La nostra tappa del Blog Tour dedicato a La Spia del Mare ospita il confronto tre due personaggi molto amati dai lettori, cosa di cui ci siamo rese conto leggendo i commenti e le impressioni che queste due figure tanto affascinanti hanno provocato, Alain de Mortemart e Giacomo Casanova. C’è chi li ama singolarmente, c’è chi li shippa selvaggiamente come coppia, proprio come le vostre blogger Alice e Alexandria, che mentre scrivono questo articolo fremono per parlarvi di loro. Prima di affrontare questo confronto, però, lasciateci ricordare Alain e Giacomo, collocandoli all’interno del romanzo.
Alain de Mortemart si stagliava contro lo sfondo di una vetrata che rimandava la pallida, luminosa copia dell’interno e il suo doppio. Il suo profilo era affilato, zigomi alti e prominenti, occhi azzurri dagli angoli assottigliati. Era un volto fatto di spigoli armonici, di una bellezza singolare, i capelli sotto lo strato di cipria che li tingeva d’argento si intuivano scuri, con una lieve attaccatura a punta che gli conferiva un’aria diabolica.
Allontanato dalla Francia a causa della pessima fama della sua famiglia d’origine, legata a Madame de Montespan e sospettata di stregoneria, Alain de Mortemart, nome in codice Monsieur è un personaggio che fin da subito suscita curiosità.
Intorno alla sua figura aleggia un che di diabolico, come se Alain non appartenesse solo a questo mondo. Lo vediamo proteggere i suoi segreti e difendere le persone a cui tiene con grande veemenza, non lesinando metodi per nulla ortodossi.
Ma ciò che più colpisce di Alain è, senza dubbio, l’enorme fascino a cui nessuno riesce a resistere, uomini o donne che siano. E’ come una calamita alla cui forza di attrazione è impossibile sottrarsi. Tra i caduti nella rete tessuta dall’aristocratico francese spiccano nomi di grande levatura, insospettabili e altrettanto dotati di grande charme, come il giovane Giacomo Casanova.
L’altro lo guardò con una strana espressione, i pugni serrati lungo i fianchi. «Amo la tua compassione» disse. Poi senza alcun preavviso lo afferrò per le spalle, piegò la testa sulla sua, gli depose un bacio brevissimo sulle labbra ancora dischiuse in una protesta, e lo spinse via. «Vattene, prima che mi ricordi quanto esattamente mi piaci.» Giacomo indietreggiò di un passo. «Va bene» rispose. «Ma non finisce qui.»
Parli del diavolo e compare colui il quale il diavolo lo avrebbe portato a passeggio all’Erberia, intrattenendolo con discorsi frivoli e pieni di spirito, invitandolo poi a bere cioccolato caldo al Florian, sotto i portici delle Procuratie Vecchie.
Giacomo Casanova è lo spirito di Venezia, è il padrone di casa che invita il lettore ad accomodarsi in Piazza San Marco per godere ogni singola parola del romanzo.
E’, secondo noi, il personaggio più difficile e allo stesso tempo quello riuscito meglio, perché in sé coniuga sapientemente realtà e finzione.
In apparenza ignaro di essere oggetto di tanto sdegno, il ragazzo biondo continuava a sgranare facezie. Era a volto scoperto, la maschera sorretta da un bastone nella destra, l’elegante completo nero indicava la sua appartenenza ai ranghi minori del clero. Mostrava all’incirca quindici anni e sembrava consapevole solo in parte della seduzione che irradiava. Eppure il modo in cui occhi maschili e femminili lo seguivano cercando di intercettare il suo sguardo, la posa assorta, quasi sognante che assumeva chi lo ascoltava – quasi la sua voce fosse la musica di un violino – rivelavano un potere di attrazione più simile al sortilegio che a un comune fascino.Giacomo si mostra innamorato della vita, sempre allegro e a suo agio in ogni circostanza, anche se sembra nascondere anche un tratto molto malinconico.
