso, un’arma a doppio taglio questa, perché se da una parte può attirare come il miele attira le api un appassionato come me, dall’altra può respingere chi invece è assolutamente a digiuno di certi argomenti e quindi pensa che il libro possa non essere adatto a lui.
Poi la mia amica Virginia de Winter mi ha fatto notare che recensire questo libro senza sclerare per League of Legends e SAO Ordinal Scale e Psycho Pass Mario Kart e Final Fantasy e le onsen e Shibuya non sarebbe stato lo stesso, che di certo altri avrebbero potuto parlarne altrettanto bene senza farne cenno, ma non io. Così ho ascoltato la mia “commare dei disagi” e ho iniziato a scrivere la mia recensione disagiatamente otaku.

Nella New York del futuro vive Emika Chen,  una ragazza diciottenne armata di skateboard volante e munita di folta chioma tinta arcobaleno, squattrinata ma dotata di grandi abilità di hacker che impiega per quella che è la sua maggiore fonte di reddito: andare a caccia di scommettitori illegali di Warcross e intascarne le taglie.

Che cos’è Warcross?

A soli undici anni, Hideo Tanaka, figlio di un riparatore di computer e una neuroscienziata, aveva avuto un’intuizione a dir poco geniale.
Sfruttando la capacità del cervello di “credere” reale una scena che ha davanti, superò la difficoltà di creare uno scenario dettagliato e realistico in 3D “ingannando” la mente umana e facendole credere, appunto, che ciò che percepiva fosse la vera realtà e non una finzione ricostruita, la cosiddetta REALTA’ AUMENTATA che i patiti di Sword Art Online conoscono più che bene.
Attraverso dei semplici occhiali, Hideo Tanaka aveva ideato la più efficace interfaccia cervello-computer mai costruita, cosicché la mente potesse simulare mondi virtuali che ai sensi umani risultassero indistinguibili dalla realtà.
Mondi infiniti, in cui fosse possibile vedere draghi ed elfi, volare sui ghiacci polari, passeggiare a Parigi stando a New York, essere sdraiato su una spiaggia hawaiana pur trovandosi in Cina, oppure guardare il mondo reale sovrapponendoci quello virtuale, incontrare altre persone connesse al NeuroLink, con cui interagire, parlare e giocare.

Giocare a Warcross, il gioco che Hideo aveva sviluppato insieme al NeuroLink, un multiplayer game basato sulla realtà aumentata in cui due squadre di cinque giocatori dovevano rubare una gemma definita “Artefatto” in possesso della squadra avversaria, senza perdere la propria.

Ogni giocatore aveva un ruolo: il Capitano che gestiva la squadra, l’Architetto che manipolava il mondo del livello a favore della proprio team, il Ladro che doveva raccogliere i Potenziamenti per i compagni, lo Scudo che aveva il compito di difendere il possessore dell’Artefatto, il Lottatore che doveva abbattere i nemici.

Dopo dieci anni dalla sua creazione, Warcross aveva reso il ventunenne Hideo Tanaka un multimilionario e aveva rivoluzionato la vita di milioni di persone: ormai tutti nel mondo giocavano a Warcross, tutti si connettevano al NeuroLink, tutti seguivano il Campionato professionista del gioco, idolatrando i Campioni come star, senza perdersi nessun incontro intorno al quale ruotavano i milioni degli sponsor e quelli delle scommesse clandestine.
"Tutto è fantascientifico finché qualcuno non lo trasforma in scienza."
Chi come me conosce League of Legends (peraltro citato anche dalla Lu nel libro) non può non ricordare nella descrizione della cerimonia di apertura del Campionato di Warcross quella della finale di LoL, le squadre rosse e blu, l’arena stracolma di spettatori urlanti, le canzoni dei Campioni, l’epicità delle imprese a cui tutti agognano di assistere.
Il mio lato nerd esultava tra gli spalti dell’arena.
Chi non ha presente ciò di cui parlo, invece, si ritrova sprofondato in questo mondo e ne resta assolutamente affascinato, cercando di immaginarsi in una realtà che non esiste ma è assolutamente reale, desiderando essere lì in mezzo.
E’ in questo mondo reale immerso in quello virtuale che troviamo la nostra Emika Chen, una cacciatrice di taglie che ha appena scoperto che verrà sbattuta fuori di casa perché in arretrato con l’affitto ma che, come tutti, non rinuncia a spegnere la realtà per seguire l’All Star Game d’apertura del Campionato di Warcross.
«C'è ancora gente convinta che "Warcross" sia un gioco stupido. Certi, invece, lo considerano una rivoluzione. Per me, e per altri milioni di persone, è l'unico metodo infallibile per dimenticare i propri guai. Oggi ho perso una taglia ed entro un paio di giorni non avrò più un posto dove vivere... ma stasera posso unirmi agli altri, inforcare gli occhiali e godermi la magia».
E’ proprio durante questa partita inaugurale in cui Asher Wing dei Phoenix Riders sfida gli altri capitani delle squadre dei Campioni di Warcross (posso dire che ho avuto un tuffo al cuore leggendo il cognome di Asher? Wing come Daniel “Day” Altan Wing, e ho persino scoperto che il fratello di Ash si chiama proprio Daniel! Un easter egg della Lu?) che Emi ha un’illuminazione: e se hackerando il gioco avesse potuto prendere un potenziamento e rivenderlo al mercato nero del Mondo Dark?

