Tutti coloro che amano i libri in modo assoluto, quasi ossessivo, i cosiddetti “Bookaholics”, sono consapevoli che la loro passione li porta costantemente in tunnel fatti di disagio psicologico (e a volte fisico) per le storie in cui si immedesimano e per le ship dei personaggi che più amano.
Anche io, come molti di voi, appartengo a questa categoria. Amo i libri visceralmente, mi perdo nelle atmosfere dei miei distopici, mi innamoro dei personaggi dei miei fantasy, soffro con loro e stalkero gli amici affinché leggano la fonte del mio disagio, così da poter sclerare con loro e non soffrire da sola. Si chiama condividere il proprio interesse con il fandom, persone che come te hanno amato quel libro.
Significa non cercare di uscire dal tunnel ma arredarlo di tutto punto, invitando amici e familiari a sedersi sul divano del tuo disagio.
A me purtroppo è capitato e da allora la mia vita è un profondo baratro fatto di libri, manga e anime.
Ma andiamo con ordine e spieghiamo questi termini di cui spesso si sente parlare ma che probabilmente si conoscono poco.
In Giappone, un Otaku è un appassionato in modo ossessivo di manga, anime, e altri prodotti ad essi correlati. Il termine, ormai, è usato per identificare un amante del genere manga/anime anche in contesti al di fuori del Giappone.
Letteralmente manga significa «immagini capricciose», in omaggio a una forma di pittura nazionale nipponica. Strettamente legati al patrimonio culturale e ai costumi di vita giapponesi, i manga hanno riscosso un grande successo in patria e nel corso del tempo sono riusciti a imporre il proprio modello grafico e contenutistico anche in Occidente.
I manga raccontano una storia facendo uso di immagini in sequenze commentate da nuvolette. Sono in pratica dei fumetti ma, a differenza del fumetto occidentale, i manga si leggono al contrario (la copertina di un fumetto giapponese si trova dove da noi si trova la quarta di copertina, e le storie si leggono a partire dalla vignetta a destra in alto) in quanto i Giapponesi scrivevano anticamente da destra a sinistra.
In Giappone i manga sono considerati un mezzo artistico ed espressivo non meno degno della letteratura, del cinema o di altri mass media.
Molti elementi delle trame dei manga, siano esse di serie umoristiche o avventurose, derivano dalla psicologia, dalle tradizioni e dalle abitudini anche lavorative degli abitanti del Giappone ed è per questo che ci sono manga per tutti i gusti, per tutte le età e persino per tutte le estrazioni sociali.
Gli anime, parola che deriva dall’inglese “animation“, non sono altro che i cartoni animati giapponesi che spesso vengono tratti proprio dalle storie dei manga.
Ritornando al mio incontro con il mio Otaku, vi racconterò in che modo avvenne e come cambiò la mia vita.
La vostra blogger Alexandria era comodamente spaparanzata sul divano intenta a leggere un libro di James Dashner, VirtNet Runner - Il giocatore, primo capitolo della serie The Mortality Doctrine, una saga fantascientifica ambientata in un mondo di tecnologia ultra-avanzata, cyberterrorismo e giochi virtuali.
Il mio otaku mi chiese interessato cosa stessi leggendo e di cosa trattasse il libro.
Voi tutti sapete quanto sia pericoloso chiedere a un bookaholic informazioni sul libro che sta leggendo, perché è sempre l’inizio della fine del proprio malcapitato interlocutore.
Lui ascoltò attentamente le mie parole appassionate e mentre io aspettavo trepidante la sua reazione, lui si limitò ad annuire e mi disse semplicemente: “Sembra la trama di SAO.”
Eh? SAO? Cos’è SAO?
Ebbene, quel marpione del mio Otaku da preda si trasformò in predatore, perché suscitò in me la curiosità di capire cosa fosse SAO e il perché la trama somigliasse a quella del libro che stavo leggendo.
Scoprii che SAO era l’acronimo di Sword Art Online, una light novel (un tipo di romanzo illustrato giapponese con le caratteristiche estetiche e lo stile di un manga) da cui fu poi tratto un anime, la cui trama ricordava davvero quella del libro di Dashner.
Scoprii che SAO era l’acronimo di Sword Art Online, una light novel (un tipo di romanzo illustrato giapponese con le caratteristiche estetiche e lo stile di un manga) da cui fu poi tratto un anime, la cui trama ricordava davvero quella del libro di Dashner.
