Titolo: Ten Count
Volume: 1
Autrice: Rihito Takarai
Genere: Manga Yaoi
Editore: Edizioni BD
Collana: J-POP
Data uscita: 16 novembre 2017
Trama: Shirotani, un segretario affetto da una fobia che gli impedisce di avere ogni tipo di contatto con altri esseri umani, riceve l'offerta d'aiuto di uno strano psicoterapeuta di nome Kurose, che vorrebbe assisterlo nel suo ritorno verso la normalità attraverso una terapia che prevede il compimento di dieci azioni per lui intollerabili.
Ma quali saranno le sue vere motivazioni? Che tipo di rapporto cerca, e cosa lo spinge ad avvicinarsi a lui?
Uno psicologo scostante, un segretario misofobo e una delicata terapia d'amore.
Recensione di Alexandria:
Questa è la prima volta che mi trovo a recensire per il Blog un manga. Mi sono spesso occupata di Light Novel, ma di solito le mie farneticazioni “mangose” le tengo per me, e questo sostanzialmente per due motivi:
1) leggo così tanti yaoi che non farei proprio in tempo a recensirne uno che ne avrei già finito un altro.
2) Essenzialmente si tratta di manga in inglese inediti qui in Italia, per cui ho sempre pensato che chi non legge in inglese non avrebbe avuto interesse per qualcosa con cui già non ha familiarità in italiano.
E allora perché sono qui a recensire il primo volume di un manga? Semplice, perché si tratta del mio manga yaoi preferito che ho avuto l’immensa gioia di vedere pubblicato in Italia (grazie infinite, J-Pop!) e perché voglio che siano in tanti a innamorarsi di questa storia così come lo sono io da un bel po’ di tempo ormai.
Ten count è la storia di una lista di dieci cose. Oppure è la storia della decima cosa di questa lista.
Un giorno, un segretario di nome Shirotani si imbatte per caso in un giovane di nome Kurose, il quale si accorge che lui è affetto da misofobia e rupofobia.
La misofobia è una patologia che si manifesta con il terrore del contatto con lo sporco, per cui chi ne soffre evita qualsiasi tipo di contaminazione, cadendo nella cosiddetta rupofobia, cioè nel disturbo ossessivo-compulsivo di lavarsi di continuo le mani.
Il misofobo tende a evitare ogni tipo di contatto con altri esseri umani, finendo per vincolare la sua vita a spazi ben precisi e a oggetti determinati che devono sempre essere disinfettati per non essere contaminati dal tocco degli altri.
Kurose è uno psicoterapeuta e non ha difficoltà a riconoscere nei guanti di Shirotani macchiati dal sangue delle ferite dovute ai frequenti lavaggi delle mani, i segni della misofobia.
Dopo il fugace incontro con Kurose, Shirotani sembra interessarsi per la prima volta della sua situazione, della sua fobia. Già, perché fino a quel momento la sua condizione ossessiva non sembrava disturbarlo, come se fosse una parte inevitabile della sua vita.
Ma adesso qualcosa in lui è scattato e incontrare di nuovo Kurose proprio quando aveva deciso di recarsi in una clinica per farsi visitare, è il segno definitivo che il destino di Shirotani sta cambiando.
“Ha mai sentito parlare di terapia dell’esposizione con prevenzione della risposta?”
Kurose propone a Shirotani di stilare una lista di dieci azioni (ten count) che gli provocano disagio, partendo dalla più lieve fino ad arrivare alla più pesante, la numero dieci.
Shirotani stila questa lista, inserendo delle azioni che per una persona comune sono pressoché normali: toccare la maniglia di una porta, usare gli oggetti che altre persone hanno toccato, comprare un libro in libreria. Tutte cose banali che invece per lui sono dei veri traumi.
Ma di questa lista Shirotani lascia vuota la posizione più importante, quella che dovrebbe contenere l’azione per lui più difficile da portare a termine.
La decima della lista (ten count).
Questa ambiguità nell’intendere il titolo del manga (lista di dieci cose oppure decima cosa della lista), mi piace moltissimo, perché è questo il fulcro attorno a cui tutta la storia di Shirotani e Kurose ruota.
