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lunedì 4 aprile 2016

Recensione Resta con me fino all'ultima canzone di Leila Sales


Titolo: Resta con me fino all'ultima canzone
Titolo originale: This Song Will Save Your Life
Autore: Leila Sales
Serie: singolo
Editore: De Agostini
Data di pubblicazione: 22 Marzo 2016
Pagine: 219
Punto di vista: prima persona
Livello di sensualità: basso

Trama: Sembra così facile diventare un’altra. Sembra facile, ma non lo è.
Farsi degli amici non è mai stato semplice per Elise. Per sedici anni è stata ignorata, offesa, ferita.
Il bersaglio preferito di scherzi di ogni tipo. Ma adesso ha deciso di voltare pagina e prendere in mano la propria vita. Ecco perché per tutta l’estate ha osservato le ragazze più popolari della scuola: per diventare come loro e iniziare il secondo anno alla grande.
Peccato però che le cose non vadano affatto come previsto. Nessuno sembra accorgersi dei suoi sforzi, ed Elise si ritrova sola. Questa volta è pronta ad arrendersi, certa che per lei la musica non cambierà mai. Ma una notte, durante una passeggiata solitaria per le vie della città, s’imbatte per caso nello Start, un locale underground che suona i brani più belli che abbia mai sentito. E proprio qui, nel posto più stravagante del mondo, in mezzo al più stravagante gruppo di persone che si possa immaginare, Elise trova finalmente quello che ha sempre cercato: la musica giusta, gli amici giusti e forse anche il ragazzo giusto.

Recensione:

Questo libro mi ha stupita. Mi aspettavo il solito young adult in cui la ragazza stramba conosce il ragazzo figo che la fa uscire dal guscio, da perfetto principe azzurro. Mi sbagliavo. Questa è la storia di Elise, ma potrebbe essere la storia di qualsiasi altro adolescente che non si sente accettato dal gruppo, che si sente diverso e solo. E' la storia di come Elise si deve salvare da sola, in un certo senso, anche se sola non lo è affatto, perché è lei per prima a doversi accettare per la persona che è, con una propria identità. E' una storia vera, drammatica senza essere pesante o deprimente, offre un punto di vista diverso della vita, ci ricorda che dobbiamo alzare la testa e guardarci dentro e attorno, solo così i problemi assumeranno le dimensioni che meritano e vedremo la loro fine. Ma andiamo con ordine...

Elise è stata etichettata come una sfigata dai compagni di classe fin dalle elementari. Se le chiedeste perché o quando la cosa è cominciata, non saprebbe rispondervi. Ma si può essere davvero sfigati a otto anni? Voglio dire, a quell'età si gioca ancora con le bambole, non si hanno i brufoli e le ascelle non hanno nemmeno iniziato a spandere spiacevoli aromi. Quindi cos'è successo? Forse un maglione con i pompon troppo originale? Forse perché ha inventato un gioco nuovo in cui fingere di far parte in una congrega di streghe? Beh, la risposta è che non c'è un motivo. A volte i bambini prendono di mira qualcuno e basta. E possono essere molto crudeli. Elise si trova emarginata e non riesce più ad uscire dal suo isolamento per tutti gli anni delle medie, finché nell'estate tra la prima e la seconda liceo, decide di cambiare. Decide che è stanca di essere sola, vuole delle amiche, vuole essere normale. E siccome lei è una ragazza determinata, che quando si mette davanti un obiettivo ci si butta a capofitto, passa l'intera estate a studiare come sono le ragazze normali.
"Devi credermi se ti dico che sgobbai come una matta per diventare una dei ragazzi fighi.
Col senno di poi, mi rendo conto che avrei dovuto cogliere il suono di un campanello di allarme: sgobbare per ottenere qualcosa è, per definizione, l'esatto contrario dell'essere fighi."
Insomma, l'avrete capito. Il suo progetto "Elise diventa una ragazza popolare" fallisce miseramente e la situazione precipita ulteriormente. Ma qui entra in gioco l'altro protagonista della storia. L'eroe? L'amore? No. La musica. Sì, perché la musica è la passione di Elise, una passione che le salva la vita. Letteralmente e figurativamente parlando. Suo padre è il membro di una band rock indie che vent'anni prima aveva sfondato con un singolo di enorme successo, per poi finire velocemente nel dimenticatoio, come spesso succede. Ma così come la musica è nel sangue del padre, lo è anche in quello di Elise, così, quando le cose si fanno troppo difficili e i pensieri non la lasciano dormire, lei si alza, indossa le cuffie e fa lunghe passeggiate notturne. E' così che trova lo Start, un locale dove suonano musica indie, non quella robaccia commerciale che ascoltano le sue coetanee.

Qui conoscerà persone nuove, allargherà i propri orizzonti, ma soprattutto imparerà a conoscere davvero se stessa, quello che desidera dalla vita, quello che ama davvero. Assaggerà anche la sensazione di potere inebriante che dà essere al centro dell'attenzione, acclamata da una folla urlante. Finalmente farà delle amicizie con persone che sente simili a lei e incontrerà un ragazzo che le fa girare la testa e che condivide la sua folle passione per la musica. Ma non sono tutte queste cose a salvarla... La scuola è ancora un inferno, quando le va bene è invisibile, quando le va male è il capro espiatorio degli scherzi dei compagni. Parliamo di bullismo, signore e signori. Un tema decisamente caldo e, ringraziando il cielo, in questo libro trattato come si deve, senza sensazionalismo e senza superficialità, ma con realismo e sensibilità.

Come vi dicevo all'inizio, quello che salva Elise è Elise stessa. E' la sua presa di coscienza della propria individualità, delle proprie capacità. Quando smette di guardarsi con gli occhi degli altri, quando la finisce di vedersi brutta, e inutile e stupida, allora riuscirà a vedere quello che ha attorno: delle amiche sottovalutava, dei famigliari che la amano profondamente e credono in lei, l'apprezzamento delle sue capacità con la musica. E' una  rinascita, anche se tutto questo era già dentro di lei, anche se non lo sapeva e non lo vedeva.
"Sembra così facile diventare un'altra. Sembra così facile, ma non lo è. Certo, le cose non restano uguali per sempre: si comprano divani nuovi, i ragazzi se ne vanno, scopri una canzone che non conoscevi, il tuo corpo resta segnato da una cicatrice. E in ognuno di questi momenti tu cambi, la tua vera identità si muove, cambia posizione; ma alla fine torna sempre da te, come un ballerino in pista. Perché nonostante tutto, resti sempre tu: bella e ferita, conosciuta e inconoscibile. Solo tu.
E non è abbastanza?"
Sì, o almeno, così dovrebbe essere, dovrebbe essere abbastanza, ma a volte tendiamo a dimenticarlo, sia che abbiamo sedici anni, trentasei o cinquantasei. E questo romanzo ci aiuta a ricordarlo, a tenerlo bene chiaro in mente.

Lo stile è molto fluido, piacevole da leggere, non banale, ricco di un'ironia che alleggerisce i toni di alcuni argomenti davvero pesanti. Non ho apprezzato particolarmente il rivolgersi al lettore con il tu (non sarebbe stato meglio un voi? in genere è così...), ma fortunatamente questi passaggi non sono tantissimi, quindi ci sono passata sopra.
Lo consiglio di cuore, soprattutto ai giovanissimi, ma è una bella lettura anche per i più grandicelli. 

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