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venerdì 20 aprile 2018

Recensione Diabolic di S.J. Kincaid

Titolo: Diabolic
Autore: S.J. Kincaid
Serie: The  Diabolic #1
Editore: Mondadori
Genere: Sci-fi Young Adult
Data uscita: 30 maggio 2017

Trama: Un diabolic non conosce la pietà. Un diabolic è potente. Un diabolic ha un solo compito: proteggere la persona per la quale è stato creato. E per farlo è disposto a tutto. Per Nemesis questa persona è Sidonia, unica erede del senatore von Impyrean, noto in tutta la galassia per i suoi contrasti con l'Imperatore. Anche se sono cresciute insieme, l'una accanto all'altra, il loro non è un rapporto tra pari. Nemesis, se necessario, darebbe la vita per Sidonia. E non esiterebbe a eliminare chiunque ne mettesse in pericolo la sicurezza. Sidonia, infatti, è tutto il suo universo. Senza di lei, la diabolic non avrebbe ragione di esistere. Perciò quando l'Imperatore della galassia, uomo crudele e assetato di potere, convoca Sidonia a corte con l'intento di prenderla in ostaggio e colpire così il padre ribelle, a Nemesis non resta che una soluzione per proteggerla: sostituirsi a lei e partire alla volta del palazzo imperiale. Una volta lì, mentre l'incombere della ribellione inizia a far tremare l'Impero, Nemesis si ritrova catapultata in un mondo di individui ambigui e corrotti, e scopre così in sé un'umanità ben più profonda di quella trovata tra i cosiddetti esseri umani. Ciò che ancora non sa è che proprio questa potrebbe essere la chiave per salvare se stessa e forse anche l'Impero...

Recensione di Alexandria:

Noi diabolic non eravamo persone vere. Ne avevamo l’aspetto, certo. Ne avevamo anche il DNA, ma eravamo qualcosa di diverso: creature progettate per essere assolutamente spietate e totalmente fedeli a un unico individuo. Avremmo ucciso volentieri per quella persona, e solo per quella. Ecco perché le famiglie dell’élite imperiale erano così ansiose di accaparrarsi un diabolic per farne la guardia del corpo dei figli e il flagello dei nemici.
Nemesis è una diabolic e Sidonia è la sua padrona.
Nemesis e Sidonia, unica erede di un senatore galattico, vivono nella fortezza degli Impyrean, nell’impero governato da Randevald von Domitrian, un imperatore assurto al trono dopo che la madre Cygna gli aveva amorevolmente spianato la strada facendo fuori tutti i possibili pretendenti suoi rivali: fratelli, sorelle, nipoti e parenti di vario grado.
L’impero governato da Randevald è un dominio fatalmente in declino ma fermamente ostinato nel precipitare nell’abisso della non-conoscenza. Tutta la tecnologia che aveva portato al progresso dell’umanità, la scienza e il sapere umano, erano arrivati a un punto tale di compiutezza che non era più necessario perfezionare ulteriormente.

Le macchine erano usate per combattere guerre, per sviluppare nuovi medicinali, per scoprire nuove cure. Gli umani non avevano bisogno di sapere come funzionavano le macchine o di avere le nozioni scientifiche necessarie per costruirle: il sistema sosteneva se stesso. Ed ecco perché la scienza era stata bandita dall’impero, considerata addirittura blasfemia, un’eresia contraria alla fede elionica della nobiltà.

In realtà, il bando della tecnologia non era altro che una scusa, la postilla perfetta per legittimare il potere del Grandiloquio, l’élite dei senatori che circondava l’imperatore, ai danni degli eccedenti, gli abitanti dei pianeti di frontiera, la riserva monetaria a cui attingere attraverso dazi e tasse. Coloro che contestavano la fede elionica e si opponevano alla supremazia del Grandiloquio erano definiti blasfemi, eretici, un male da estirpare. Tutto l’impianto strutturale dell’impero retto dai Domitrian era una enorme macchina tesa a garantire il potere dell’imperatore e dei senatori a lui fedeli.
Non c’era spazio per i dissidenti e per coloro che osavano sostenere la necessità di ritornare a essere padroni della scienza, come il senatore von Impyrean,  detto il Grande Eretico e per questo inviso all’Imperatore.

