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mercoledì 3 giugno 2015

OUTLANDER Recensione 1x16 "To Ransom a Man's Soul"


INTRODUZIONE DI ALICE

E così siamo arrivati alla fine della prima serie. E' stato un viaggio lungo e bellissimo, ma anche doloroso e sofferto. E di dolore ne abbiamo visto tanto in questo episodio. Non voglio soffermarmi o polemizzare sulle differenze con il libro, non avrebbe senso. Lo spirito degli avvenimenti è stato mantenuto e non era una cosa facile. Perché in questa puntata si concentrano così tante sfumature di emozioni e sentimenti che era quasi impossibile renderli con chiarezza. Ma l'incredibile troupe di questo spettacolo c'è riuscita. Potevano fare di meglio? Forse, ma non riesco proprio ad immaginare come.
Siete pronti? Partiamo? Ecco quelli che, secondo me, sono stati i punti di forza di questa puntata.

1- La regia e la fotografia impeccabili. A partire dai primi istanti, in cui vengono contrapposte l'atmosfera quasi festosa all'esterno del forte, con i soldati che si esercitano a suon di tromba, e quella cupa e asfissiante all'interno di quella buia cella maledetta. La prima inquadratura è riservata a un Jamie abbandonato e catatonico, come una bambola rotta gettata in un angolo. I suoi occhi sono vuoti e la mano insanguinata penzola nel vuoto, senza vita. (Ve lo devo dire cosa ha fatto al mio cuoricino fragile questa immagine? Sono morta dentro.) Poi la telecamera si sposta, inquadrando anche quel bastardo figlio di buonadonna di Jack Randall, che giace nudo alle spalle di Jamie.


2- Una lode particolare e sentita alle mucche, se mai diventerò vegetariana (dove la parola chiave è mai) sarà merito di queste sante bestie, che con i loro corpi massicci travolgono il suddetto bastardo e lo calpestano ben bene, gettando nel panico tutto il forte e, nella confusione, permettono a Murtagh, Rupert e Angus di portare via il corpo martoriato di Jamie. Insomma, mucche 10-Randall 0.

3- La resa della personalità malata e complessa di Randall. Non era facile rendere tutta la gamma di sfumature della personalità folle e sadica di quell'uomo. Ma ci sono riusciti. Avevamo già capito dalla puntata scorsa che l'obiettivo di Black Jack non è solo violentare il corpo di Jamie (troppo banale, no?), ma vuole strappargli l'anima, vuole possederlo completamente e poi distruggerlo. Lo vediamo tentare tutte le strade possibili. All'inizio prova con le buone, cerca di "metterlo comodo" (no, non intendo a novanta, almeno per il momento), gli offre acqua, lo abbraccia, cerca di confortarlo. Ma quando lo bacia e Jamie non reagisce, alza il tiro. Non si accontenta della sua sottomissione fisica, vuole una reazione, lo vuole attivo, partecipe. Allora prova con le cattive. E allora sì, lo "mette comodo" come dicevo tra le parentesi e lo fa reagire. Lo fa urlare. (Brividi veri.) Sono propensa a pensare che le grida siano state di rabbia, più che di dolore, considerando che il nostro coraggioso e testardo scozzese aveva sopportato 100 frustate senza quasi un gemito. Ma ancora non gli basta, Randall vuole di più. Come un cannibale, lo vuole divorare fino all'ultimo pezzo. Capisce come fare quando Jamie, nel delirio, invoca Claire. E' in quel momento che intuisce qual è l'unico modo per entrargli dentro, non solo fisicamente, ma anche nell'anima. Così inizia il suo subdolo giochetto psicologico. Lo incoraggia a pensare a Claire, a fingere che le sue mani siano quelle della moglie, si cosparge di olio profumato e si scioglie i capelli, gli si mette alle spalle, in modo che Jamie non possa vederlo. E poi lo accarezza, gli permette di vagare con la mente, per un attimo allenta la presa, gli da l'illusione di avere il controllo, di non essere lì. Ed ecco che per sfuggire al dolore, a quella situazione inumana, Jamie ha un attimo di debolezza, in lui scatta un meccanismo di difesa, cerca di evadere dalla sofferenza attraverso il piacere. Ma l'orgasmo, che per un attimo lo libera, un istante dopo lo fa piombare nella vergogna più nera. Si rende conto che quella è la sua sconfitta totale e definitiva. Randall gli ha preso tutto, l'ha spezzato. E' troppo... ma non abbastanza, perché a quel punto desidera solo morire.

