Oggi vi presentiamo con piacere il romanzo d'esordio di Sagara Lux, una giovane e talentuosa autrice reduce dal grande successo sulla piattaforma wattpad.
Di carne e di piombo vi terrà con il fiato sospeso in un'altalena di emozioni, non ultima l'amore tra i due protagonisti.
Titolo: Di Carne e di Piombo
Autore: Sagara Lux
Editore: Selfpublishing
Pagine: 270 (versione cartacea)
Data di pubblicazione: 23 Settembre 2015
Prezzo eBook: € 2.99 (esclusiva KU amazon)
Prezzo cartaceo: € 9,53
TRAMA: Il corpo non mente.
Amanda lo sa bene. Interpretare i gesti e le parole delle persone è il suo mestiere, ma nonostante questo non appena si imbatte in Darren Swan non può fare a meno di sentirsi ingannata.
Da se stessa. La verità non fa male.
Truffatore. Ladro. Assassino. Darren Swan sa bene cos’è, ma nonostante questo nei suoi silenzi e nelle pieghe della sua anima Amanda scorge qualcosa che la spinge a studiarlo, a guardarlo. Ad amarlo.Tutto ha un prezzo.
Il giorno in cui Darren evade dal carcere in cui è rinchiuso accade qualcosa di impossibile.
Amanda avrà un’unica occasione e un’unica vita per entrargli nella mente e nel cuore; per portare a galla verità nascoste così a lungo da venire dimenticate e per riaprire ferite destinate a cambiare per sempre le loro vite.
Furono i miei sensi a riconoscerlo, prima ancora della mia mente. Fu il brivido che mi corse lungo la schiena non appena lo vidi avvicinare una sigaretta alle labbra e stringerla come se avesse voluto distruggerla; la vertigine che mi fece tremare le gambe quando inclinò il capo all’indietro e socchiuse gli occhi, gustandosi una pace che non meritava. Il cuore mi salì in gola. L’odore del fumo mi penetrò nelle narici, acre. La sensazione che fosse tutto sbagliato mi morse il respiro insieme alla paura. L’istinto mi suggerì di indietreggiare, ma la ragione non mi permise di farlo.
Era troppo tardi.
Aveva già sollevato gli occhi verso di me. Mi aveva visto. Mi aveva guardato. Le sue mani avevano gettato a terra la sigaretta, tornando libere come non avrei mai voluto. Era stato allora che avevo compreso.
Il diavolo in persona era venuto a reclamarmi.
Non esisteva via di fuga, né salvezza.
Tu non dovresti essere qui.
Ingoiai amaro. Parole aspre come l’odore che impregnava l’aria mi grattarono la gola. Serrai la presa sulla borsetta e sostenni il suo sguardo. Con gli occhi, scivolai lungo i lineamenti marcati del suo volto. Cercai una qualsiasi traccia di esitazione o di incertezza, ma non la trovai. E non me ne sorpresi.
Darren Swan allontanò la schiena dalla parete su cui si era appoggiato e si mosse verso di me. Lento. Inesorabile. Pericoloso. I suoi occhi mi tennero inchiodata dov’ero, con una mano sulla ringhiera e un piede sull’ultimo gradino. Mi fissarono con una tale intensità da farmi temere che volesse farmi del male, tuttavia non permisi a me stessa di mostrare alcun segno di cedimento e continuai a guardarlo.
I capelli scuri gli adombravano il viso, lasciando esposta la linea dura della mascella. Era sempre stato un uomo sicuro di sé. Non si era mai vergognato di nulla e non aveva mai esitato a dire tutto quello che gli passava per la mente, per quanto sconveniente o rischioso potesse essere. Era un uomo dalla mente sveglia e dalle mani violente. E questo era anche il motivo per il quale lo temevo davvero; non perché conoscevo perfettamente le colpe di cui si era macchiato; non perché era il protagonista, la mente e l’artefice dell’incredibile evasione di cui tutti i giornali parlavano da due giorni a quella parte, ma più semplicemente perché sapevo che non c’era nulla di casuale nella sua presenza lì e perché ero certa che non se ne sarebbe andato prima di avere ottenuto da me quello che voleva.
Tutto quello che voleva.
«Non dovresti essere qui.»
Le parole mi uscirono di bocca spontanee. Lui mi rispose con altrettanta naturalezza, sferzante e severo. Il suo tono era come sempre arrogante, il suo sguardo truce.
«Ho bisogno che tu faccia qualcosa per me.»
Sapevo che a quel punto avrei dovuto dire qualcosa. Sapevo che l'unico modo per fermare Darren Swan era tenergli testa, ma non riuscii a farlo. La sua sola presenza, così vicino a me, mi toglieva il respiro. Era agosto. Faceva caldo. Gli appartamenti vicini al mio erano ormai quasi tutti vuoti. Non c'era una guardia alla mia porta e la mia assenza non sarebbe stata notata da nessuno prima della successiva mattina. Il pensiero che avesse tutta la notte per costringermi ad assecondare la sua richiesta mi mandò completamente in confusione.
Le mani mi tremavano. Lo sentivo. Era vicino. Mi stava girando intorno, come un avvoltoio. Stava cercando il punto migliore in cui affondare il coltello.
«Non obbligarmi a farti del male. Sai che non voglio.» Nella sua voce era nascosta un'inspiegabile delicatezza. «Dimmi dove si trova Dorothy e ti lascerò andare.»
Sollevai la testa e lo guardai in viso. Una morsa mi attanagliò lo stomaco.
«Io non posso.»
Il suo sguardo mutò nuovamente. La sua mascella si tese. I suoi occhi si fecero pericolosi. Sollevò il mento, guardandomi dall'alto in basso.
«Molto bene. Allora non mi lasci altra scelta.»
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Ancora molte grazie a Claire e allo staff, non soltanto per avermi ospitato, ma per avermi accompagnato nell'impresa di pubblicare un libro :)
RispondiEliminaAvremo sicuramente occasione di sentirci di nuovo, un abbraccio grande, Sag ;)