Ed è così che davanti a mezzo miliardo di persone appare il volto di Emika Chen in tutto il suo splendore, capelli arcobaleno compresi, provocando lo shock nei giocatori e causando l’interruzione immediata di una partita ufficiale che aveva incassato milioni dagli sponsor. 
Emika è convinta che la sua bravata le procurerà guai seri, l’arresto come minimo. 

Rassegnata a finire dentro, quando il suo telefono craccato squilla, è convinta che sia la polizia a braccarla. Emika non immagina che, invece, dall’altro capo a cercarla sia niente meno che il suo idolo, l’uomo che segue da anni, l’impresa del quale l’ha portata a superare il buio in cui era caduta dopo la morte del padre, l’elegante misterioso taciturno affascinante evasivo Hideo Tanaka, inventore di Warcross, con un’offerta che Emi non può rifiutare.
Tanaka-san ha bisogno di una spia all'interno del torneo di Warcross per scoprire delle falle nella sicurezza che nessuno dei suoi ingegneri è riuscito a spiegare, e chi meglio di lei per portare a termine il lavoro? Colei che ha hackerato Warcross in diretta davanti a milioni di persone?
Senza perdere tempo, Emika vola a Tokyo e comincia la sua avventura nel mondo di Warcross.

A stretto contatto con Tanaka, la cui figura appare subito affascinante ed enigmatica, Emi si ritrova sotto copertura a giocare con i Phoenix Riders nel doppio ruolo di Architetto e spia di Hideo, invischiata in un gioco che sembra più grande di lei tra mistero, scommesse clandestine, attentatori senza volto, avventure nel Mondo Dark, sortite nel quartiere visionario di Shibuya, onsen paradisiache, combattimenti mecha e battaglie in mondi di ghiaccio popolati da creature mostruose.

Dal mio punto di vista Warcross è un libro scritto da una nerd otaku per altri nerd otaku: Marie Lu stessa afferma che in questo libro ci sia davvero una gran parte di lei. Traspare in modo evidente la sua formazione di programmatrice di videogiochi, la sua passione per i game e per il Giappone, ed è evidente come abbia scritto di cose che conosce e che ama.

Ma non per questo il libro non può essere apprezzato anche da coloro che non hanno dimestichezza con questo mondo. I richiami a LoL o a certi espedienti che chi conosce la Lu ha già intravisto in Champion (mi riferisco in particolare alle descrizioni degli Antartici in Ross City), se anche non possono essere colti spingono di certo a volerne sapere di più, a incantarsi davanti alla prospettiva di vivere in un mondo in cui la realtà è quella Aumentata di Ordinal Scale o in cui si teorizzi il monitoraggio dello stato mentale, della personalità e delle inclinazioni delle persone tipico di Psycho Pass.

Se tutto ciò non bastasse, c’è da dire che la storia presenta una molteplicità di personaggi variegati, una coppia MM accennata, un cliffhanger da paura finale e la precisa consapevolezza che questo libro sia in potenza tutto quello che il seguito, Wildcard, sarà in atto, unico motivo per cui alla mia valutazione manca la mezza stella del punteggio massimo. Le scene nella onsen mi hanno fatto rimpiangere amaramente che Warcross sia solo un YA, perché i bollori non erano solo nell’acqua, ve l’assicuro. Hideo senza camicia è illegale.

Infine, va rilevato come la traduzione ad opera di Luca Fusari sia curata e precisa e assolutamente perfetta. 
E ora, non ci resta che attivare il NeuroLink e connetterci a Warcross:
“Gioco! Partita! Scontro!”

4 commenti:

  1. Parah questa è una recensione perfetta, mi hai fatto rivivere il libro interamente.
    Ora, qual è il nostro livello di otakumetro?

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    Risposte
    1. Il nostro livello di otakometro è diverso. Il tuo è bakalevel, il mio senseilevel XD
      Suki desu zutto zutto, parah!
      Leggere Warcross con te è stato bellissimo <3

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  2. Mi è piaciuto tantissimo questo romanzo *-* spero esca presto il seguito >.< e un film XD

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    1. Più che un film, un anime! Una serie su questa roba e io potrei morire felice. Con la Ost di Sawano Hiroyuki magari!

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