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venerdì 8 maggio 2015

OUTLANDER Recensione 1x13 "The Watch"


INTRODUZIONE DI ALICE

In questa puntata mi hanno dato troppo poco Jamie e, soprattutto, con troppi vestiti addosso. Eppure... ho adorato anche questa puntata. E' diversa dalle altre, meno incentrata sulla coppia Jamie/Clare, lascia più spazio al rapporto tra tutti i vari personaggi, creando un intreccio di sentimenti e legami che rendono la vicenda più completa e più vivida. (Vi sto stupendo con la mia serietà, eh? Non preoccupatevi, durerà poco. E infatti...)
Ecco cosa mi è piaciuto di questa puntata:
1- I primi piani di Jamie ad inizio puntata. Quegli incredibili occhioni blu mi hanno completamente rimbambita. I miei ormoni hanno reclamato vendetta e hanno fatto di me quello che volevano. Mi chiedo come il tipo della Guardia potesse puntare un'arma contro cotanto splendore e non sentirsi un'emerita merda canaglia.
2- Jenny e la sua abilità nel raccontare palle. Tra la puntata scorsa e questa, ho perso il conto di quante volte ha salvato le chiappe d'oro del fratello a suon di frottole. E' diventata ufficialmente il mio personaggio preferito, subito dopo Jamie (ma va?) e Claire. Laura Donnelly è fantastica, rende benissimo il carattere forte e brusco della Jenny libresca.
3- La descrizione che Jenny fa della gravidanza. E' incredibile come riesca ad essere prosaica e poetica allo stesso tempo. Ma non sono solo le parole ad essere bellissime. Ancora una volta l'interpretazione è perfetta: intensa, coinvolgente. Anche la fotografia è d'effetto. Il corpo di Jenny, con tanto di pancione, che si intravede attraverso la camicia da notte è un tocco d'artista.

4- La reazione di Jamie (ah! credevate eh! e invece eccolo qui!) alla rivelazione di Claire sulla sua probabile sterilità. Ancora una volta Sam Heughan, con poche inquadrature, riesce a trasmettere tutta una serie di emozioni: prima la delusione per i suoi sogni di paternità infranti, poi il dolore, ma subito dopo la rassegnazione e il desiderio di confortare Claire, di non farla sentire meno preziosa o amata per questo "difetto". Così la rassicura, dicendole che forse è meglio così, che non potrebbe sopportare di vederla soffrire, o addirittura perderla. Riesce a nasconderle quanto la cosa lo abbia ferito. Ma il regista lo mostra a noi, inquadrando un Jamie abbattuto che si accascia sulla panca, non appena Claire esce dalla stanza. (Qualcuna si offre per consolarlo? Fatevi avanti, ho pronto il fucile del nonno. Ci sono prima io!)
5- Il bacio d'addio di Jamie e Claire. Primo perché sono bellissimi, secondo perché hanno un feeling pazzesco e si sente in ogni fotogramma, terzo... non c'è un terzo motivo. Bastano e avanzano i primi due. XD
Passo la parola a Ocean!


RECENSIONE DI OCEAN


Credo che questa sia forse l’unica puntata della serie che non mi ha entusiasmata, se non per alcune scene isolate. Non tutto è perfetto, ovviamente, e una serie non può rimanere sempre a standard altissimi (a meno di non considerare i rarissimi casi isolati come Penny Dreadful). Ogni tanto lo scivolone ci sta. 
Tanto per cambiare Jamie è nei guai
Mi preoccupa il fatto che sia così vicino al finale, così in prossimità di quella che, per chi ha letto i libri, dovrebbe essere la parte più emozionante e struggente, meglio realizzata.
Questo tredicesimo episodio parte, continua e finisce con una lentezza a volte esasperante, e quello che solitamente è il punto forte della serie tv rispetto alla saga cartacea (l’attenzione sul periodo storico e la perfetta riproduzione degli usi e costumi) diventa qui un difetto, una lungaggine che distoglie l’attenzione dai protagonisti, un surplus evitabile.

Le uniche scene degne di nota sono quelle che vedono coinvolti Claire e Jamie, Jenny e Ian, Claire e Jenny… ma sono poche, e quasi tutte trascurate a favore della spiegazione tipo documentario di History Channel di cosa è effettivamente la Guardia, di come si comportano, di quanto la gente di Lallybroch sia costretta a sopportare da parte loro e di quanto sia degradante doversi rivolgere alla criminalità organizzata per essere protetti da chi dovrebbe governarci.

