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venerdì 3 luglio 2015

Recensione Tutto ciò che sappiamo dell'amore di Colleen Hoover






Titolo: Tutto ciò che sappiamo dell'amore
Titolo Originale: Slammed
Autore: Colleen Hoover
Serie: Slammed #1
Editore: Fabbri
Data di uscita: 12 Marzo 2015
Pagine: 285
Punto di vista: Prima persona (Lake)
Livello di sensualità: Soft






Trama: Lake ha vissuto l’anno peggiore del la sua vita: la morte del padre, i litigi con la madre, un trasloco in una nuova città e la fatica di reinventarsi una vita. Finché non conosce Will, il vicino di casa. Anche lui è stato costretto dalla vita a crescere in fretta.
L’intesa tra di loro è immediata, ma il primo giorno di lezione Lake scopre che il loro è un amore impossibile: Will ha solo qualche anno più di lei, ma è uno dei suoi professori.
Eppure quello che c’è tra di loro, a partire da un primo bacio scambiato quando ancora non sapevano di doversi evitare, sembra irresistibile. E così Lake e Will – costretti a restare lontani – si parlano attraverso la poesia, anzi, le poesie, in pubblico ma in segreto, servendosi di uno slam (una gara di versi) per dirsi tutto ciò che devono e vogliono dirsi. Alla fine, è qualcosa di molto semplice ed essenziale: come ha scritto la famosa poetessa Emily Dickinson, tutto ciò che sappiamo dell’amore è che l’amore è tutto. E spesso è l’unica forza che può tenerci a galla quando ogni cosa intorno a noi sembra mandarci a fondo.

Recensione:
Questo è stato il primo libro che ho letto di Colleen Hoover. L'ho scelto a caso dal mucchio, ignara che C.H. sarebbe diventata una delle mie autrici preferite. Che ad ogni nuova uscita, avrebbe risalito la mia personalissima classifica di gradimento, sfornando ogni volta un libro più emozionante del precedente.

Ero anche convinta che Tutto ciò che sappiamo dell'amore fosse un romanzo autoconclusivo, sebbene il finale non mi avesse soddisfatta pienamente. Ero infatti molto curiosa di sapere cosa sarebbe accaduto alla vita di Lake e Will. Immaginate quindi il mio entusiasmo quando ho scoperto che sarebbe uscito il seguito! Ero raggiante quanto una bambina la mattina di Natale.

Peccato che il tempo e le centinaia di libri che si sono messi in mezzo, mi impedissero di ricordare pienamente la storia e i personaggi. Che potevo fare quindi? Non avevo alternative. Dovevo rileggerlo.

Confermo la mia prima impressione: è un ottimo libro, non il mio preferito di Miss Aspirapolvere (rubo l'amichevole soprannome a Silvia de Il piacere della lettura), forse perché è più un YA che un NA, ma comunque è un buon romanzo.

I punti di forza sono, come sempre, i personaggi. Lake e Will sono due giovani ragazzi di 18 e 21 anni, ma a causa del loro particolare vissuto, sono maturi e responsabili. Hanno un carattere fantastico, tanto che vorrei averli come vicini di casa per passare il tempo a origliare le loro conversazioni, tanto sono interessanti e divertenti! Anche gli altri personaggi sono ben caratterizzanti e mi sono affezionata ad ognuno di loro, ai due fratellini Caulder e Kel, a Julia (la madre di Lake), a quel rompiscatole di Gavin e alla folle e positiva Eddie.

Devo ammettere che la poesia mi affascina, ma sono ignorante come una capra e per quanto mi riguarda è una forma d'arte misteriosa e incomprensibile. Ciò nonostante mi è piaciuto come è stata usata nel romanzo, spiegandola come una forma di espressione, un modo per comunicare quello che si prova senza sentirsi giudicati. Perché non si può dare un punteggio alla poesia. Perché "il punto non sono i punti, il punto è la poesia".
"Non deve avere nessuna importanza cosa pensano gli altri delle vostre parole. Quando siete sul palco, state offrendo agli altri un pezzetto della vostra anima. A questo non si assegna un punteggio."
Ecco, non capirò la poesia, ma questo concetto l'ho capito e mi è piaciuto molto. Come mi è piaciuto molto come viene affrontato il tema della morte, cioè come parte della vita. Non è ignorandola che si sconfigge, ma affrontandola, parlandone e, quando possibile, programmando le cose in modo che possa fare meno danni possibile, almeno su chi resta. Certo, la Hoover non ha approfondito veramente cosa significa perdere un genitore, il suo non è un romanzo drammatico che vuole sviscerare tutti i sentimenti e i processi psicologici del lutto. Non ha queste pretese

L'autrice ci vuole solo raccontare la vita di Lake e Will, nonostante i problemi, nonostante tutto. Sono dei lottatori, non si arrendono mai, cercano di ricavare il meglio da quello che hanno a disposizione. Certo, il destino ha estratto dal mazzo delle pessime carte per loro, non si può certo dire che abbiano avuto una mano fortunata. 

Ma hanno trovato l'amore, quello vero. Quello che non chiama in causa solo gli ormoni impazziti, ma anche due anime affini. Quello che non si merita il secondo o terzo posto, ma il primo. E questo non vuol dire che le altre cose, come il lavoro o i familiari, passano al secondo o terzo. Ma semplicemente gli fanno spazio. Ci vuole equilibrio tra testa e cuore, e loro due lo impareranno, ci vorrà un po' di tempo, avranno bisogno di una spintarella, dovranno prendere decisioni importanti, ma alla fine ci arriveranno.

Ma sapete qual è la cosa più bella? Che è già disponibile il seguito di questa storia dolce-amara ed è già nelle mie adoranti manine. Ho dato una sbirciata ai primi capitoli e si prospetta moooolto interessante, anche perché il POV è di Will! Quindi a prestissimo, con la recensione di Tutto ciò che sappiamo di noi due.

Il mio voto è:


2 commenti:

  1. Ammetto che è un libro che si lascia leggere, ma io non ho sopportato Lake, l'avrei presa a bastonate, l'avrei picchiata, le avrei tirato i capelli e dato calci negli stinchi. Non è bello che abbia dato libero sfogo al mio lato da Terminator u.u
    Però sto pensando di leggere il seguito, magari si comporterà in modo meno stupido, almeno ai miei occhi ^^

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  2. Hahahaha! Silvia, ti capisco! Si è comportata da ragazzina, ma alla fine quello è... Nel secondo è più matura, ciò nonostante un paio di volte una bella pizza in faccia gliel'avrei data anch'io. XD

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