Titolo: Uptown Girl
Autore: Raffaella V. Poggi
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 24 febbraio 2016
Pagine: 320
Punto di vista: terza persona
Livello di sensualità: molto alto
Trama: Jackie è una ragazza dell'aristocrazia americana, disposta a tutto pur di salvare il padre e quel che resta del suo impero. Per questo non esita a prestarsi al gioco di un ricco e ambiguo finanziere, che vuole sperimentare molto in fatto di sesso. Jackie cede al suo ricatto e, pur non dimostrandoglielo, è incredibilmente eccitata dai loro incontri. E così si trasforma lentamente in una bambola nelle sue mani.
C’era una volta una principessa bellissima che viveva in una torre di cristallo. Ma un giorno la regina madre morì e il padre, un re ricco e potente, si sposò con una donna perfida e amorale. Da quel giorno la vita della principessa cambiò, il re perse le sue ricchezze e lei fu costretta a lavorare. Un bel dì giunse al castello un cavaliere nero che si offrì di salvare il regno in cambio delle lacrime e del dolore della principessa. Ella acconsentì.
La prima metà del libro è un erotico con intense sfumature dark. Ammetto che la scena iniziale mi ha lasciata perplessa: non c’è stata nessuna preparazione, firma di contratti, ma solo lacunose spiegazioni. Jackie si fa legare, fustigare, accetta di essere usata come un oggetto, piegandosi alle umiliazioni che Mr. Walsh decide di infliggerle. Lui gode delle sue lacrime, dei suoi gemiti di dolore e, per non rischiare di dimenticare ogni attimo condiviso con la sua vittima, ne filma gli incontri. Lei risponde con orgasmi e mute invocazioni di baci e gentilezze. La classica sindrome di Stoccolma?
La seconda metà del romanzo cambia improvvisamente strada. Da erotico si trasforma in romance, e tale resterà fino all’epilogo. Accantonato il sadomaso si passa al romantic suspense. E qui accade veramente di tutto: colpi di scena che si susseguono rendendo il ritmo serrato, scalate al potere, intrighi finanziari, legami con la mafia, antichi misteri legati a un quadro che gronda sangue.
Lo stile raffinato dell’autrice con questo romanzo si arricchisce di nuovi elementi, facendo emergere il libro dal mucchio di erotici che si assomigliano nella storia e nello stile. Probabilmente ha giocato a suo favore anche il fatto che è scritto in terza persona, POV che prediligo in assoluto. Questa non è la solita storia d’amore nata nel modo più sordido. La sotto trama è articolata in modo tale da tenere il ritmo sostenuto. Quello che mi ha colpito di più è stato la serie di informazioni intessuta talmente bene nella storia da non appesantirla. Per me, che ancora devo capire la conversione lira/euro, è stato affascinante seguire le macchinazioni per aggirare il crack finanziario, l’evidente conoscenza da parte dell’autrice del mondo dell’economia, a me piuttosto ostico.
I fatti che attingono dalla realtà sono amalgamati alle vicende dei nostri protagonisti senza scadere dell’infodump. Se nello storico la ricerca è uno step obbligatorio (non si può scrivere che la Rivoluzione Francese è scoppiata nel 1832) nel contemporaneo conferisce al romanzo credibilità, profondità e lo mette su un piano differente. In maniera molto fluida, quasi colloquiale, conosciamo la vicenda che vede il Barone Rolin alle prese con un quadro di Veermer giudicato erroneamente un falso (qui la storia del quadro). La stessa cosa che accade alla nostra protagonista, con l'aggiunta di elementi thriller che rendono la vicenda ancora più inquietante.
La coralità del romanzo è un altro punto a favore. I personaggi sono veramente molti e nessuno di loro, neppure le viziatissime figlie della Fifth Avenue, appare stereotipato. I cattivi sono tratteggiati fino troppo bene, così come la zia Rosalind, che ho adorato, con la sua nuvola di capelli azzurrini che ha ricordato mia nonna e le sue fialette dall'odore alcolico.
Una lettura eccittante, che suscita rabbia, stringe il cuore e tiene incollato alle pagine.
Una rilettura è d'obbligo, io credo di essere arrivata alla terza.
Io l'erotico non andiamo molto d'accordo, leggo solo quelli soft, quindi mi astengo da uptown girl. Comunque, sono felice che l'ultima fatica di Raffaella/Velo nero stia avendo successo. Io mi devo ancora riprendere dal suo tenebroso e irresistibile Lord Baxton!
RispondiEliminaP.S. Secondo me ti sei confusa con la sindrome di STOCCOLMA!
@Eiry: si vede che per Jackie Mr.Walsh è un'opera d'arte! X°°°D (Scherzi a parte, ho corretto, grazie della segnalazione! ^_^)
RispondiEliminaGrazie ragazze di ❤. Non so che cosa ci fosse scritto prima ma nel libro io parlo della sindrome di Biancaneve un modo di prendere in giro Jackie. Parlo anche dalla sindrome di Stoccolma... 😆Detto questo io sono incantata da questa recensione. È talmente bella e calzante che mi vien da piangere. Vi abbraccio e vi ringrazio ancora.
RispondiEliminaGrazie ragazze di ❤. Non so che cosa ci fosse scritto prima ma nel libro io parlo della sindrome di Biancaneve un modo di prendere in giro Jackie. Parlo anche dalla sindrome di Stoccolma... 😆Detto questo io sono incantata da questa recensione. È talmente bella e calzante che mi vien da piangere. Vi abbraccio e vi ringrazio ancora.
RispondiEliminaEccellente recensione! Hai dato voce al mio pensiero. Mi ci ritrovo tutta in questa tua recensione... La storia del quadro mi ha affascinato moltissimo e me lo ha fatto amare ancor di più!!!
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