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martedì 7 luglio 2015

Recensione L'unico sbaglio che rifarei mille volte di Lauren Layne (Best Mistake #1)








Titolo: L'unico sbaglio che rifarei mille volte
Autore: Lauren Layne
Serie: Best Mistake #1
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 27 giugno 2015
Pagine: 352
Punto di vista: terza persona
Livello di sensualità: Soft







TRAMA: Sophie Dalton non ha ancora capito cosa vuole dalla vita. Ama andare alle feste, uscire e divertirsi. Ma quando un addio al nubilato a Las Vegas va storto e un uomo d’affari la scambia per una prostituta, Sophie inizia a chiedersi se non sia il momento di ripensare il suo modo di vivere. E quello che è successo a Las Vegas è destinato a non finire lì. Durante una cena con i suoi genitori, infatti, Sophie conoscerà finalmente il fidanzato di sua sorella, Grayson Wyatt. E riconoscerà all’istante proprio l’uomo che l’aveva scambiata per una prostituta! Ricco e affascinante, Gray è un uomo abituato a ottenere ciò che vuole. E non gli serve molto per capire che Sophie, intelligente, impertinente, sexy, è tutto quello che cerca. Anche se è la sorella della sua fidanzata. Così, senza pensarci due volte, la assume nel suo nuovo ufficio. E quando una serata di lavoro finisce con una dolce colazione, entrambi si rendono conto che l’equivoco è stato solo l’inizio e che qualcosa di molto, molto reale sta per scatenarsi tra loro.


COMMENTO: 

Questo è uno di quei libri per i quali devo sbrigarmi a scrivere il commento, perché il tempo di spegnere il reader dopo aver letto la parola fine, e la mia mente si è dimenticata i nomi dei protagonisti, la trama e l'esistenza stessa del romanzo.

Un libro dimenticabile insomma, con una trama carina, uno stile fresco e scorrevole, buoni comprimari, dialoghi frizzanti, ma... ecco manca quella scintilla, quel qualcosa che mi fa amare una storia, che mi tiene incollata alle pagine anche se, per ipotesi, la scrittura non è delle migliori. Non mi ha preso di pancia, e se un libro non mi trasmette emozioni allora per me si può archiviare in quel 95% di cervello che non viene utilizzato.

Il motivo di tale reazione, per me, è da imputare ai protagonisti, Sophie e Grayson. 
Lei: bellina, ha il talento di intrattenere le persone e metterle a loro agio. Ha abbandonato l'università, dove vantava voti altissimi, non riesce a tenersi stretto un uomo, lavora come barista in un locale senza pretese. Ama andare a ballare e travestirsi da sgualdrina per gli addii al nubilato, tanto che galeotto fu un paio di stivali con gli strass.Incolpa i genitori della maggior parte dei suoi problemi, del fatto che non ha saputo scegliere quale facoltà prendere, o perché ha scarsa stima in se stessa. Un comportamento appropriato per un'adolescente. Peccato che Sophie di anni ne ha ventotto!

Lui: bello, ricco, di successo, possiede la verve di un branzino appena pescato. Forse l'autrice voleva dargli la classica aria di dominatore/cazzuto/alfa/che non deve chiedere mai. In realtà Gray è un pedante signore di, credo, trentacinque anni, che non è in grado di relazionarsi con la gente se non in ambito lavorativo, e solo quando è il momento di fare soldi. La povera segretaria che chiede come preferisce il caffè il suo nuovo capo, può anche stramazzare al suolo morta di imbarazzo. Gray non l'aiuterà.

Queste sono le premesse. Tutto il resto è noia, come direbbe il califfo. Sophie che chiede, pretende, si piange addosso e sprofonda in umilianti dichiarazioni. Gray che si trincera dietro un annoiato riserbo. Fortuna che a letto fanno scintille, per lo meno fino a quando non decidono di trascorrere il pomeriggio giocando a monopoli.

Noioso. La terza stellina è giustificata da uno stile pulito e ironico, che mi ha strappato qualche sorriso.


Il mio giudizio è

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