Autrice: Valentine Bovary
Self Publishing
Data di pubblicazione: 20 luglio 2016
Data di pubblicazione: 20 luglio 2016
Pagine: 270
Punto di vista: prima persona alternata
Livello di sensualità: medio
Trama: Indossare una maschera per essere amati oppure strapparsela dal viso e rischiare di essere odiati? Giorgio e Alessia sono rampolli di due soci in affari. La frequentazione assidua dei genitori favorisce il nascere del loro amore: si innamorano ancora prima di comprenderne il significato. Adesso, quella parola spaventa entrambi. L’occasione di uno stage in banca, per Alessia, farà emergere le pecche di una relazione controversa. Tutti i nodi verranno al pettine finché nascondersi sarà un gioco al rischio. Giorgio e Alessia saranno chiamati a scegliere tra il ferirsi brutalmente o perdersi. Perdersi per sempre.
Un paio di domeniche fa me ne stavo sdraiata in riva al mare, mentre studiavo una giovane coppia. Lui figo, palestrato, depilato ovunque, persino sotto le ascelle. Lei la sua versione femminile, corredata dal costume Burberry e cappellone in paglia. Perché vi parlo di loro? La coppia di Cuore Imperfetto è molto simile a quella da me appena descritta.
Devo dire che all’inizio ho rabbrividito di fronte alla minuziosa e asettica presentazione che l’autrice ci fa dei protagonisti, mostrandoli con tutti i loro difetti: viziati, egocentrici e materiali. Ritratto disincantato e crudele di una parte di società che esiste, vedi i tizi al mare, e che sono il riflesso di un consumismo dilagante.
Devo dire che all’inizio ho rabbrividito di fronte alla minuziosa e asettica presentazione che l’autrice ci fa dei protagonisti, mostrandoli con tutti i loro difetti: viziati, egocentrici e materiali. Ritratto disincantato e crudele di una parte di società che esiste, vedi i tizi al mare, e che sono il riflesso di un consumismo dilagante.
Il tono che usa nel rappresentarli è ferocemente ironico, non ci risparmia nulla dei loro pensieri, dei loro gesti votati al proprio benessere, ignorando chi sta loro intorno. Spara a zero sul perbenismo di facciata della Bari che conta (impossibile non associare la storia alle immagini nitide dei film di Ozpetek).
Alessia è costretta dal padre a seguire uno stage presso la banca dove il genitore tiene il suo tesoretto, affidandola alle cure di Fabio, maturo e novello Führer che si scontrerà con la nostra rossa focosa di fronte alla macchinetta degli snack, realizzando un siparietto che ne deciderà le sorti. Motivo di tale decisione è di metterla in riga, mostrandole il valore del denaro sudato.
Giorgio, adone riccioluto simil Laguna Blu, lavora per il padre, dilapidando il suo stipendio in aperitivi costosi e altri vizietti. Il suo peggior difetto? Possiede un pitone irrequieto che non ne vuole proprio sapere di rimanere nella sua teca per farsi ammirare solo dalla sua padrona.
Giorgio e Alessia sono stati battezzati insieme, sono cresciuti insieme, hanno mangiato dallo stesso pacchetto di Puf. I loro padri sono soci nell’azienda che ha fatto dell’arredamento sanitario la propria fortuna. Fidanzati da quattro anni, saranno messi bruscamente di fronte alla realtà da una serie di eventi in apparenza non collegati tra loro, che l’autrice spiegherà solo alla fine.
Ciò che mi ha colpito di questo romanzo è lo stile ricercato. La Bovary conosce l’italiano e non lesina sul lessico ricco di termini, quasi musicale nel ritmo. Lo usa a proprio vantaggio, enfatizzando le descrizioni crude e impietose della società che è la vera protagonista della storia. Con sarcasmo dissacrante gratta via la superficie del muro, sgretolando l’intonaco del falso perbenismo per far emergere le brutture e le falsità di una collettività decadente.
Alessia è costretta dal padre a seguire uno stage presso la banca dove il genitore tiene il suo tesoretto, affidandola alle cure di Fabio, maturo e novello Führer che si scontrerà con la nostra rossa focosa di fronte alla macchinetta degli snack, realizzando un siparietto che ne deciderà le sorti. Motivo di tale decisione è di metterla in riga, mostrandole il valore del denaro sudato.
Giorgio, adone riccioluto simil Laguna Blu, lavora per il padre, dilapidando il suo stipendio in aperitivi costosi e altri vizietti. Il suo peggior difetto? Possiede un pitone irrequieto che non ne vuole proprio sapere di rimanere nella sua teca per farsi ammirare solo dalla sua padrona.
Giorgio e Alessia sono stati battezzati insieme, sono cresciuti insieme, hanno mangiato dallo stesso pacchetto di Puf. I loro padri sono soci nell’azienda che ha fatto dell’arredamento sanitario la propria fortuna. Fidanzati da quattro anni, saranno messi bruscamente di fronte alla realtà da una serie di eventi in apparenza non collegati tra loro, che l’autrice spiegherà solo alla fine.
Ciò che mi ha colpito di questo romanzo è lo stile ricercato. La Bovary conosce l’italiano e non lesina sul lessico ricco di termini, quasi musicale nel ritmo. Lo usa a proprio vantaggio, enfatizzando le descrizioni crude e impietose della società che è la vera protagonista della storia. Con sarcasmo dissacrante gratta via la superficie del muro, sgretolando l’intonaco del falso perbenismo per far emergere le brutture e le falsità di una collettività decadente.
La storia d’amore è una storia di possesso, un gioco a chi arriva prima al traguardo per riempire l’agognata coppa. L’ironia la fa da padrona anche quando i fatti diventano drammatici, declinando in amaro sarcasmo. L’amore è una tela
bianca e astratta, sporcata da una realtà fatta di sesso crudo dal quale
si è dipendenti. Le fantasie prendono forma, diventano sagome concrete
che ingombrano con la loro presenza impossibile da ignorare.
Il finale è una nota stonata in una melodia obiettiva e autentica fino all’eccesso. E mi trovo d’accordo con Gramellini, autore della citazione iniziale: Se vuoi fare un passo avanti devi perdere l’equilibrio per un attimo. Peccato che qui si tratti di una caduta rovinosa.
Il finale è una nota stonata in una melodia obiettiva e autentica fino all’eccesso. E mi trovo d’accordo con Gramellini, autore della citazione iniziale: Se vuoi fare un passo avanti devi perdere l’equilibrio per un attimo. Peccato che qui si tratti di una caduta rovinosa.
Ciao Estelle, grazie per questa recensione, non conoscevo il libro e così me lo hai dipinto in modo davvero nitido, è proprio quello che cerco da una recensione, grazie ^_^ non so se leggerò il libro ma davvero compliemti per la recensione che mi è piaciuta molto <3
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