Avendo letto già tutto il manga, ovviamente io conosco cosa si cela dietro quella decima posizione vacante, e rileggendo in italiano capitolo dopo capitolo, mi sono resa conto che i discorsi e le immagini hanno un significato molto importante che lì per lì non può essere capito ma col senno di poi acquistano un valore esplicativo eccezionale.
Beh, non temo di fare spoiler dicendo che la decima cosa della lista è fin da subito rivelata, è proprio sotto agli occhi del lettore, ma nessuno riuscirà a capire quale sia se non dopo un po’ di traversie e un certo numero di volumi in cui perderà il fegato e maledirà tutto quello che sarà in grado di maledire.
Se la misofobia di Shirotani può sembrare un argomento poco attraente, voglio rassicurare i lettori dicendo che Ten Count non è un manga in cui tale patologia la fa da protagonista. Non è un trattato medico, non è un testo di psicologia.
Ciò che tiene banco è, invece, la storia di ciò che ha scatenato la patologia in Shirotani, mentre il giovane si trova ad affrontare una persona che vuole toccare e da cui vuole essere toccato, ma che praticamente non può avere per via della misofobia, Kurose.
“Quando sono con Kurose… Mi sembra di essere un po’ più normale.”
Inoltre, non bisogna dimenticare nemmeno le ragioni che spingono il nostro Kurose a interessarsi tanto a Shirotani. Che cosa nasconde? Perchè lo fa?
Non c’entra solo il fatto che lui sia uno psicoterapeuta, perché Kurose fin dall’inizio non opererà come medico di Shirotani, ma come suo amico. E fatalmente non è nemmeno l’attrazione a spingere Kurose verso Shirotani, come penserebbe chi come me è una fujoshi acclarata, (anche se la scena con cui si conclude il primo volume ha fatto svolazzare allegramente le farfalle nello stomaco sia di Shirotani che della povera sottoscritta che è inevitabilmente e inesorabilmente innamorata persa dell’affascinante dottorino).
Kurose sembra capire molto bene i bisogni di Shirotani, sembra percepire i suoi stati d’animo e le sue sensazioni prima che lui stesso le manifesti. Ma Shirotani non si fida di lui, del suo definirsi un suo amico. Perché dovrebbe aiutarlo?
“Le rivelerò le mie ragioni quando avrà riempito la riga del numero dieci.”
Ma ce ne vorrà di tempo prima che ciò accada e ne passerà acqua sotto i ponti prima che tutti questi segreti vengano a galla.
Il primo volume può sembrare lento e poco "yaoi", ma non bisogna farsi trarre in inganno perché la relazione di Kurose e Shirotani è solo all'inizio.
Il primo volume può sembrare lento e poco "yaoi", ma non bisogna farsi trarre in inganno perché la relazione di Kurose e Shirotani è solo all'inizio.
Con i primi sei capitoli la perfida e abilissima Rihito Takarai ha solo gettato le basi per una storia che indubbiamente cela dei retroscena misteriosi, facendo intuire anche che saranno accompagnati da una buona dose di dolore e di imprecazioni in perfetto giapponese (Kusooooooo!)
Detto questo, devo parlare del chara dei personaggi. Questo non è il primo manga di Takarai sensei che leggo (in italiano cito Alla capitale dei fiori e Solo i fiori sanno), e conosco molto bene il suo tratto, così particolare che è davvero impossibile da non riconoscere. Amo i suoi disegni e amo soprattutto la caratterizzazione di Kurose e Shirotani.
Adoro Kurose, il suo sguardo misterioso ma che allo stesso tempo rivela un sacco di cose, la passione per il suo lavoro che cozza contro i sentimenti verso Shirotani, la lotta interiore che già a fine primo volume si intuisce tormentarlo.
E Shirotani, così fragile, così scoperto, così solo. Lui scatena inevitabilmente istinti di protezione nel lettore, si intuisce che la sua malattia ha un'origine dolorosa e non si può fare altro che spronarlo a continuare a spuntare quelle voci della lista, con l'aiuto di Kurose.
Questo manga va letto, assolutamente.
E se quello che ho detto non vi ha convinto, sappiate che c’è un aggettivo che contraddistingue sempre il nostro Kurose: enorme. Si tratta di uno yaoi, traete le vostre conclusioni.