Uno dei primi piani di cui vi parlavo sopra
Che ok… è un argomento volendo interessante e del quale discutere approfonditamente… ma a cosa ci serve? Chiediamocelo: c’era davvero bisogno di introdurre un personaggio come quello del capobanda a così poco dal finale? C’era davvero bisogno di tutto il dialogo con Horroks, del ricatto, della successiva spiegazione di Ian, dell’omicidio e via discorrendo?

“The Watch” serve, fondamentalmente, a smontare l’idea idilliaca che sia Jamie, che noi pubblico a casa, ci eravamo fatti di Lallybroch. Grazie all’arrivo della Guardia, Jamie sente di non essere più al sicuro nella sua stessa casa, quella casa che dovrebbe guidare e che dovrebbe essere un porto franco per lui dalle vessazioni dei soldati inglesi.
MA.
Ma la realtà è che non è così che funziona. Negli anni di lontananza di Jamie, Jenny ed Ian hanno dovuto piegarsi per non vedere la loro terra devastata. Inchinarsi agli uomini della Guardia (ladri, assassini, criminali che non fanno nemmeno finta di essere persone per bene) e farsi proteggere da una marmaglia priva di gratitudine e tirannica per essere protetti contro marmaglia forse peggiore, ma legalmente autorizzata a fustigare chi gli pare.

Jamie nei panni di un pompiere? Il mio nuovo sogno erotico.
Jamie, animo nobile e testardo esattamente come il padre, è quasi più indignato da questo che dalla possibilità che sua sorella debba subire un’altra violenza tra le mura della sua stessa abitazione.
Ci vuole Ian, con la sua saggezza e la sua calma, per convincerlo che a volte, nella vita, si è costretti a scegliere il male minore. Che non sempre i capitani della Guardia sono criminali incalliti. Che, nel loro caso, la fortuna ha voluto affibbiare ai territori di Lallybroch un ex militare molto più retto e giusto di tanti altri.

Cosa che, ad ogni modo, non rende il suo “entourage” meno criminale. La puntata passa, tra buzzurri che appiccano il fuoco al fieno per giocare, cattiverie, dispetti e un Jamie sempre più incazzato a mano a mano che passa il tempo, specialmente dopo che alla banda in questione si unisce il disertore inglese che lo ha visto scappare da Fort William e che ha visto Randall uccidere un poveraccio per poterlo accusare d’omicidio.

Horroks
Horroks lo ricatta, pretendendo denaro in cambio del suo silenzio… molto più di quanto Jamie possa permettersi o sia disposto a pagare. 
E qui ho notato un grosso faux pas degli autori dei dialoghi. Horroks passa per criminale per il solo fatto di essere Irlandese, come se gli irlandesi non capissero di cosa un Laird si fa carico quando promette di prendersi cura delle terre del Clan, di mantenerle intatte, di non sfruttarle e di proteggerle. 
Horroks non è un criminale perché Irlandese. Horroks è un criminale perché disertore delle giubbe rosse, perché di natura è così. 

Secondo, enorme faux pas, a mio parere, è non aver dato il giusto tempo on screen a Claire e Jamie. Ok che Claire stava badando a Jenny e doveva farla partorire.  Ok che Jamie era occupato a seppellire un cadavere. 
Ma, a parte il breve spezzone del commiato, la cui fotografia è davvero meravigliosa e riesce a catturare ogni minima espressione dei due, e che riesce a darci il giusto impatto emotivo e il giusto senso di “condanna” imminente con quel rallenty accennato, mentre Claire guarda il marito allontanarsi da lei, i due non si sono praticamente mai incrociati.
Come conforta Jamie, nessuno mai nella vita!
Vero è che c’erano situazioni spinose alle quali badare… ma mi sono mancati lo stesso.
E no, non mi è bastata nemmeno la scena di Claire che confessa di temere di essere sterile. Per due semplici motivi. Il primo è che si perde nel mare di scene della Guardia come un’isoletta vulcanica nell’oceano. La seconda è che, messa lì in un punto in cui tutti stanno correndo, per un motivo o per l’altro, mi è sembrata sprecata ed affrettata, quasi che il regista si fosse accorto all’ultimo di aver dedicato loro poco tempo e avesse raffazzonato 2 minuti di lacrime per il pubblico.
Una problematica simile, per Jamie e Claire, deve essere al centro dell’attenzione. Gli va dato il giusto tempo ed il giusto contesto. Non la si può mollare a caso tra un parto e una partenza, tanto perché a Claire sono venute le paturnie e deve sfogarsi con qualcuno.