Il suo nome in codice è Ermes, e suoi sono i momenti più divertenti nel libro, cosicché il suo personaggio risulta un perfetto connubio tra spensieratezza e pragmatismo, impossibile da non amare.
«Se mai Varutti dovesse mantenere la sua promessa e riuscire a rinchiudermi, riterrei mio dovere morale fuggire» commentò con una scherzosa pomposità che la fece ridere. «E sapete che cosa farei per prima cosa, dopo aver contemplato la mia Venezia da lassù? Andrei a prendermi una cioccolata al Caffè Florian.»
Nel luglio del 1755, Giacomo Casanova fu rinchiuso veramente nella prigione dei Piombi, da cui riuscì a fuggire escogitando un piano tanto semplice quanto astuto, facendosi beffe dei guardiani e ritrovandosi, secondo dicerie a cui noi diamo ampio credito, a sorseggiare veramente cioccolata al Florian dopo la fuga.
La sua passione per le donne è cosa risaputa, ma il fascino del nostro abatino sembra aver mietuto la vittima sbagliata e quella più pericolosa: Monsieur.
E questo ci riporta al nostro famoso confronto.
Alexandria e Alice, fangirls all’ennesima potenza della ship Gialain, hanno ben pensato di mettere per iscritto una scena tra i due, impersonando l’una Alain e l’altra Giacomo (non vi sveliamo chi fa chi: è aperto il toto personaggio, provate a indovinare voi i ruoli!), dando vita a un racconto che, come ci ha assicurato la nostra Virginia de Winter, che ha letto in anteprima il pezzo e, citiamo testualmente, è stata colpita da bollori e palpitazioni, potrebbe essere considerata una vera e propria One Shot, verosimilmente compatibile con le reali vicende del libro.
Bando alle ciance, e sicure di aver scatenato la vostra curiosità, ecco a voi il nostro confronto tra Alain e Giacomo. ENJOY!
Faccia a faccia Alain e Giacomo:
UNA NOTTE DI PRIMO INVERNO
Alain si servì un cognac dal mobile dei liquori e poi si accomodò
elegantemente sulla poltrona vicino al camino. Venezia era immersa nei
preparativi per il Natale e già pregustava l’arrivo del periodo più allegro
dell’anno che sarebbe culminato con il Carnevale della Sensa.
Il fuoco ardeva, le fiamme scoppiettanti creavano giochi di luci e
ombre sulle pareti della stanza piena di libri aperti e chiusi, abbandonati
ovunque.
Una figura eterea si piegò su di lui. Alain poté sentire una
risata cristallina accarezzargli le orecchie.
Sorrise anche lui e chiuse gli occhi, appoggiando la testa sulla
poltrona.
«Sta arrivando, eh?» Strinse più forte il bicchiere tra le mani e
attese.
Il suono dei passi sulle scale si accordò con il battito del suo
cuore e, nel momento esatto in cui lui fu alla porta, un brivido gli percorse
la schiena, riverberandosi nel basso ventre. L’allegra presenza che lo aveva
avvertito gli girò attorno un’ultima volta, poi gli posò un bacio delicato
sulle sue labbra e svanì tra le scintille del fuoco, lasciandolo a fare i conti
con l’oggetto del suo desiderio.
Quando Giacomo Casanova entrò nella stanza, gli occhi azzurri
dagli angoli assottigliati di Monsieur si erano già piantati sul viso sorridente
del giovane abatino.
«Sei allegro, vedo. Hai
goduto di buona compagnia al Florian? Qualcuna che conosco?» Lo disse facendo
girare il liquore nel bicchiere con molta disinvoltura, senza distogliere lo
sguardo da quello di Giacomo, ma dubitò che il suo tono potesse essere
frainteso.
«Naturalmente,
ma è sposata, quindi non farò il suo nome. Dopotutto, sono un gentiluomo», gli
rispose con leggerezza, avvicinandosi con andatura flessuosa al fuoco
scoppiettante. Appoggiò una mano alla mensola del camino e rivolse ad Alain un
sorriso luminoso. Il volto imperturbabile dell’amico era avvolto dalle ombre,
nonostante la vicinanza alle fiamme avrebbe dovuto cacciarle tutte.
