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lunedì 11 luglio 2016

Recensione La città di sabbia di Laini Taylor
(Serie Daughter of Smoke & Bone #2)


Titolo: La città di sabbia
Titolo originale: Days of Blood & Starlight
Autore: Laini Taylor
Serie: Daughter of Smoke & Bone #2
Editore: Fazi Editore (collana Lain)
Data di pubblicazione: 11 febbraio 2016 
(prima edizione 25 aprile 2013)
Pagine: 450
Genere: urban fantasy
Punto di vista: Terza persona
Livello di sensualità: Basso


Trama: La studentessa d'arte Karou ha finalmente le risposte che ha sempre cercato. Sa chi è e cosa è. Ma, insieme a questa scoperta, un'altra verità affiora in superficie, una realtà che la ragazza farebbe di tutto pur di ignorare: ha amato un ragazzo che le è nemico, lui l'ha tradita e per questo il suo mondo è sconvolto. Ora, in una kasbah dimenticata nel deserto del Marocco, Karou e i suoi alleati si preparano a uno scontro definitivo contro l'armata dei serafini e sotto la luce delle stelle plasmano creature di potente forza distruttiva. Akiva, legato dall'appartenenza all'esercito degli angeli, ma gravato da un profondo conflitto interiore, inizia a progettare un altro tipo di battaglia: quella per il riscatto. Per la speranza. Costellato da scene drammatiche, di segreti e di scelte impossibili, "La città di sabbia" porta i due protagonisti sui fronti opposti di una guerra antichissima che ha acquistato nuovo vigore.

Recensione di Alexandria:

Tanto tempo fa, un angelo e un diavolo si innamorarono e osarono immaginare un nuovo modo di vivere, senza massacri, gole squarciate e roghi per i caduti, senza ritornati o eserciti di bastardi o bambini strappati dalle braccia delle loro madri per fare il giro sulla ruota dell’uccidere e morire.
Un tempo, gli amanti giacquero abbracciati nel tempio segreto della luna e sognarono un mondo che era come uno scrigno di gioielli senza gioielli: un paradiso che attendeva di essere scoperto e riempito con la loro felicità.
Questo non era quel mondo.
No, questo non era quel mondo. Questo è, invece, il regno di La Città di Sabbia, in cui si svolge la storia di Akiva e Karou, il Serafino e la Chimera, il cui amore è ancora il più forte simbolo di speranza che il loro mondo conosca.

Questa per me è stata una rilettura del libro, in vista della pubblicazione (finalmente, grazie Fazi!) dell’ultimo capitolo, Sogni di mostri e divinità, che conclude la meravigliosa Saga della Taylor.
Detto questo, raccogliamo le fila di quello che abbiamo lasciato nella Chimera e tuffiamoci in questa Città di Sabbia.

E’ l’inizio di Maggio. Karou, la ragazza sul ponte, scompare da Praga senza lasciare traccia. Nemmeno Zuzana, la sua migliore amica,  ha idea di che fine abbia fatto.
Akiva, conscio del disprezzo dei fratelli Hazael e Liraz per le sue bugie, non riesce a darsi pace e cerca Karou tra le rovine di Loramendi, con l’unico pensiero di trovarla, viva o morta.
Attaccato al vaso con un filo d’argento ritorto, c’era un quadratino di carta su cui era scritta una parola. Era una parola nella lingua delle chimere e, in quella circostanza, lo scherno più crudele che Akiva potesse arrivare a comprendere, perché significava speranza ma rappresentava la fine della sua, visto che era anche un nome.
Karou. 
Dov’è finita Karou?
Nell’unico posto dove potesse dare un senso alla sua esistenza: tra le Chimere. Sulphurus non c’è più ma lei ha imparato quel tanto che bastava per poter riparare a quello che il suo amore sbagliato aveva provocato. Non c’è più posto per quell’amore nella sua vita. Non più.
Akiva sarebbe dovuto morire quel giorno, così come lei. Era stato un tradimento, il loro amore, i loro progetti, e la cosa peggiore: il suo folle atto di pietà, salvare la vita di un angelo non una sola volta, ma due, cosicché aveva potuto vivere per diventare ciò che era adesso. Il Principe dei Bastardi, lo chiamavano, fra gli altri soprannomi. Thiago aveva fatto in modo che lei li udisse tutti: Signore degli Illegittimi, Sventura delle Bestie, Angelo dello Sterminio. E dietro ogni nome si annidava l’accusa: Grazie a te, grazie a te. 
Se non fosse stato per lei, le chimere sarebbero state ancora vive. Loramendi ancora in piedi. Sulphurus sarebbe stato con lei, e anche Sybilis e tutti gli altri. Quanto era stata ingenua Karou a  pensare che il mondo potesse esistere in un altro modo e che lei ne potesse essere l’artefice. Lei con Akiva.
Akiva…
E’ colpa sua. Mai potrà perdonarsi quello che ha fatto a Karou e alla sua gente. Quanto dolore e sofferenza i suoi gesti hanno provocato?
Ho smarrito la mia anima. «Ho smarrito il nostro sogno. Il desiderio di vendetta ha eclissato ogni cosa. Ricordo a stento le settimane e i mesi dopo che…». Dopo che ti ho vista morire, ed è morta anche una parte di me. «Non posso giustificare ciò che ho fatto, figuriamoci fare ammenda. Li riporterei indietro tutti, se potessi. Mi darei una morte per ogni singola chimera. Farei qualsiasi cosa. Farò qualsiasi cosa, e ogni cosa e so… so che non sarà mai abbastanza…». 
Akiva e Karou, che tanto si erano amati, adesso sono arsi dalla disperazione, dal rimorso per quello che il loro amore ha portato: solo morte e distruzione.  