Finalmente le due galline iniziano a fare amicizia
Molto ben realizzate, invece, le dinamiche tra la saggia e calma Claire e l’irruente Jenny. Finalmente vediamo questo rapporto sbocciare. Un po’ in ritardo… ma lo vediamo. 
In un qualche modo strano e contorto, le scene tra loro riescono a fare da apripista per l’addio di marito e moglie, mostrandoci quanto Claire ormai capisca dei testardi e orgogliosi Fraser e quanto riesca ad entrare nella testa di Jenny e nelle paure di una puerpera che ha perso la madre per complicazioni legate al parto.
Ho amato la nascita della piccola Maggie. Una nascita che ci mostra come una nuova vita possa connettere due donne così totalmente diverse e renderle più che sorelle.
Come ho amato che, alla fine, si siano ricordati quasi all’ultimo della scena dei bracciali di mamma Fraser.
Perché?
Il momento dell'addio
Perché quei bracciali sono molto più che un oggetto antiquato e un cimelio di famiglia. Perché quei bracciali, nel libro, come nella serie tv, simboleggiano l’accettazione di Jenny nei confronti di Claire, ne dimostrano i sentimenti, e ne simboleggiano la resa all’evidenza della sua forza di carattere e di volontà.
Jenny ha dato più di una dimostrazione di sentirsi non solo defraudata del titolo di Lady, ma anche di sentirsi sminuita dal fatto che la moglie di Jamie sia una Sassenach, che non comprenda a pieno i loro usi e costumi, che non faccia parte delle loro tradizioni.
Pur non sapendo che Claire viene dal futuro, per Jenny è comunque un’aliena… fino al momento in cui non le dimostra di essere parte della famiglia, salvando la vita a lei e alla bambina, suggellando così la sua appartenenza al Clan.
Claire con la piccola Maggie
Come il Laird deve prendersi cura della propria terra, la Lady Lallybroch dimostra di sapersi prendere cura della propria gente, della propria famiglia, ed è questo a convincere definitivamente Jenny del fatto che Claire sia degna di suo fratello.
Lo scambio dei bracciali, in questo caso, attesta finalmente che Claire è meritevole di prendere il posto di quella madre che Jenny idealizza come perfetta Lady della casa. 

Poetico, e davvero ben strutturato, frangente della nascita di Maggie si intreccia con l’imboscata che allontanerà per sempre Jamie dalla sua casa e dalla sua famiglia, quasi a dimostrare che il cerchio della vita non si ferma per nessuno, e che le donne sanno essere guerriere decise e temibili esattamente come gli uomini, combattendo tipi di battaglie che inducono ad un dolore differente ma pur sempre reale, e che ugualmente richiedono un tributo di sangue e sofferenza.
Terribile, sebbene gioiosa, metafora di quel che ci aspetta in futuro.

Preparate scorte di fazzolettini, gelato e qualsiasi cosa di unto possa risollevarvi l’umore, pubblico. Perché da qui alla fine vi serviranno!



PROMO 1x14

6 commenti:

  1. Ma avete visto la 14? Di Jamie nemmeno l'ombra!!!!! *disperazione mode on*

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    1. La vedo dopo ma lo soooooo...... :( :( :( l'ho letto in giro e sono già in lutto. Sob sigh.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Confermo Silvia... E' ben fatta, tutto quello che vuoi... Ma che palle!!! Una noia pazzesca. Claire è un bel personaggio, ma da sola non ce la fa a reggere lo spettacolo. E poi, quanto l'hanno tenuta lunga quella storia della canzone? O_o
    Voglio Jamieeeeee!!! Spero non facciano un macello con la prossima puntata.

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  4. Io la menata, emh... la parte, della canzone nel libro nemmeno la ricordo, dovrò controllare. u.u. Jamie ci manchi, torna tra noi.

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