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giovedì 17 novembre 2016

Recensione È solo una storia d'amore di Anna Premoli

Titolo: È solo una storia d'amore 
Autrice: Anna Premoli
Serie: no, autoconclusivo
Genere: CT - Romance
Editore: Newton Comton
Data uscita: 03 novembre 2016
Punto di vista: prima persona alternata
Livello di sensualità: medio basso

Trama: Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della California. Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo che quello fosse solo l’inizio di una luminosa e duratura carriera. Peccato che le cose non stiano andando proprio così: il suo primo libro è rimasto l’unico, l’agente letterario e l’editore gli stanno con il fiato sul collo perché consegni il secondo, per il quale ha già incassato un lauto anticipo. Un romanzo che Aidan proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, in cerca di ispirazione prova a rientrare nella sua città natale, là dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, scrittrice di romanzi rosa molto prolifica. Già, “rosa”: un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. E chiunque al giorno d’oggi è capace di scrivere una banale storia d’amore… O no?

Recensione di Alice:
L'inizio di questo romanzo è semplicemente fantastico, si apre con il punto di vista di Aidan, il quale non è affatto timido e si presenta in grande stile: un autore di successo, ha vinto il Pulitzer alla sua prima pubblicazione (che è anche l'unica, anche se non ama glielo si ricordi), vive in California passando il tempo a correre sulla spiaggia e dietro alle minigonne di donne più belle che intelligenti, aspettando che l'ispirazione gli piova dal cielo. Peccato che in cinque anni questo non sia ancora successo e rischia di dover restituire il sostanzioso anticipo che il suo editore gli ha già corrisposto. 

Mentre ritorna da un ben poco piacevole incontro con il suo agente, in un bar incontra una donna vestita in modo sciatto ma con una voce che gli mette i brividi (quelli buoni eh!), qualcosa nel suo atteggiamento sicuro e noncurante lo attira. Abituato a vedere le donne sciogliersi al primo sguardo dei suoi occhi da pirata, l'indifferenza con cui quella donna lo tratta e le sue risposte argute lo spingono a pensare a lei, anche dopo il due di picche che gli viene rifilato. 

Laurel, al contrario di lui, non è affatto colpita da quell'incontro. Anzi. Quello scrittore arrogante e pieno di sé, che stringeva inconsapevolmente ma con indubbio disprezzo tra le mani proprio un suo romanzo, le sta abbondantemente sulle scatole. Sì, Aidan ha fatto una di quelle figuracce da segnare sugli annali: ha criticato la narrativa rosa proprio con l'autrice di punta del genere. Poteva finire bene?

I dialoghi tra Laurel e Aidan sono la perfezione, me la sono spassata alla grande a vedere come lei riesca puntualmente a mettere in difficoltà quell'uomo troppo sicuro di sé. Laurel mi è piaciuta tantissimo: è una donna forte, decisa, pragmatica, ben poco romantica, molto orgogliosa e determinata a non farsi infinocchiare da quel vanesio dai capelli lunghi e boccolosi. Non è nemmeno il suo tipo! Ma ammetto che è il mio... Aidan è adorabile, da prendere a martellate sulle dita per certe sue uscite, ma non si può fare a meno di lasciarsi affascinare dal suo essere sbruffone. In realtà è un tenerone e l'ho guardato tessere le sue trame con il miscuglio di sufficienza e tenerezza che proverebbe una mamma nei confronti del proprio bambino che cerca di rubare una fetta di torta senza farsi vedere. 

La trama è molto semplice e lineare, non ci sono colpi di scena o eventi drammatici, ma la lettura scorre benissimo grazie ai dialoghi frizzanti e divertenti, intervallati a interessanti riflessioni sull'editoria moderna, sul pregiudizio duro a morire nei confronti delle autrici donna in generale e di quelle di romance in particolare. Un preconcetto che a volte parte proprio dalle donne stesse. L'onestà autocritica di Laurel è illuminante e tra le righe trapela chiaramente il pensiero dell'autrice, confermato poi dai ringraziamenti finali. Sì, perché anche se noi donne difendiamo a spada tratta il romance, cercando di nobilitarlo per quello che è... poi tendiamo a nascondere le copertine quando leggiamo sui mezzi pubblici per timore di un giudizio. Sembra semplice scrivere "solo una storia d'amore", ma scrivere un romanzo è un lavoro a tutti gli effetti, di qualsiasi genere si tratti. Provare per credere.

Insomma, se avete voglia di una lettura divertente e leggera, ma non sciocca, che vi offra qualche spunto di riflessione e con dei personaggi originali che vi conquisteranno, È solo una storia d'amore fa proprio per voi.

2 commenti:

  1. completamente daccordo Alice.
    Ho adorato questo libro forse tra i migliori della Premoli

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  2. Ciao Susy! Sì, è molto molto carino. Il mio preferito rimane quello con Seb, ma perché ho un debole per i nerd... XD

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