E’ con questa parola che inizia il secondo episodio della sesta stagione di GoT. Dopo aver visto la puntata è anche chiaro il motivo della scelta del titolo: Home è il leitmotiv che accompagna l’intero episodio, dall’inizio alla fine.
Il primo a tornare a casa è Bran. Come, vi eravate dimenticati di lui? Ormai avevate perso le speranze che “Chi l’ha visto” potesse ritrovarlo? Gente di poca fede.
Bran è a casa, a Winterfell, a guardare suo padre Ned allenarsi da bambino insieme al fratello Benjen, facendosi bacchettare dalla sorella Lyanna, mentre un ragazzone di nome Wylis li osserva estasiato.
Insomma, mentre i suoi fratelli crepano, vengono stuprati, accoltellati, privati della vista e perseguitati, Bran sta chiuso in una grotta a farsi viaggetti mentali felici con Hodor e Meera (Meera, marpione di un Bran!)
No, aspettate. WYLIS? Chi diavolo è Wylis? That boy has no name! That boy don’t speak!
Questa è la scoperta del secolo, è il motivo che mi ha spinto a guardare cinque serie di GoT, a sopportare la morte dei miei personaggi preferiti, a vederli contorcersi tra atroci sofferenze restando impotente davanti allo schermo. Tutto per lui. HODOR! Wylis, tu parli! OMG!
Lo shock è talmente forte che dimentico che Jon Snow giace ancora bluastro e morto su un freddo tavolo di legno in una stanza di Black Castle, con Ser Davos e i fedelissimi a vegliarlo, aspettando che Ser Alliser arrivi a stanarli e un miracolo che tarda a salvarli.
Nel momento in cui Ser Davos si rende conto che non c’è più tempo e, sguainando la spada, rivolto agli altri, certo che la morte ormai sia cosa certa, dice “Non sono mai stato un combattente. Mi scuso per ciò che state per vedere”, ho talmente imprecato contro quel maledetto grassone di Alliser che i Sette Dei si sono dovuti tappare le orecchie.
Ma chi la fa l’aspetti e i traditori alla fine sono stati traditi.
Scena da “il bue che dice cornuto all’asino”, Alliser si lancia in accuse infamanti contro Tollett, tornato a Black Castle con Bruti e gigante al seguito che, però, lo rimette a posto in un nanosecondo: “Gli unici traditori qui sono coloro che hanno piantato le loro spade nel cuore del Lord Comandante”.
Beccati questa, grassone del cappero, e vai a fare da materasso al letto di una cella.
Nel frattempo, ad Approdo del Re, qualcuno si ubriaca e loda l’eleganza con cui Cersei ha sfilato nella passeggiata della svergognata.
A sue spese ha imparato che non bisogna mai, MAI, parlare male della Regina Cersei e del piccolo spadino di Jamie Lannister.
Obbiettivamente, Cersei non mi è mai stata simpatica. A lei ho preferito sempre Margaery e il fatto che il loro destino, il destino di due regine belle e potenti, sia stato messo in mano a quel santone dell’Alto Passero, mi ha fatto riflettere su quanto il potere e la gloria siano vane in confronto a una forza superiore. Oh no, non la forza di Dio, ma la forza della disperazione delle masse, di chi non ha nulla da perdere se non una vita che per nessuno vale abbastanza.
E così, se credevo che Jamie avrebbe messo a posto quel vecchio santone, vendicando l’umiliazione di Cersei, mi sono presto dovuta ricredere.
“Noi non abbiamo un nome, nessuna famiglia. Siamo tutti poveri e privi di potere. Eppure assieme possiamo rovesciare un impero.”
A Meereen assistiamo a una lezione filosofica di Tyrion. Dopo il “Tu non sai niente, Jon Snow”, il nuovo mantra sarà “Io bevo e so le cose.”
Così, il nostro ottavo nano Saggiolo, decide che, vista la situazione precaria in cui Meereen versa, l’unica soluzione sia liberare la bestia, o i Draghi.
