Chiara ed io, insieme al gruppo di lettura, non ce la facciamo proprio a separarci da questa meravigliosa serie, che ci ha tenuto compagnia per tanti mesi.
E così eccoci qui, ci aggrappiamo ad ogni scampolo che riusciamo a trovare, perché anche quando si tratta di brevi novelle, Virginia de Winter rimane una regina.
Oggi vi parlerò della prima metà della novella, costituita dai primi tre capitoli, mentre Chiara il prossimo giovedì vi racconterà gli ultimi tre e l'epilogo. Ready?
Titolo: Black Friars. Le soglie del buio
Autrice: Virginia de Winter
Serie: Black Friars #3.5
Data di pubblicazione: gennaio 2014
Pagine: 68
Trama: Dopo la sconfitta del Presidio, la pace sembra tornata per le vie della Vecchia Capitale e nelle Nationes del Continente ma, quando la Principessa Sophia Blackmore intraprende un viaggio per Altieres, strane coincidenze le ricordano che altre insidie si muovono intorno a lei e la costringono a temere di nuovo per la propria sicurezza. Sogni e presagi la riportano ai giorni in cui forze oscure minacciavano la sua vita e le sorti del suo regno. Nella Vecchia Capitale, però, le vicende sembrano suggerire che, questa volta, il pericolo provenga dalla remota e selvaggia Nalvalle.
Capitoli da 1 a 3
Sophia e Gabriel, insieme alle Mayfield, i Sinclair e l'esercito di Altieres, sono in viaggio verso la loro patria. Finalmente la Principessa potrà conoscere le terre e il popolo su cui si è trovata a regnare quasi per caso e di cui non sa praticamente nulla. La Natione di Altieres è ricca di usi e costumi tutti suoi, ben diversi da quelli di Adelnor, a cui lei è abituata. Per fortuna Gabriel è ben felice di colmare ogni sua lacuna.
«Il Confine d'Inverno è dietro quelle colline laggiù. Si tratta del muro di cinta di una villa ormai in rovina che si estende per un bel tratto. Lo consideriamo il punto oltre il quale inizia il clima del sud.»
Ed è proprio così, man mano che avanzano, il clima si fa sempre più umido e caldo e mentre le Mayfield si adattano come perfette signore del Sud, la nostra piccola Sophia, abituata alle rigide temperature del nord, inizia a soffrirne.
Durante una pausa del viaggio, Fay pensa bene di intrattenere le amiche estraendo dalla borsetta un antico mazzo di carte per la divinazione. Il suo gesto non è del tutto disinteressato, infatti vuole che Sophia le maneggi... Perché?
«Ogni volta che entri a contatto con un oggetto magico tu ne puoi accrescere i poteri.»
Eh già. Non dimentichiamolo! Nonostante il suo aspetto inoffensivo, Sophia discende da una dea e in lei c'è anche una punta della natura del Presidio.
Infatti, pur tentando di restituire le carte senza alcuna intenzione di scoprire il proprio futuro, queste le cadono dalle mani e alcune di esse catturano la sua attenzione: uno scheletro con l'abito di una suora, una donna con la veste bianca dei Dottori degli Spiriti e una ragazza dal mantello bordato di pelliccia di lupo di Nalvalle. Di certo non è stato casuale...
In tutto questo, Fay si becca una ramanzina da Dray (!!) e Carol.
«Non è vero che mi innamoro solo di ragazzi che non posso avere.»
Carol alzò lo sguardo al cielo. «Gabriel, Cain Blackmore, il prete confessore di zia Merybelle, il ritratto del cugino Stanton morto il secolo scorso. Senza contare quel poeta misterioso della Città Vecchia che alla fine hai scoperto essere una donna.»
«Ho un'indole romantica.»
Ma l'esuberante Fay non ha ancora finito di combinare guai e parla a Sophia del bagno rituale di Fredya, che conferirebbe un fascino irresistibile agli occhi dell'innamorato. Secondo voi la nostra piccola demone ha imparato dai suoi errori passati? Ha capito che non deve cercare di forzare Gabriel in una certa direzione? Ovviamente no, ma come non capirla in questo caso? Il tenebroso ragazzo, infatti, è determinato a non andare oltre un certo punto nella parte fisica della loro relazione. Essendo nato da una seduzione premeditata, ha giurato di non essere quel tipo d'uomo. Peccato che Sophia voglia che sia esattamente quel tipo d'uomo.
Stare con lui era ogni volta una caduta libera in ombre dense di emozioni. Il piacere la portava fino all'orlo di un precipizio dove lui la tratteneva con quelle sue mani esperte.
Ogni suo gesto aveva un'abilità che le ricordava in maniera anche troppo dolorosa come lui l'avesse acquistata tra altre braccia.
La sofferenza che poteva infliggerle, dopotutto, non aveva bisogno del Marchio dell'Ordine della Croce.
E così compie il rituale. Perché in qualche modo deve possederlo ed essere posseduta. Ma come al solito lei gioca con il fuoco, senza paura di scottarsi.
Lo sapeva.
Quella consapevolezza le diede una scossa e si domandò come avesse potuto pensare di ingannarlo anche solo per un momento. [...]
«Lavanda, limone, rose», declinò, sottovoce. «Un bagno rituale di Fredya. Quasi potessi essere più pazzo e accecato di così quando si tratta di te, come se non mi stesse costando ogni briciolo di onore negarti ciò che desideri.»
Ah! Qui i cuoricini hanno cominciato a uscirmi dagli occhi, nemmeno avessi sedici anni invece di... non dico quanti. Gabriel è un uomo onesto e leale, ma è pur sempre un uomo. Ma soprattutto conosce Sophia meglio delle proprie tasche e ha preso le sue precauzioni per non farsi gabbare da una ragazzina, che ha però l'incontrovertibile vantaggio di essere in parte una divinità. Un talismano preparato da Madrina Lala gli permette di contrastare il potere che Sophia esercita su di lui.
«Non ti sei vendicata abbastanza, Principessa? Ti odiavo e mi hai gettato un incantesimo perché mi innamorassi di te. Desideravo la tua morte e adesso non sopravvivrei ad essa; volevo il trono di Altieres e ho giurato di metterlo ai tuoi piedi. Non sei ancora soddisfatta?»
Lontani da tutti, in riva al mare, con il sale nei capelli e la sabbia sulla pelle, arrivano ancora una volta al momento cruciale: Sophia sarà disposta a forzare la volontà di Gabriel pur di ottenere quello che vuole, o gli dimostrerà ancora una volta di amarlo davvero, lasciandogli la possibilità di scegliere?
«Toglimelo, se vuoi. In fondo chi sono io per oppormi alla volontà di una dea?»
Si fissarono per un tempo interminabile, infine Sophia ritrasse la mano.
Fu ricompensata da un sorriso luminoso poi lui si avvicinò ancora e le posò le mani sui fianchi.
«Vieni qui, Principessa», le sussurrò vicino alle labbra. «Lascia che ti dimostri quanto a poco ti servono gli incantesimi.»
Commentare con delle faccine che sbavano non è professionale, vero? Ok, allora meno male che non potete vedere la mia faccia in questo momento. Io questi due ragazzi li adoro e vorrei leggere tutta la vita le loro avventure...
A giovedì prossimo, con l'ultima metà della novella!
Sul blog La lettrice sulle nuvole con Chiara.
non sarà professionale ma quelle faccine sarebbero perfette!
RispondiEliminaVero? Ma anche le faccine con i cuoricini al posto degli occhi. Ahahahahaha!
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