4- La forza indomita di Claire, nonostante vedere Jamie in quelle condizioni sia per lei uno stillicidio, da donna pratica qual è, si affretta a curare le sue ferite fisiche. Purtroppo si rende ben presto conto che sono quelle meno gravi. Quando scopre che Jamie ha chiesto al giovane William la sua arma, in modo da porre fine alle proprie sofferenze, il mondo le crolla addosso, ma non ha intenzione di mollare. Murtagh, con la sua burbera saggezza, le dice che per tirare fuori il marito dalle tenebre è necessario che qualcuno vi entri, in quelle tenebre, con lui. Claire non si tira indietro. Lo affronta, lo obbliga a confessare cosa lo tormenta davvero, perché non riesce a sopportare nemmeno il suo più lieve tocco. Lo mette di fronte al fatto che se lui si lascerà morire, lei morirà al suo fianco. Un po' drammatico, forse, ma fondamentalmente vero. Lo sa chi ha visto soffrire una persona amata. Così Jamie ha il coraggio di confessare. Le dice che non può più essere suo marito, ma d'altra parte non vuole essere niente di meno. Si sente sporco, indegno, perché quando in quel maledetto momento ha pensato a lei, godendo mentre era tra le braccia di Randall, mentre Randall era dentro di lui, gli ha concesso un po' del suo amore. Il senso di colpa lo sta divorando. Allora Claire gli fa capire che non ha nulla di cui vergognarsi. Ha fatto quello che doveva per sopravvivere e solo questo conta, che è ancora vivo e che sono insieme. E lo rivendica. Gli dice "Tu sei mio". E per assurdo, questa asserzione di possesso, lo libera. Perché Randall può avergli marchiato la pelle, ma Claire è nel suo cuore.

5- La luce e la speranza del finale. Dopo le tinte cupe e disperate degli ultimi episodi, ho finalmente respirato a pieni polmoni quando ho visto i miei eroi (plurale perché lo sono tutti, i miei eroi) sulla spiaggia, con il vento tra i capelli e i raggi del sole sulla pelle. Ho adorato il momento del commiato, Angus il farabutto, Rupert il gentiluomo e il dolce William. Ma soprattutto ho adorato il primo timido sorriso di Jamie e poi la sua sorpresa espressione di totale felicità, quando Claire gli confessa che, contro ogni previsione, aspetta un figlio.

Un finale di stagione all'altezza delle mie aspettative. Non ho parole per esprimere la mia gratitudine per aver portato sullo schermo in modo così fedele un libro che amo così profondamente. Un libro complesso, intenso e difficile. E ovviamente, un grazie alla mente geniale e un po' malata di Diana Gabaldon.

RECENSIONE DI OCEAN
Ci siamo.
Siamo arrivati al tanto temuto finale di stagione per Outlander.
Tutti i tasselli si sono uniti a completare questo stupendo puzzle. Tutti i momenti di smarrimento, gioia, dolore, unione e condivisione ci hanno accompagnati sino alla fine di un percorso durato un anno, e ricco di emozioni e colpi di scena.