Ma in tutto questo dolore non sono soli. Al fianco di Karou c’è Zuzana, l’affetto sincero, l’amica migliore del mondo, quella capace di accettare il fatto che Karou non sia umana, capace di accettare senza battere ciglio che l’amica trasformi denti in corpi mostruosi da animare. Quella che si mette in gioco, rischiando pure di morire in un improbabile viaggio nel deserto, zeppe ai piedi, pur di trovare la sua amica. Perché non l’abbandonerà mai.

E poi c’è Ziri, il ragazzino attento di diciotto anni prima, quello innamorato di Madrigal, che aveva visto l’amore di Akiva per lei, che ne era stato geloso ma poi si era stupito di come fosse solo lui, il nemico, a soffrire per l’evanescenza di Madrigal, Ziri il Fortunato, ancora oggi innamorato di Karou, capace di un grande sacrificio e di grande compassione.

E cosa avrebbe fatto Akiva senza Hazael e Liraz? Sono stati loro la sua unica ragione di vita in quei giorni disperati in cui credeva Karou morta. La loro vicinanza, il loro sostegno spesso muto, sempre celato, ma vivo e presente più che mai lo hanno tenuto in piedi.
«Dovrebbe aver ferito i miei sentimenti perché non è venuto a cercarci?», domandò Liraz a Hazael. Si era appoggiata al muro, con le braccia conserte.
«Sentimenti?». Hazael le lanciò un’occhiataccia. «Tu?».
«Io ho dei sentimenti», rispose lei. «Ma non quelli sciocchi, come il rimorso». Lanciò un’occhiata ad Akiva. «O l’amore».
Amore.
Ciò che si era spezzato nell’animo di Akiva si scontrò frantumandosi.
Troppo tardi. Era arrivato troppo tardi.
«Mi stai dicendo che non mi ami?», domandò Hazael alla sorella. «Perché io amo te. Penso». Fece una pausa, assorto.
«Oh. No. Lascia stare. È paura». «Io non provo nemmeno quella», disse Liraz. 
In questo libro sono tanti i personaggi che  gravitano intorno ad Akiva e Karou, personaggi positivi e negativi (Thiago e Joram in primo luogo) e intorno a loro si sviluppa tutta la storia di La Città di Sabbia, finché tali vicende non si intrecceranno, dando vita a un racconto complesso e articolato, dove trovano posto odio e dolore, vendetta e rimpianti, amore e pietà, amicizia e affetto.

Tanto tempo fa una ragazza viveva in un castello di sabbia... e un osso del desiderio distrusse ogni speranza.
«Karou, Karou. Oh, il tuo nome mi diverte. Quello sciocco di Sulphurus. Ti ha chiamata speranza perché ti sei infoiata di un angelo? Avrebbe dovuto chiamarti lussuria. Avrebbe dovuto chiamarti puttana».
Questo senso di rimpianto, questa consapevolezza che tutto è stato invano, mi hanno stretto il petto per tutto il tempo, lasciandomi con il vuoto nel cuore. Non doveva finire così... non doveva nemmeno iniziare così.
Avrebbero dovuto stare insieme, Akiva e Karou, la speranza delle Chimere e il riscatto dei Serafini. Ho odiato Thiago e Ten e ho amato Zuze e Mik e, alla fine, persino Lir. E Hazael l'ho venerato.
Sì, perché i protagonisti in questo secondo capitolo della saga non sono solo Karou e Akiva, ma sono le Chimere e i Serafini e i loro sentimenti, brutali e nobili.

Il libro si chiude con quella speranza di cui parlava Sulphurus, quella scintilla di magia che può ancora essere accesa nei cuori di entrambe le razze. La lotta per la libertà ha appena avuto inizio.

Cinque stelle

5 commenti:

  1. bella recensione e bel libro!! è una trilogia che sto amando e non vedo l'ora di leggere l'epilogo!

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  2. Ho mal giudicato questa trilogia, forse a causa delle cover che non mi attirano molto. Leggendo la tua recensione però sembra una storia molto appassionante e soprattutto ben scritta!

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  3. @Angela, ho letto i primi due capitoli del terzo contenuti in anteprima nella Novella e fidati se ti dico che già l'inizio è uno spettacolo. L'invasione dei Serafini!
    @Alisya, forse hai ragione, rispetto alle precedenti le Cover attuali sono davvero belle e allettanti, ma questa saga merita per come è pensata e scritta. Non è di certo la solita storia di Angeli e Demoni, e lo stile della Taylor è molto ricercato. Scrive davvero bene. Dico sempre che mi ricorda la de Winter (lo dico anche a lei, eh!) perchè usa le parole spesso in modo simile al suo. Leggi La Chimera di Praga. Te ne innamorerai.

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  4. Bellissima recensione complimenti! Io ho proprio voglia di rileggere questo secondo libro prima di immergermi nel terzo! *_*

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  5. Grazie per il consiglio Alexandria, visto il tuo entusiasmo non posso che mettere questi libri in WL! Grazie mille! ;)

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