Guardai l’anime e mi piacque così tanto che decisi di vedere se SAO fosse l’unico caso in cui dei libri avessero una trama che ricordasse i fantasy che io amo tanto.
Alla fine mi sono resa conto del fatto che manga e anime giapponesi (la cui produzione è davvero vastissima) bene o male hanno raccontato e raccontano in pratica tutto il fantasy e non solo, anche quello che noi pensiamo sia una novità nei libri.
Questa scoperta è il motivo che mi ha spinto a parlare del mondo degli anime e dei manga, associandolo a quello dei libri. Dato che l’argomento è lungo, mi riservo nel prossimo articolo di mettere in parallelo altri titoli di libri e anime.
Inoltre, vi spiegherò come distinguere le categorie di manga e anime e il target a cui si rivolgono. Scopriremo termini che spesso ritroviamo nella classificazione delle fanfiction e che vengono proprio dal mondo di anime e manga, come Shoujo e Shounen, Yaoi, Shonen ai e Yuri.
Il primo confronto libro/anime che vi propongo è proprio quello tra VirtNet e SAO.
Genere: YA, SciFi
Anno: 2013
Serie: The Mortality Doctrine
1- VirtNet Runner – Il giocatore (The Eye of Minds, 2013), Fanucci 2015
2- VirtNet Runner – Il gioco programma (The Rule of Thoughts, 2014), Fanucci 2015
3- VirtNet Runner – Il gioco della vita (The Game of Lives, 2015), Fanucci 2016
Commento:
Michael è un giocatore e, come la maggior parte dei giocatori, spende più tempo nel VirtNet che nel mondo reale. Il VirtNet è una totale immersione nel virtuale, e crea dipendenza. Grazie alla tecnologia, chiunque abbia un bel po' di soldi può sperimentare mondi fantastici, rischiare la vita senza essere mai in pericolo, o semplicemente spassarsela con i propri amici virtuali. E più si hanno doti da hacker, maggiore è il divertimento. Eppure anche in questa realtà alternativa esistono delle regole, e infrangerle può avere conseguenze estreme. Qualcuno però pensa non sia necessario seguirle: un giocatore anonimo è andato oltre ogni limite e tiene in ostaggio altri giocatori nel VirtNet. Gli effetti nel mondo reale sono devastanti: tutti gli ostaggi infatti finiscono per essere dichiarati cerebralmente morti. Il governo sa che per acciuffare un hacker ci vuole un altro hacker. Il prescelto è Michael, ma il rischio è enorme. Se accetta la sfida, Michael sa che dovrà infrangere a sua volta le regole del VirtNet e affrontare pericoli e predatori che una mente umana non può neanche immaginare. E sa anche che il confine tra gioco e realtà potrebbe essere cancellato per sempre.
Questo libro è un concentrato di azione e adrenalina.
La trama, però, risulta troppo misteriosa e spesso si fa fatica a seguire i nessi logici del racconto, talmente cervellotica che è difficile persino descriverla.
Il linguaggio, a volte troppo legato a termini virtuali, come codici e stringhe e programmi e dati, è un po' arido, come pure scarsa è la presenza di emozioni umane. Va bene che il libro si svolge quasi per intero nel mondo virtuale, ma le emozioni umane sono tali ovunque.
Genere: Avventura Azione Combattimento Drammatico Fantasy Gioco Sentimentale
Anno: 2012
Serie: SAO (Alfheim Online compresa), Gun Gale Online.
Commento:
Sword Art Online (SAO) è una realtà virtuale di gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa pubblicata nel 2022: grazie al NerveGear, un casco in grado di stimolare i cinque sensi dell'utilizzatore tramite la manipolazione del cervello, i giocatori possono impersonare e controllare il loro stesso personaggio nel gioco direttamente con la loro mente.