Voglio iniziare con un piccolo, doveroso Off Topic (ma neanche tanto).
Outlander è stata definita, negli ultimi giorni, una delle serie più coraggiose degli  ultimi tempi.
E a ragione.
Il paragone con le ultime puntate di Game of Thrones viene automatico, per un Telefilm Addicted: mostrare uno stupro in diretta tv è una cosa che non tutti i produttori hanno il coraggio di fare, e che deve essere contestualizzata e MAI fine a se stessa. Subire una violenza di questo tipo, in qualsiasi epoca ed in qualsiasi ambientazione, segna irrimediabilmente il personaggio, lo cambia, lo esalta nel terrore, e DEVE portare ad una crescita, se non altro per lasciare un messaggio che non solo sia positivo, ma anche rincuorante.
Perché allora Outlander è stato definito coraggioso, e Game of Thrones ha ricevuto solo critiche? E’ forse lo stupro maschile più importante di quello femminile? C’è forse differenza tra un uomo ed  una donna violati così nell’intimo?
No. Nessuna. Sia Jamie Fraser che Sansa Stark sono vittime delle circostanze, delle proprie scelte, delle scelte fatte per loro da altri e di due villain sadici e folli, che li violano nella maniera più violenta e becera possibile.
MA.
Il tormento di Jamie in primo piano
Laddove Game of Thrones ha usato la violenza carnale su una delle principali protagoniste come null’altro che espediente narrativo per giustificare (probabilmente) la rivalsa di un personaggio maschile secondario, svilendo l’atto orribile compiuto da Ramsay Bolton semplicemente inquadrando il volto di Theon Greyjoy e lasciando le urla di Sansa in sottofondo, senza dare al gesto l’importanza dovuta e liquidando lo strazio emotivo della protagonista e vittima in maniera del tutto sbagliata (da qualunque parte la si guardi, quasi che una donna trattata in quella maniera non debba permettersi di frignare o star male), Outlander non solo ci ha fatto vedere anche più di quello che avremmo voluto, ma ha portato il tormento di Jamie in primo piano, ce lo ha mostrato senza filtri, ha sbattuto sullo schermo la violenza e le conseguenze della stessa, facendoci vedere un coraggioso giovane uomo spezzato, avvilito, desideroso solo di morire e porre fine al suo tormento, irrimediabilmente segnato da ciò che è accaduto, trovare pace e guarigione grazie alla testardaggine di chi non lo ha abbandonato in un momento così terribile, e infine sorridere ad una nuova vita e riscoprire la felicità che credeva perduta per sempre, dimostrando che da un tunnel così buio si può uscire, che non si è soli nel dolore, che si può rinascere anche da lesioni emotive di questo tipo e che la vita non finisce con la violenza.
Non solo.
Ha mostrato come il dolore di Jamie si ripercuota su Claire, su Murthag, sui MacKenzie, e su tutti coloro che circondano il protagonista nel tentativo di salvarlo dai demoni che Randall ha scatenato dentro di lui.

Randall è un demone
Perché Randall è un demone. E’ così che ci viene presentato.
Con questo gesto, con questo stupro fisico ed emotivo, Randall si è insediato nell’anima stessa di Jamie, prendendovi posto, assiso su un oscuro trono d’ombre e dolore.
Nella prima immagine che lo ritrae con la sua vittima, Randall appare DOPO. Mentre l’inquadratura passa dall’allegro strombazzare dei soldati in parata nel cortile della prigione alle celle sotterranee, la prima cosa inquadrata non è l’aguzzino, o i salvatori, o una moglie che attende sulla strada il corpo del marito: la prima immagine è quella della vittima, per rimarcarne l’importanza, l’assoluta centralità del ruolo, per ricordarci che stiamo parlando del dolore di Jamie Fraser.

Uno dei flashback
Randall viene successivamente.
Sbuca come un’ombra terribile alle sue spalle, inizialmente nascosto dalla maschera di vacuità che oramai è il viso di Jamie. Emerge dalla tenebra satollo e soddisfatto come potremmo immaginarci un diavolo che abbia appena divorato un’anima, solo per farsi implorare da Jamie di concedergli una morte rapida e la fine dei tormenti che gli ha inflitto.

Quello che è interessante analizzare di queste scene, è come Randall si renda conto che la chiave per spezzare definitivamente Jamie è corrompere l’unica cosa a cui il ragazzo si aggrappa: Claire.
Claire è l'unica cosa a cui si aggrappa Jamie
Randall utilizza uno dei sistemi base dell’ipnosi, che si infiltra nel subconscio tramite un comando (l’olio di lavanda in questo caso, ma normalmente è un suono, una parola, un gesto) per fare in modo che la sua vittima associ il volto amato della moglie al suo, e per questo trovi pace solo nel farsi tormentare.
Conquistando e distruggendo l’immagine di Claire che il ragazzo usa come ancora per la salvezza, Randall riesce a fare breccia nella sua anima.
Jamie è suo, lo asseconda, si marchia, lascia che il suo torturatore faccia l’amore con lui (cosa estremamente differente dallo stupro al quale abbiamo assistito pochi minuti prima) e, nel fortuito e lontano caso in cui dovesse riuscire a tornare dalla moglie, il loro rapporto sarebbe rovinato per sempre, perché assocerebbe la sensazione di disgustoso piacere e di disgusto per se stesso che Randall gli ha imposto all’unica persona al mondo in grado di dargli un po’ di sollievo: Claire.