Gettò
distrattamente la parrucca argentata sulla poltrona all’altro lato del focolare
e si ravvivò i capelli umidi, che al calore delle fiamme gli si arricciarono
tra le dita in morbide onde, sprigionando riflessi dorati.
Per
tutto il tempo sentì addosso lo sguardo di Alain e si chiese quanto del calore
che sentiva sulla pelle venisse dal fuoco e quanto dall’affascinante uomo
seduto a pochi centimetri da lui, le ginocchia pericolosamente vicine alle sue
cosce, il liquore che aveva smesso di ruotare nel bicchiere.
Vincendo
il torpore indotto da quella vampa tentatrice, ricordò il motivo per cui si era
recato da Monsieur, invece di accettare il conturbante invito della compagna,
che aveva lasciato delusa a un tavolo del Florian. Frugandosi nelle tasche,
estrasse una lettera con il sigillo ancora intatto e la porse ad Alain.
«Notizie
da Corfu.»
Alain
poggiò il bicchiere sul tavolino finemente intarsiato, tra un libro di
esoterismo e uno di filosofia, e si allungò con le movenze eleganti di un
felino verso Giacomo.
Nel
ricevere la lettera gli sfiorò le lunghe dita delicate e fu come se un ago lo
avesse punto nel momento esatto in cui ritirò la mano, interrompendo il
contatto.
Monsieur
rimase a fissare la lettera col sigillo dei D’Armer, non osando alzare lo
sguardo verso Ermes. Sapeva che quel contatto aveva turbato anche lui. Un
tacito accordo li teneva legati. Amici prima di tutto, altro quando ciò che
sentivano non poteva rimanere relegato ai loro corpi. Superare quella soglia
era pericoloso per entrambi, per questo resistevano più che potevano. Ma quella
sera sembrava che ogni tentativo di opporsi a Giacomo fosse del tutto vano.
Alain
soppesò la lettera tra le mani e poi volse lo sguardo verso la scrivania. Ermes
era già lì, con un tagliacarte d’argento in mano. Si era tolto la giacca e sembrava
più giovane di quanto non fosse. Alain si alzò e lo fronteggiò, tendendo la
mano con il palmo rivolto verso l’alto. Giacomo piegò la testa di lato e gli
sorrise, porgendogli il prezioso tagliacarte. Monsieur chiuse la mano e lo
strinse, desiderando stringere ardentemente altro tra le dita.
Fece
scorrere la lama sulla carta, che si lacerò senza resistenza. Il foglio era
vergato nella elegante grafia di Cassian: il racconto del viaggio verso la
Grecia, la descrizione di una passeggiata sulla spiaggia insieme alla sua
fidanzata, la nostalgia per il caffè del Florian.
«È
cifrata», disse Alain restituendo la lettera a Giacomo, che la lesse
rapidamente.
Si
appoggiò sulla scrivania e si portò una mano alla fronte, massaggiando le lievi
rughe che sapeva gli erano comparse, desiderando essere al fianco di Cassian in
quel momento, e non a Venezia dove i suoi spiriti gli avevano chiesto di
restare, per il bene suo e degli altri. Qualcosa li minacciava, ma non gli era
dato sapere cosa. Non ancora.
Giacomo
depose la lettera sul piano lucido della scrivania, coprendola con una mano.
Piegò il capo, lasciando che i capelli gli spiovessero sul viso, e decifrò
rapidamente quelle parole all’apparenza innocenti. Cassian aveva raccolto
informazioni allarmanti e l’espressione concentrata di Alain lo confermava.
Si raddrizzò, batté una mano sulla spalla
dell’amico e ritornò verso il fuoco, gettandovi con noncuranza la lettera, come
se non avesse alcuna rilevanza. La poltrona lo accolse in un morbido abbraccio,
e le membra irrigidite dalla fredda temperatura dicembrina si rilassarono
all’istante.