Dulcis in fundo, ho il piacere di presentare una mia cara amica, nonché collega blogger, membro permanente del Consorzio Disagio (insieme a me, a Giada e a Farfy) che ho trascinato (con sua somma gioia) nel disagiato mondo dei manga, Federica de L’ennesimo Book Blog.
Nel nostro enorme disagio, abbiamo pensato di scambiarci alcune domande così che i lettori (soprattutto quelli meno ferrati sui manga) possano avere anche qualche altro spunto di riflessione sul genere o su questo manga in particolare.
Le mie risposte alle domande di Federica le troverete sul suo blog L'ennesimo Book Blog nella recensione del primo volume di Ten Count.
Alex: Tu leggi tantissimi libri. Cosa ti ha spinto a iniziare a leggere anche manga?
Fede: Mi hai obbligata tu!!! A parte gli scherzi, non sono mai stata del tutto estranea al mondo di anime e manga, e quando mi hai consigliato questo titolo visto il mio crescente amore per m/m e yaoi, l’ho trovato davvero interessante soprattutto per la storia non banale e per i personaggi ben strutturati.
Alex: Quale parte di questo primo volume ti ha colpito di più?
Fede: Quando Shirotani e Kurose sono sul treno insieme per andare a pranzo, Shirotani si sente male e Kurose lo prende letteralmente in braccio per aiutarlo. È una scena intesta ed estremamente dolce, o almeno io l’ho vista così. Mi sono innamorata di loro due in quel momento, per quello che dice Shirotani e per quello che fa Kurose.
Alex: Perchè consiglieresti di leggere Ten Count?
Fede: Uh, bella domanda. Difficile spiegare bene perché lo consiglierei. Sicuramente per i tratti dei disegni, che sono a mio avviso fantastici, varrebbe la pena leggerlo solo per quello anche se non è certo un motivo valido. Trovo che in Ten Count ci sia il giusto mix di amicizia, amore e crescita dei personaggi, il tutto con la giusta dose di sofferenza e dolore che renda la storia reale e vera.
Un ringraziamento speciale a Giada che ha sfidato orde di fan assatanate allo stand della J-Pop al Lucca Comics per accaparrarsi in anteprima il primo volume di Ten Count e farlo avere così anche alla sottoscritta. Suki desu zutto zutto!
Arigato gozaimasu. Ci vediamo al volume due! Sayonara!
Era ora!
RispondiEliminaVa che con questa recensione ora me ne aspetto altre!
Detto ciò devo ricordarmi di passare in fumetteria lunedì prossimo u.u
Jess, sicuramente tutto Ten Count. Poi chissà...
EliminaFammi sapere quando lo leggi :)
Fantastica recensione!
RispondiEliminaBravissime poi nel botta e risposta con Federica! Mi aspetto la recensione dei prossimi!!
Anch’io comunque dico LEGGETELOOOOO anche perché poi Kurose è enorme!!!!😎
AHAHAHAHAHAH
EliminaHUGE HUGE HUGE HUGE
Mannaggia che certe immagini non possono essere messe ma jeez Kurose è davvero ENORME!
Rita, voglio leggere anche la tua!
Disagiamoci insieme <3
Eccomiii!! Sai che adoro leggere con te ed è stato davvero bellissimo fare questa recensione insieme, la cosa delle domande è venuta benissimo! <3
RispondiEliminaDobbiamo rifarlo, sicuramente con Ten Count 2 che è in WL... e non dimentichiamoci la scommessa.... XD
Preparati, domanda hentai in arrivoooooo!
EliminaStupenda recensione, complimenti!
RispondiEliminaMi sono piaciute le immagini, le citazioni, le domande... insomma tutto!!
Ho trovato questo primo volume stupendo ed è fantastico ritrovarmi in ogni tua parola
Anche se... devo capire cos'è il punto numero 10 della listaaaaa, ora che hai detto che è sotto i nostri occhi dall'inizio mi toccherà rileggerlo per la sesta volta u.u
Grazie per avermi fatto conoscere questa opera e Kurose e Shirotani, non vedo davvero l'ora di leggere la recensione del secondo volume!
Arigatoooo
Do itashimashite! E' stato un ENORME piacere <3
EliminaNon capirai mai quale è la decima cosa della lista ;)