Geniale assolutamente l’idea di mostrare la battaglia che Jamie perde contro Randall aggrappandosi al ricordo della moglie, in parallelo con la battaglia che Claire vince contro il ricordo di Randall insinuatosi in Jamie per riconquistare la sua anima.
Il momento emozionante in cui Claire riscatta l'anima di Jamie
Scene di un’intensità tale da non fare assolutamente rimpiangere quelle del libro, disturbanti, a volte quasi artistiche e poetiche (il perfetto richiamo a La pietà di Michelangelo con Randall che tiene il corpo di Jamie tra le braccia e cita il Cristi deposto dalla croce), un susseguirsi di chiaroscuri e colori forti, dove Jamie sembra spegnersi a mano a mano che prosegue il suo calvario mentre le uniche tinte che risaltano sono quelle da incubo della cella della prigione, per poi riguadagnare colore e sostanza dopo la confessione a Claire (scena emozionante ed intensissima, l’amore realizzato in primi piani devastanti e in sguardi che bucano la telecamera, una prova di recitazione da parte di Caitriona e Sam davvero impressionante) e il successivo annuncio della sua gravidanza, sino a sbocciare negli azzurri concilianti del mare e del cielo, mentre la Crystabel salpa per la Francia ed il sorriso torna a splendere sul viso del protagonista.

Il finale ci lascia con la giusta miscela di sollievo e speranza, coscienti del fatto che Jamie supererà ciò che gli è successo grazie alla presenza della moglie ed alla ritrovata forza d’animo, rassicurando sul fatto che certe terribili esperienze cambiano chi le vive, ma che da esse si può rinascere più forti e determinati, e in qualche modo più saggi.

E così si conclude la prima stagione di quella che possiamo definire, senza ombra di dubbio, la novità migliore dell’anno telefilmico appena trascorso.
Dando l’arrivederci ad Outlander, do l’arrivederci a voi che ci avete seguite sin qui, Alice e me, e che ringrazio del meraviglioso supporto!


Alla prossima stagione, Sassenachs!


6 commenti:

  1. Piangooooooo! Che serie bellissima, che episodio intenso, devo dire che regia e attori non si sono risparmiati in niente. Quando ho saputo due anni fa che avrebbero girato Outlander, giuro, ero strafelice, ma non speravo tanto. Il risultato è così fedele allo spirito del romanzo che ti lascia senza fiato. E Jamie? Come facciamo senza Jamie per un anno?
    E poi
    *
    S
    P
    O
    I
    L
    E
    R
    *
    già penso all'anno prossimo. Perché questa prima stagione finisce bene, ma la prossima... ci salvi chi può! T____T *disperazionetotale mode on*

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    Risposte
    1. Ah ma allora lo hai visto! :) Sì, il rischio ciofeca era dietro l'angolo. Anch'io temevo... Invece sono stati dei grandi in tutto. Veramente. Poi sì, la prossima serie sarà da paura, ma se manterranno questi standard (e soprattutto San Heughan :p ) sarò una donna felice. :D

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  2. Salve,io avrei una domanda : come mai nell'ultimo episodio non è stata inserita la bellissima scena d'amore nei " bagni termali " del monastero che c'è tra Jamie e Claire alla fine del primo libro? Qualcuno sa qualcosa a riguardo? Grazie in anticipo per l'attenzione :"

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  3. @Alice Sofia: Ciao! Quella scena è mancata moltissimo anche a me... :( Da un paio di interviste a Diana Gabaldon, l'autrice, e Ronald Moore, il regista, è stata una scelta imposta dai ridotti tempi televisivi. Non potevano farci stare tutto e hanno dovuto per forza tagliare delle scene che non erano assolutamente indispensabili. Hanno però detto che nella seconda stagione si riprenderanno alcune cose, si approfondirà la ripresa psicologica di Jamie, quindi chissà, magari ci faranno una bella sorpresa. Io ci spero! :)

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  4. Speriamo allora,magari un qualche bel flashback ;) Nel frattempo ti ringrazio!

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