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lunedì 27 luglio 2015

Recensione di Guardami, toccami, stringimi di Tiffany Reisz - Serie White Years vol.1

Titolo: Guardami, toccami, stringimi
Autore: Tiffany Reisz
Serie: White Years #1
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 23 luglio 2015
Pagine: 316
Punto di vista: terza persona
Livello di sensualità: molto alto

Trama: Prima di diventare la più famosa dominatrice di Manhattan, Nora Sutherlin era solo una ragazza di nome Eleanor: profondi occhi verdi, poco incline alle regole, grande appassionata di scrittura. A sedici anni Elle ha già dovuto fare i conti con una madre ossessionata dalla religione e con un padre ben poco interessato a lei. L’educazione cattolica a cui è stata introdotta l’ha allontanata dalla chiesa, tuttavia lo sguardo magnetico di padre Stearns, ovvero Søren, su di lei è come un’epifania. Nonostante sappia che non sia lecito amare un sacerdote, Eleanor è divorata dal desiderio. Quando però si ritrova nei guai e rischia di perdere tutto quello che ha, è Søren a intervenire per salvarla. Per ricambiare tanta generosità, la ragazza giura di ripagarlo con la propria totale obbedienza: davanti a lei si spalancano quindi le porte di un mondo del quale Søren decide di rivelarle tutti i più intimi e inconfessabili segreti…

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COMMENTO:  
Anais Nin, una delle più grandi scrittrici del 1900, rispose così al misterioso committente di racconti pornografici:
"Il sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia.Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate,di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero,di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino."
Non so se avete mai visto un film pornografico. A me è capitato diverse volte: con le amiche quando era ragazzina (che vergogna, che stupore!), ma anche da grande (che noia!). 
Ma cos'è un film pornografico, se non una sequela di atti uguali, che alla fine producono la stessa fascinazione di un oggetto creato su scala industriale?
Cos'è che diversifica il porno dall'erotismo?

Chiunque con un minimo di padronanza della lingua può descrivere un atto sessuale, ma solo chi possiede quel talento riesce a farlo vivere attraverso le parole.

Sì, lo so, il post di oggi è dedicato al nuovo romanzo di Tiffany Reisz, me ne ricordo, ma per descrivere le emozioni suscitatemi da questo libro devo prima spiegare il concetto di erotismo, e chi meglio della grande Anais Nin lo può fare? Chi meglio di Tiffany Reisz può suscitarmi il caleidoscopio di emozioni che provo leggendo i suoi libri?

Questo romanzo apre la serie dedicata agli Anni bianchi, ovvero al periodo in cui Nora era Eleanor. La serie Original Sinner era terminata con uno sconvolgente colpo di scena, per cui immaginatevi il mio stupore quando ho visto che questo libro partiva dalla fine del precedente. 

Nora è sconvolta dalla sofferenza, si trova dall'altra parte dell'oceano per elaborare un grande dolore. Decide di rinchiudersi in una casa tra i boschi, una casa che somiglia a quella delle fiabe dei fratelli Grimm. Eppure qualcuno l'ha seguita, un personaggio straordinario che irrompe nella vita di Nora pretendendo di conoscerla. La nostra amata Nora quindi fa quello che le riesce meglio: racconta. 

Racconta di quando aveva quindici anni e nutriva la speranza di poter essere amata da un padre che le aveva preferito la delinquenza. Racconta di quando viveva insieme ad una madre che amava Dio più di sua figlia, ma soprattutto narra della sua umiliante consapevolezza di amare il dolore.

Conosciamo più da vicino una Eleanor ragazzina, che possiede quell'ironia, ancora acerba, con cui affronterà per sempre la vita. Che già fa intravedere una sessualità sfrontata e selvaggia (e non ho usato questo aggettivo a caso). Che si innamora di un angelo biondo che non può avere, ma per il quale annaffierà un bastone piantato nel terreno, che ci sia il sole o la pioggia.

Molti avvenimenti già li conosciamo grazie alla serie precedente, ma qui vengono osservati e descritti in maniera viscerale. I sentimenti e le emozioni sono smembrati, partecipiamo al dolore, al piacere, all'angoscia di Eleanor che cresce e apprende aspetti di se stessa che finora le erano sconosciuti. Soffre quando deve prendere delle decisioni, soffre quando teme di fare del male a chi le sta intorno e soffre quando si accorge che deve scegliere quali strade imboccare, che la decisione non può essere presa osservando la strada più battuta (leggete la poesia La strada che non presi e capirete).

La storia è costellata di simbolismi: le corde non serviranno solo a legare un corpo per sottometterlo a perversioni sessuali...

"Nel momento in cui l'aveva visto, anni prima, si era sentita come se una corda d'oro l'avesse circondata alla vista di lui, stringendosi a ogni passo che faceva nella sua direzione. Ora sentì di nuovo quella corda stretta intorno ai fianchi e al cuore"

E come non commuoversi di fronte all'immagine di una Eleanor non ancora donna che, nella sua mente, ripone un abito da sposa e un paio di scarpine da bebè in una cassapanca e poi le da fuoco?

Quando la storia termina mi sono sentita disorientata e già orfana di Eleanor e Nora, delle due facce di una stessa medaglia che non ha perso lucentezza con il passare degli anni.

E mi ha lasciata ansiosa di conoscere la storia di un re privo di un regno...


Il mio giudizio è

1 commento:

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