SAO viene aperto ufficialmente il 6 novembre 2022, ma poco dopo gli utenti connessi si rendono conto che è impossibile disconnettersi dal gioco. Il creatore del gioco, Akihiko Kayaba, li informa, infatti, che se desiderano tornare ad essere liberi, devono prima raggiungere il 100º piano del castello volante in cui si trovano, Aincrad, e sconfiggerne il boss finale. Tuttavia, se anche dovessero morire una sola volta durante l'impresa, essi perderebbero subito la vita anche nel mondo reale. Tra i tanti giocatori ad assistere alle parole di Kayaba, vi è Kazuto "Kirito" Kirigaya, uno dei 1.000 beta tester che aveva avuto la possibilità di provare il gioco in anteprima. Forte della sua precedente esperienza, Kirito si impegna a fondo per portare a termine il gioco da solo, ma col passare del tempo farà coppia con una giocatrice di nome Asuna di cui si innamorerà. Nel 2024 i due, dopo aver scoperto l'identità di Kayaba in SAO, lo affrontano e lo sconfiggono una volta per tutte, guadagnandosi così sia la propria libertà sia quella degli altri giocatori ancora vivi.
"Sword Art Online" è il desiderio di ogni giocatore di ruolo che si rispetti, la possibilità di entrare fisicamente nel proprio gioco preferito, diventandone assolutamente il protagonista reale.
Il motivo per cui "Sword Art Online" ha avuto tanto successo credo vada ricercato nel fatto che impersonare davvero un personaggio di un altro mondo sia il sogno proibito di molti. Ma quel mondo virtuale alla fine è diventato il mondo vero per i giocatori e questo ha portato definitivamente a confondere le due realtà. Così, Kirito si innamora di Asuna nel mondo virtuale, ma la amerebbe lo stesso anche se fosse nel mondo reale. La storia d’amore tra i due, che fa da sfondo alle vicende del mondo di Aincrad, è ciò che rende l’anime, già interessante di suo, ancora più appassionante.
In questo caso, nel confronto tra libro e anime, per me ha vinto nettamente l’anime.
Finisce qui il racconto di come da Bookaholic sono diventata anche una Otaku e vi lascio dicendovi che se vi è piaciuta la Saga di Dashner, non potete non guardare Sword Art Online.
Sì, vabbè, vi piace vincere facile... io sono già Bookaholic E Otaku, non so se ti ricordi il risultato della mia ultima capatina in fumetteria, Alice.
RispondiEliminaE per fortuna che non ho proprio più il tempo di guardare Anime, altrimenti non vedrei mai l'uscita del tunnel >_<
Ahahahahah! Lapis, lo so lo so... Quando Alex mi ha proposto quest'idea ho subito pensato a te. E a Patty. E a Vesper. XD
RispondiEliminaE tra l'altro ho anche già preso questa serie di Dashner, avendo amato Maze Runner. Ora non mi resta che trovare il punto d'accesso per la realtà parallela dove potrò leggere tutto i giorno senza bisogno di fare altre cose banali come lavorare.
RispondiEliminaP.S. Patty e Vesper sono nel tunnel peggio di me, peccato che leggano tutti manga che a me non piacciono, io sono rigorosamente da shojo (e yaoi ;) )
Peggio di te? Se devo giudicare dal numero di acquisti fatti quel giorno... vinci tu! Ho dovuto aiutarti a portare le borse! X°°°D
RispondiEliminaYAOI! Lapis, hai detto la parola magica. Come non guardi anime? NO, adesso ti tocca guardare prima di tutto Junjou Romantica e Sekaiichi Hatsukoi (i miei anime yaoi preferiti), poi leggere VirtNet e guardare SAO!
RispondiEliminaNon puoi non guardare gli anime! E' un sacrilegio! 25 minuti di episodio è un tempo davvero minimo, si trovano!
Lapis, come facciamo? Questa cosa dei 25 minuti la sta usando anche contro di me. Alleiamoci e combattiamo insieme contro il baratro! X°°°D
RispondiEliminaGuarda, quel giorno Alice mi hai aiutata a portare le borse, ma tu non sai le altre due quanti acquisti su Amazon e altrove hanno fatto da allora. Roba che al confronto le mie due borse di fumetti impallidiscono!
RispondiEliminaAlexandria, lo so che 25 minuti sono niente... il problema è che se comincio coi primi 25 minuti poi diventano ore di fila, perché 25 minuti non mi bastano. :P Comunque non temere, prima o poi li guardo In realtà stavo guardando L'attacco dei giganti, ma mi sono fermata per dare la precedenza ad altre serie TV, vogliamo parlare anche di quelle? Com'è dura la vita del nerd!
Lapis, il dio dei Nerd mi guardi, sono immune dalle serie TV a parte GoT. This is my olny safety. Ma non posso fare a meno degli anime come per i libri. L'Attacco dei Giganti non l'ho visto, sono più sul genere Tokyo Ghoul io.
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