E quando anche i diabolic vengono considerati un abominio frutto della tecnologia sconsiderata dell’uomo e sono dichiarati illegali, per Sidonia diventa insostenibile obbedire alla volontà imperiale che le imponeva di eliminare quella che lei considerava non un semplice strumento, un’arma o una proprietà, ma una delle persone più importanti della sua vita, la sua diabolic Nemesis.
«Lo so che sei stata costretta ad amarmi» disse, torcendosi le mani. «Ma… ma il fatto che qualcuno ti abbia imposto quei sentimenti non significa che siano meno importanti o che tu sia meno umana. Sei la mia migliore amica, e io ti voglio bene, Nemesis. E i miei sentimenti non sono privi di valore solo perché li provo per te. Forse il fatto che io ti voglia bene indipendentemente da ciò che sei significa che i miei sentimenti sono più preziosi, perché nessuno me li ha imposti: è successo e basta. Ho scelto di volerti bene. Ho scelto di dare importanza a ciò che ti accade, e questo non me lo puoi togliere.»
L’attaccamento di Sidonia per Nemesis è geneticamente ricambiato dalla diabolic, perché per questo è stata creata, per uccidere o morire per la propria padrona, amandola sopra ogni cosa. 
E così, quando la vita di Sidonia si trova in pericolo, Nemesis non può che sottrarla a ogni minaccia, prendendo il suo posto e finendo a impersonarla nella corte imperiale, a stretto contatto con i nemici degli Impyrean, l’Imperatore in primo luogo e suo nipote Tyrus, il Successor Primus, il quale sembra nutrire un certo interesse per la giovane Sidonia. 

La storia di Nemesis, nata come diabolic, mero strumento di morte, creata senza i dotti lacrimali e quindi incapace di piangere, con una forza straordinaria e un fisico possente, legata per sempre alla vita e alla morte del proprio padrone, è un viaggio in questo mondo violento e corrotto, tra esseri malvagi e individui vessati e privati del diritto di decidere della propria esistenza, nel regno della macchinazione e dell’inganno, dove il potere è l’unica cosa che conta. 

Ma questa è anche la storia di un viaggio dentro se stessi, in cui Nemesis scoprirà di essere molto di più di una diabolic incapace di provare sentimenti. Forse quei sentimenti li aveva sempre avuti e forse aveva sbagliato a considerarsi solo un mostro, una persona che non si era mai concessa di provare emozioni.
Avevano deciso di rendermi molto meno umana di loro, ma non mi avevano tolto la capacità di provare dolore: solo la possibilità di esprimerlo. 
Diabolic è un libro interessante, sia per la storia che per il world building che per i personaggi. Lo stile è fluido e le descrizioni dell’universo e della corte imperiale, dei riti e degli usi della nobiltà immaginifici e visionari. Non è un libro noioso e l’attenzione del lettore è tenuta costantemente incollata alle pagine. 
Fondamentalmente mi è piaciuto, finché non si arriva al finale. 
Ecco, quella è per me l’unica nota stonata del libro. 
Ovviamente non posso dire nel dettaglio cosa non mi sia piaciuto, però a mio parere non sempre l’happy ending in una storia è dovuto o necessario. 
A volte è più coerente lasciare che le vicende seguano il loro corso, bello o brutto che sia.  Ecco spiegato il motivo della mia valutazione finale.

2 commenti:

  1. Parah sono d'accordo con te sul finale. Questa è una trilogia, ma il finale del primo libro è praticamente conclusivo. Impreco sempre contro tutti i cliffhanger del mondo, però alla fine, li preferisco a un finale "statico".
    Detto questo ho apprezzato il libro per tutto il resto, anche se non mi fido del tutto di Tyrus, e Nemesis di strada da fare "nell'umanità" ne ha ancora tanta. Per cui attendo il seguito, se mai arriverà da noi.

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    Risposte
    1. Il mio problema col finale è che si è passati da "Ti voglio morto" a "Per ora ti amo, poi vediamo se amnazzarti o no."
      Direi che avrei preferito "Per ora ti ammazzo e poi vediamo".
      NCSP

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