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giovedì 17 marzo 2016

Recensione Tutto ma non il mio tailleur di Cecile Bertod


Titolo: Tutto ma non il mio tailleur
Autore: Cecile Bertod
Serie: autoconclusivo
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 22 febbraio 2016
Pagine: 295
Punto di vista: prima persona 
Livello di sensualità: basso


Trama: Trudy Watts ha tutto quello che ha sempre sognato: un lavoro in banca che le piace, un ragazzo bello e di successo e un appartamento ultramoderno in una delle zone più alla moda di Londra. Non cambierebbe nulla, neanche gli orari impossibili in ufficio. Dopo sei anni dalla sua assunzione, quando ormai sta per arrivare la tanto attesa promozione e anche il suo matrimonio è vicino, ecco che una catastrofe le piomba addosso. Trudy viene trasferita in una sperduta cittadina della Scozia, a gestire una piccola filiale in deficit. L’arrivo è traumatico: detesta tutto e tutti e desidera solo scappare via. Finché compare lui, Ethan, l’affascinante proprietario di un pub, che si diverte non poco a punzecchiarla. Ed è proprio lì, in quel pub, che la sua vita improvvisamente cambierà…


Recensione di Estelle: 
Amo la Scozia.
Paesaggi incontaminati, verdi vallate, fiumi selvaggi dalle acque cristalline. Ok, basta, sto dicendo un mare di fesserie.  
Amo gli Scozzesi.
E vuoi mettere? Sono cresciuta a pane e clan con gli storici da edicola. Uomini aitanti, vigorosi e insaziabili, sempre pronti con le loro Claymore (spadoni, mica stiletti). Le fanciulle venivano rapite, portate nel castello delle Highlands e ... zac, venivano deflorate senza tanti complimenti.

Il romanzo della Bertod mi ha attirato per l'ambientazione, per le recensioni entusiastiche e perchè non avevo mai letto nulla di suo.
La storia si apre a Londra, in un'atelier pieno di donne sul piede di guerra, che attorniano una sposa in piena crisi prematrimoniale. Trudy è la quintessenza della donna moderna: indaffarata, proiettata verso il futuro, troppo presa dal suo lavoro e da una promozione a lungo rincorsa per accorgersi di tutto quello che la circonda. Compreso il suo fidanzato, un uomo altrettanto impegnato, con il quale non trova neppure il tempo di litigare. Il loro rapporto, sesso incluso, è programmato in un'agenda che va seguita con rigorosa attenzione.

Prevedibile l'epilogo di questa coppia scoppiata. La poverina decide di fare una sopresina al quasi marito, ma sarà lei a riceverla. Provvidenziale è il trasferimento in un paesino sperduto della Scozia, dove si trova la filiale della banca per la quale lavora Trudy, che necessita di un restyling con annesso licenziamento di massa.
Gente semplice, modesta, alla mano, un villaggio che non conosce taxi, alberghi, dotato di un B&B,  proprietà di un'ottuagenaria che non riceve clienti dopo le otto di sera.
L'arrivo nell'ufficio postale mi ha fatto storcere la bocca: già visto in Benvenuti al sud, compresa la ramanzina sul fatto che l'orario di apertura fosse troppo "comodo".

Dove sta lo scozzese con lo spadone? C'è, tranquille. Ma non rapisce fanciulle e non ruba il bestiame. Ethan è il proprietario di un pub, bello, aitante e pure vigoroso, stando al dolby surround che proviene dal suo appartamento e che tiene sveglia la povera Trudy.
Non ci sono persone più diverse di Trudy e Ethan eppure impareranno molto l'uno dall'altra, soprattutto Trudy che come ogni donna moderna è troppo presa da se stessa e dalla propria soddisfazione materiale, piuttosto che da ciò che la potrebbe rendere felice.

Lo stile della Bertod è brioso, con dialoghi incalzanti, vero punto di forza del libro. Siparietti dove l'ironia si mescola al politicamente scorretto, dando vita a scene esilaranti.
Ma... c'è un ma, altrimenti avrei dato voto pieno.
La mia perplessità, va sottolineato, nasce dal gusto personale. Amo le storie drammatiche che mi fanno sospirare il lieto fine. Provo empatia per le eroine che soffrono e lottano, per quei romanzi che mi provocano il pianto e battere il pugno sul petto. So che molte potrebbero rispondere, ma va? già soffriamo tanto nella vita reale! A ognuno il suo.
Apprezzo l'ironia, ma solo quando è equilibrata da una parte più profonda, seria. In questo romanzo l'ironia la fa da padrona, creando situazioni sì divertenti, ma spesso, per quel che mi riguarda, assurde. Va bene l'ambientazione nella piccola comunità piena di personaggi stereotipati e già visti, è stata la chiave del successo di molte autrici, ma proprio perchè abusato avrei preferito trovare anche qualcosa di nuovo.

Consiglio questo libro? No, se vi piaccioo le storie che vi fanno mordere le unghie fino all'osso, o che vi tolgono il sonno perchè troppo preoccupate per la protagonista. Ma se volete trascorrere un pomeriggio sul divano, con una cioccolata calda e una storia leggera che vi farà ridere, sognare e rilassarvi, allora questo romanzo è per voi.
Tre stelle e mezza

2 commenti:

  1. Ciao,
    che coincidenza ho pubblicato anch'io la stessa recensione pochi minuti fa :-)
    mi ritrovo daccordo col tuo giudizio e anche con la tua votazione. Di questa autrice ho preferito di gran lunga l'altro libro Non mi piaci che ti amo che reputo sicuramente superiore

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  2. Ciao Susy, vado a leggerla. Per me invece è stata la prima volta. Sono stata spinta dalla curiosità, visto che è un'autrice molto seguita, ma devo ammettere che questo tipo di storie "divertenti" non è proprio nelle mie corde.

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