«Sai che risolveremo tutto. Lo facciamo
sempre», sussurrò ad Alain, la voce già arrochita dal sonno, che lo aveva
assalito all’improvviso. Gli lanciò uno sguardo obliquo attraverso le ciocche
che, ribelli, gli erano ricadute sugli occhi. La rigidità di Monsieur gli
strappò un sorriso affettuoso che, a sua volta, provocò nell’amico il
sollevarsi arrogante di un sopracciglio. Ignorandolo, Giacomo rise apertamente,
stiracchiandosi come un gatto che ha trovato il giaciglio perfetto. Stese le
braccia sopra la testa e inarcò il busto, sciogliendo i muscoli e respirando a
fondo, le cuciture della camicia che protestavano.
«Dovresti imparare a rilassarti, Monsieur.
Preoccuparsi non serve a nulla.» Lo provocò con gentilezza.
Dopo tanti anni Alain si stupiva ancora della
capacità di Giacomo di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Probabilmente,
questo era uno dei motivi per cui lo trovava tanto interessante. Non c’era
nulla che potesse sconvolgerlo, riusciva a non abbattersi nemmeno quando tutto
intorno a lui gridava che era finita.
Con lui non era mai finita. Ma non era mai
nemmeno davvero iniziata.
«Ci sono poche cose in grado di rilassarmi,
Giacomo, e tu non sei tra queste.»
Gli fissò il petto che si alzava ed abbassava
lento, indugiando sulla stoffa elegante che lo ricopriva, lasciandone intuire
le forme, risalendo sul suo collo candido e sulla bocca ancora dischiusa in un
sorriso sornione.
Si sollevò dalla scrivania e gli fu rapidamente
sopra, le mani appoggiate alla poltrona, gli occhi riflessi in quelli di
Giacomo, intrappolato tra lui e la seduta.
«I tuoi capelli sono umidi, ti prenderai un
raffreddore.»
Alzò una mano e gli prese una ciocca dorata tra
le dita, arrotolandola e strattonandola piano. La lasciò andare subito e si
raddrizzò, girandosi e dandogli le spalle, stringendo i pugni.
«Hai recuperato la lettera, la tua missione è
finita.»
Riprese il bicchiere in mano e ne vuotò il
contenuto, consapevole che sarebbe stato il primo di una lunga serie, non
appena Giacomo fosse andato via.
Ermes
rimase a osservarlo con un sopracciglio sollevato. La vicinanza improvvisa, il
respiro sul volto e lo sguardo feroce avevano dissipato il torpore in un istante.
Chiunque
altro si sarebbe spaventato per quel gesto repentino. Alain provocava
sentimenti contrastanti nel prossimo: fascinazione e timore quasi in egual
misura. I suoi lineamenti affilati comunicavano una durezza implacabile e
spingevano le persone a ritrarsi in sua presenza, sempre che questo fosse il
suo volere. Perché quando il francese aveva in animo di affascinare e
conquistare, sbaragliava qualsiasi resistenza.
Continuando
a studiarlo attraverso le lunghe ciglia, ancora perfettamente rilassato sulla
poltrona, Giacomo cercò di interpretare quali fossero le sue intenzioni per
quella sera, perché di certo non l’aveva spaventato con quell’atteggiamento
drammatico. Probabilmente, oltre a Cassian, era l’unico essere umano al mondo a
non nutrire alcun timore verso Alain e i suoi poteri. Al contrario, lo trovava
seducente in modo insolito. Per lui le donne non avevano segreti e le amava
tutte, indistintamente. Quell’uomo invece… i suoi misteri lo intrigavano, non
riuscire a comprenderlo del tutto lo stimolava.
Vederlo
riempirsi nuovamente il bicchiere, gli fece ardere la gola. Di che tipo fosse
la sete che gli si era accesa dentro, non gli interessava. Quello che importava
era trovare il modo di spegnerla.
