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giovedì 23 luglio 2015

Recensione La prima volta che ti ho incontrato di Pippa Croft (Serie The Blue Trilogy #1)






Titolo: La prima volta che ti ho incontrato
Titolo originale: The First Time We Meet
Autore: Pippa Croft
Serie: Blue Trilogy #1
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 19 giugno 2015
Pagine: 283
Punto di vista: prima persona (Lauren)
Livello di sensualità: alto







Trama: Quando Lauren Cusack, figlia di un senatore americano, arriva nel bellissimo Wyckham College di Oxford, spera sinceramente di riuscire a riattaccare i pezzi del suo cuore infranto da una brutta delusione d’amore buttandosi a capofitto nello studio. Ma all’improvviso piomba nella sua vita il nobile inglese Alexander Hunt e tutto cambia. Sexy, riflessivo, con un passato oscuro da cui vuole fuggire, quel ragazzo è proprio tutto ciò di cui Lauren non ha bisogno… eppure non può fare a meno di lasciarsi travolgere da lui. Alexander e Lauren sono consapevoli che dovrebbero restare il più lontano possibile l’uno dall’altra, ma il loro desiderio è così forte e intenso da superare ogni ostacolo. Riuscirà Lauren a conquistare una volta per tutte Alexander? E cosa ha a che fare Hunt con le forze speciali dell’esercito britannico? Quali misteri nasconde il suo passato?


COMMENTO: 
Questo libro era partito molto bene: uno stile pulito e scorrevole, insieme alla descrizione minuziosa ma mai eccessiva dell’ambientazione. Quel tanto che basta per far immergere il lettore nell'atmosfera antica e gotica del college di Oxford, tanto che all'inizio del libro sembra di trovarsi per davvero in mezzo a una strada bersagliata dalla pioggia, nel via vai di automobili che con prepotenza cercano il parcheggio nel traffico di inizio trimestre.

Lauren mi è piaciuta sin da subito: americana, figlia di un senatore repubblicano benestante, porta con sé un armadio di valige Louis Vuitton lasciandosi dietro un amore che l’ha prosciugata di ogni amor proprio. Con quel viaggio Lauren vuole emanciparsi, spiccare il volo dal nido sicuro della sua famiglia e cercare una strada che appartenga solo a lei. 

Mi piaceva sul serio, fino a che non è entrato in scena Alexander. Lui non mi è piaciuto per niente e di riflesso ha offuscato l’immagine della protagonista, che da forte e indipendente si trasforma nel solito ammasso di ormoni che arrivano a supplicare un invito nella tenuta del nobile Alexander. 

Il nocciolo della storia, i fraintendimenti e gli ostacoli che si frappongono tra questa coppia è solo uno: lei è borghese e americana, lui è nobile e inglese. Ora, ammetto che odio i luoghi comuni, soprattutto quando se ne fa un uso smodato e il romanzo propina come piatto unico solo questo terribile cliché. Che magari è anche autentico, dal momento che la Croft è inglese e spero che nelle sue intenzioni non ci fosse quella di dare un’immagine distorta del popolo a cui appartiene. Solo mi sembra incredibile che nel 2015 ancora esistano questi divari di classe, non dopo che Henry si è fidanzato con una ragazza sudafricana, o che il Principe di Galles ha sposato una borghese la cui famiglia vende gadget. 

Ma è quello che accade per tutta la storia, ahimè. 

Ecco qualche esempio:
- Lauren vive in un paese dove vengono usate indiscriminatamente le armi, più sicuro recarsi in Tanzania. 
- Lauren proviene dalle ex Colonie, OH MY GOD
- Lauren non sa nulla di caccia alla volpe, né delle gloriose tradizioni anglosassoni. 

Spero vivamente che l’autrice abbia voluto giocare sui luoghi comuni creando quasi un paradosso, perché gli Inglesi non ne escono affatto bene. 

L’uso della prima persona, unicamente dal POV di Lauren, non aiuta a capire i pensieri e le intenzioni di Alexander, che viene descritto come un borioso, caustico erede di un marchese, che disprezza il suo retaggio, ma ama il mondo in cui è nato. L’illustre genitore ricorda un lord vittoriano più che un moderno nobiluomo. Insomma, capisco l’attaccamento alle tradizioni, ma un minimo di educazione credo sia dovuta, tanto più che Lauren non è una yankee qualunque, ma è la figlia di un politico molto famoso in madrepatria. 

Tra una caccia alla volpe, un ballo in cui la povera fanciulla viene bersagliata da sguardi altezzosi, una ex fidanzata splendida, nobile e tenacemente attaccata a Alexander, si snoda la storia fino a arrivare all’unico gesto che ho apprezzato in Lauren: se ne va, lasciandosi alle spalle un... fidanzato? Scopamico? Che cos’è Alexander per lei? Io non sono riuscita a capirlo. 

Lauren è innamorata di lui, ma Alexander è rimasto un mistero. E’ un militare, partecipa a missioni rischiose, ha un fisico da urlo. Ma è attaccato a Lauren oppure è un gioco, un modo per irritare il padre? Sì, sappiamo che vivranno per sempre felici e contenti, ma solo perché si tratta di un romance, la Croft resta ermetica per ciò che riguarda i sentimenti di questo ragazzo algido e molto, molto irritante. 

Speravo in un bel colpo di scena alla fine del libro, invece anche in questo caso l’autrice gioca sul fraintendimento e il the end scivola via senza procurarmimi nessun palpito. 

Quasi quasi vorrei che Lauren se ne tornasse per sempre in America… 


Il mio giudizio è

4 commenti:

  1. Quindi carino, ma il nome dell'autrice è rivelatore...

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  2. X°°°D Certo che con un nome così, dovevamo aspettarcelo...

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  3. Diciamo che non rientra tra le mie letture preferite. In realtà non definirei questo libro noioso. Il grosso difetto, per quel che mi riguarda, è il continuo calcare la mano sul divario di classe tra lui e lei, neppure ci trovassimo nel regno della regina Vittoria. E' un po' come se un'autrice italiana parlasse solo di fughe d'amore, matrimonio riparatori, spaghetti e pizza.

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  4. Grazie al cielo per Google translate . Amore , ' Pippa ' ( ti dico a mio marito che sta perdendo ... ' LOL

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