Evidentemente, doveva essere davvero ubriaco per infilarsi nella prigione di Rhaegal e Viserion per liberarli, al grido di “E’ ora di cena per i Draghi!”
Tyrion, nanerottolo del mio cuore, hai davvero fegato, ma spero che i Draghi non se lo mangino!
Ed ecco la scena.
RHAEGAL: *Vampata*
TYRION: *Speranzoso* “Non mangiate l’aiutante!”
VISERION: *Tra sé e sé* "Vabbè, nanetto, scollami ‘sto collare che ne ho abbastanza di stare chiuso qui dentro. E poi non mi piace la carne al vino rosso."
E magicamente, quello che Daenerys è riuscita a fare dopo cinque libri, Tyrion lo fa in cinque minuti. Varys, la prossima volta che Tyrion ha queste idee geniali, non farti scrupoli: assecondalo!
Lady Walda che non era solo grassa ma decisamente incinta, sforna finalmente il pupo.
HE’S A BOY!
*Notare la faccia di Ramsey che da rosea e liscia si fa verde e acida.*
Le congratulazioni a Bolton padre sono d’obbligo. Ovviamente, una coltellata ben assestata è la prassi in questi casi.
Ramsey deve aver litigato di brutto con tutti i fornitori di crocchette e cibo per cani, perché non si spiega il motivo per cui non gli arrivino i rifornimenti per sfamare quei dolci cuccioli che tiene nel canile. Ma niente paura! Ramsey ha la soluzione! Nessuno dei suoi cani patirà mai la fame. C’è sempre carne grassa, tenera e morbida per loro. La citazione del giorno è: “Preferisco essere figlio unico.”
Nel frattempo, nella foresta si consuma un dramma di proporzioni epiche: Theon e Sansa si dicono addio.
Il nostro amato salsicciotto non accompagnerà Sansa a Black Castle, col rischio che Jon lo faccia a fettine (in quel senso, ha già dato, poveraccio!).
Così decide di tornarsene a casa dalla dolce sorella e dall’amato padre.
Sì, proprio loro, Balon e Yara Greyjoy, che nelle Isole di Ferro passano il tempo navigando tra onde e tempeste e attraversando ponti di legno traballanti nel vuoto: Lysa Arryn docet.
Dopo esattamente 55 minuti di episodio, tutti noi ci stavamo chiedendo trepidanti che fine avesse fatto la Dama Rossa. Probabilmente s’è persa con trucco e parrucco.
Ritornata la figona rossa che tutti abbiamo imparato ad odiare e amare, Melisandre accetta la richiesta del buon Davos e si mette a trafficare col cadavere di Jon.
Ora, io voglio assolutamente sapere perché c’era quella pezzuola a coprire l’unica parte del corpo di Jon che non doveva stare coperta. Se dobbiamo vedere il nostro amato Lord Commander per l’ultima volta, prima di affidarlo a una pira bruciante, dovremmo poterlo guardare proprio in tutto il suo splendore bluastro e non coperto da quello straccetto! Questa è cattiveria pura!
Melisandre tocca e pulisce e lava e…, ok, è morto e blu e la necrofilia è illegale, lo so. Pronuncia formule sacre, getta ciocche di capelli di Jon nel fuoco, nella stanza l’aria è densa di attesa, i pugni si stringono, il respiro si ferma, la voce di Melisandre si arresta, i guardiani sospirano rassegnati e…NIENTE!
Ser Davos lascia per ultimo il corpo di Jon sempre più blu ma bello pulito in compagnia di uno Spettro abbattuto, mentre lo sconforto ci stringe il petto e la lacrimuccia sta per sgorgare dai nostri occhietti tristi. Finché…
Avete sentito dei cori da stadio senza che nessuna partita di calcio si giocasse e delle auto che sfilavano coi clacson impazziti?
Ecco, adesso sapete che anche Jon Snow is at home.
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