Si
alzò energicamente in piedi, come se un attimo prima non fosse stato sul punto
di addormentarsi, e a passo baldanzoso si avvicinò ad Alain. Gli mise una mano
sulla spalla forte, che si contrasse sotto le sue dita, e con impudenza gli
tolse il bicchiere da sotto le labbra. Lo ruotò leggermente e vi appoggiò le
proprie. Uno sguardo di sfida volò al di sopra del bordo di cristallo, un
attimo prima di gettare il capo indietro e lasciare che il liquore forte gli
scorresse giù per la gola, infiammandogli lo stomaco.
«Forse
c’è qualcos’altro che potrei fare per te, stasera. Mi sembra tu ne abbia un
disperato bisogno.» Sussurrando, fece scivolare la mano dalla spalla lungo il
bicipite duro, il tessuto fine della camicia non riusciva in alcun modo a
mascherare il calore bruciante della pelle che nascondeva. Arrivato al polso,
vi avvolse le dita attorno, sentendo sotto i polpastrelli lo scorrere impetuoso
del suo sangue.
Giacomo
amava il gioco, ma giocare con Alain era una partita già persa in partenza e
questo lo sapevano entrambi. Così, era prevedibile che Alain afferrasse la mano
che gli aveva stretto il polso, artigliando anche l’altra. Giacomo finì
inchiodato al muro, le mani all’altezza della testa imprigionate in quelle del
francese, il corpo possente di Alain premuto contro il suo.
Restarono
immobili, mentre il rumore dei loro respiri affannati si mischiava alle note di
Vivaldi che si spandevano sopra le acque del canale, con un’intensità tale da
rapire i sensi, tanto quanto la forza di attrazione che li teneva legati. Alain
lo guardò a lungo, cercando di cogliere ogni singola luce che gli occhi chiari
dell’abatino riflettevano. Desiderio, timore, passione, amicizia. Questo vide
nell’espressione con cui ricambiava il suo sguardo. Non amore, quello era
riservato a chi credeva ci fosse qualcosa più forte della morte.
Allentò la presa sulle
mani di Giacomo e la testa gli crollò sulla spalla del giovane. Alain
chiuse gli occhi e inspirò il profumo dell’amico. Sapeva di pioggia e di
nebbia, di caffè e di un costoso profumo francese, probabilmente quello della
dama con cui si era accompagnato prima di recarsi da lui. Sorrise, percependo
la morbidezza della stoffa della camicia sfiorargli le labbra. Un altro poco,
ne voglio solo un altro poco, pensò respirando ancora una volta l’essenza della
vita che Giacomo emanava, l’esatto opposto di ciò che Monsieur rappresentava.
Giacomo
era questo, le calli, San Marco, il Florian, la laguna, le dame e i balli, le
bische e le case da gioco. Alain si rese conto di tenere tra le braccia
Venezia.
E fu Venezia che lo strinse a sua volta e lo baciò
E fu Venezia che lo strinse a sua volta e lo baciò
Fine
IL GIVEAWAY
Vista l'importanza che le maschere rivestono nel romanzo, abbiamo pensato che niente di più adatto potesse essere messo in palio. Nelle singole tappe, ad ogni personaggio protagonista del faccia a faccia verrà assegnata una maschera: nera o bianca. Voi dovrete scegliere da che parte schierarvi. Siete delle maschere nere o maschere bianche?
Scegliete quale personaggio vi rappresenta di più e potrete portarvi a casa una delle due maschere che vedete qui sotto... e se non arriveranno in tempo per Natale, avrete già qualcosa di chic da indossare a Carnevale!
Le regole sono semplici:
- essere lettori fissi di tutti i blog;
- condividere su Facebook il post di presentazione del Blogtour di uno qualsiasi dei blog partecipanti e taggare almeno 3 amici;
- commentare tutte le tappe dicendo cosa è piaciuto oppure perché vorreste leggere il libro e, sotto la tappa del personaggio scelto, scrivere con quale dei personaggi si vuole partecipare al giveaway (cosa che determinerà il colore della maschera);
- mettere il like alla pagina Facebook dei blog partecipanti
Quindi, chi scegliete?
