
Titolo: Silence
Titolo originale: Silence
Autrice: Natasha Preston
Serie: Silence #1
Editore: Newton Compton
Data pubblicazione: 1 giugno 2016
Genere: young adult
Punto di vista: prima persona alternata
Livello di sensualità: molto basso
Trama: Oakley Farrell è chiusa nel silenzio da undici anni. All’età di cinque ha smesso di parlare, e nessuno sa perché, anche se l'ipotesi più probabile è che abbia subito un trauma, dato che dal punto di vista fisico non sembra avere niente che non vada. Nonostante gli sforzi della sua famiglia per risolvere il problema, da allora Oakley comunica solo con piccoli gesti e se ne sta rinchiusa in un mondo tutto suo. A scuola viene esclusa e presa in giro dagli altri ragazzi. Ha un solo amico, Cole Benson, che la conosce fin da quando erano entrambi molto piccoli e le è rimasto sempre accanto, perché per lui Oakley è perfetta così com’è. Nel corso degli anni hanno costruito una loro personale versione dell’amicizia. Ma funzionerà ancora quando inizieranno ad avvicinarsi sempre di più?
E quando Oakley sarà costretta ad affrontare una persona che arriva dal suo passato, riuscirà ancora a mantenere il suo segreto?
Recensione di Alice:

Purtroppo però, in questo romanzo, non ho trovato neanche l'ombra del coinvolgimento emotivo che mi hanno provocato gli altri due, il che è inaccettabile con il tipo di argomento che tratta. Quando si parla di un trauma così grave da provoca il mutismo in una bambina di sei anni, io devo stare male! Devo soffrire come un cane! Ma soprattutto, mi devo emozionare! L'inizio sembrava anche promettente, tanto che, quando ho letto la prima pagina e ho trovato questa frase, già mi sfregavo le mani per l'attesa di quello che pensavo mi aspettasse.
Il silenzio ha logorato tutta la mia vita. Ha cancellato cose che non sarei mai riuscita a esprimere. Dal mio silenzio dipendeva la felicità della mia famiglia. Il silenzio era la mia prigione.

Come vi immaginerete, il rapporto tra i due a un certo punto inizia a virare bruscamente dall'amicizia verso qualcosa di molto più fisico. A questo punto la mia attesa era ai massimi livelli. La parabola della curiosità era nel punto più alto. Oakley ha un segreto grande quanto lo stato del Texas e non è possibile tenere all'oscuro Cole per sempre.
«Parlare ti fa paura?»
"Paura" era un eufemismo. Ero terrorizzata. Essere muta era più semplice: nessuno poteva indurmi a parlare, quindi nessuno mi avrebbe fatto dire la verità. Ero intrappolata dentro di me, ma tutti erano più al sicuro.

A questo si aggiungono un finale che ha del surreale e una traduzione non particolarmente brillante, ma sorvoliamo... Per concludere, lo consiglio? Beh, non lo sconsiglio, perché non si può dire che sia brutto, ma si può trovare certamente di meglio!

Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.