La maschera nera che rappresenta Alain
o la maschera bianca che rappresenta Giacomo?
Lo sappiamo, è una scelta difficile...
Alla prossima tappa, Venerdì 16 Dicembre
sul blog Le Recensioni della Libraia,
dove potrete vedere a confronto Cassian e James.
Preparate gli scudi, voleranno frecciatine!
Non capisco se è un sogno, se è realtà o se è solo tutto nella mia testa. Io appartengo a quel gruppo di lettrici che shippa selvaggiamente la coppia Alain e Giacomo. Loro sono i miei due personaggi preferiti in assoluto del romanzo e l'idea di vederli insieme, così, ha sfiorato la mia maliziosissima mente più di una volta.
RispondiEliminaChe dire? Grazie di cuore per aver realizzato ciò che molte lettrici come me sognano da tempo. Superlativo.
*BLUSH*
Se dovessi scegliere non saprei, tuttavia il fascino di Alain sembra aver avuto la meglio anche questa volta. Questo non toglie nulla a Giacomo, che è per me il più divertente, spreguidicato e intrigante dei personaggi.
Quindi? Che maschera scelgo? Io sono sicuramente più Giacomo quindi sceglierei lui. E adesso, come è giusto che sia, scappo con Alain...
Assolutamente stupendo, dico sul serio, una perfetta one shot: passionale e intensa al punto giusto. Adoro entrambi i personaggi, non si può fare altrimenti, sono quei classici personaggi che ti entrano nel cuore e lì restano.
RispondiEliminaGrazie, quindi, per averci regalato questo gioiellino.
Non so davvero chi scegliere tra i due, Giacomo è stupendo ma Alain é Alain perciò, spero che Giacomo non me ne voglia, ma scelgo lui!
Grazie Hanna! Se abbiamo accontentato una fan come te, allora abbiamo fatto un buon lavoro. Questi due insieme ispirerebbero pensieri impuri anche a una suora. XD
RispondiEliminaGrazie a te Justin! *__* Il merito è di Alexandria, che è stata molto paziente e mi ha aiutata a fare questa "cosa"! :*
Siete state bravissime: avete scritto una scena molto vivida ed emozionante, che mi ha fatto sospirare "finalmente"!
RispondiElimina<3
Davvero brave :D Le ultime due frasi poi sono molto belle, non potevate concludere in modo migliore!
RispondiEliminaTra i due è impossibile scegliere...a primo impatto direi Alain, ma ancora non ho letto il libro quindi è tutto da vedere XD
Grazie Anna! Ci siamo divertite molto a immaginare questa scena... ^_^ Comunque secondo me ci hai visto giusto, anche se adoro Giacomo, Alain ha quell'aura misteriosa che affascina senza scampo. :)
EliminaNo, vabbè, che meraviglia ho appena lettoooo *_* Complimenti ragazze, davvero brave! Ne vorrei ancora, si può? Avete ritratto un Ermes e un Monsieur pari pari agli originali, cosa decisamente non facile. E niente, io questi due li shippo troppo (se non si era capito!). Però sinceramente non saprei dire chi ha scritto chi. A buttarla lì, direi che Alain è opera di ALice, Giacomo di Alexandria.
RispondiEliminaGrazie Rosa! ♥ Come avrai notato anche noi li shippiamo un sacco... *_* Ci siamo divertite un sacco a scrivere questa role, ci siamo anche fatte venire un po' di caldo... XD Il vero problema è stato fermarsi! Ahahahahaha! Comunque avevamo un'asso nella manica, ossia l'autrice che ci ha dato un paio di dritte, anche se i personaggi sono così ben caratterizzati nel romanzo da non aver avuto particolari difficoltà. :D
Elimina