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mercoledì 29 giugno 2016

Recensione doppia Shatter Me di Tahereh Mafi
(Serie Shatter Me #1)


Titolo: Shatter Me
Titolo originale: Shatter Me
Autrice: Tahereh Mafi
Serie: Shatter Me #1
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 9 giugno 2016
(prima pubblicazione "Schegge di me" 2 Maggio 2012)
Pagine: 378
Punto di vista: prima persona
Livello di sensualità: basso

Trama: Sono 264 giorni che Juliette, 17 anni, vive segregata in una cella. Non ha contatti con il mondo esterno e nessuno può avvicinarla perché ha un potere terribile: se tocca una persona la uccide. L'organizzazione militarizzata che l'ha rinchiusa la considera un'arma grandiosa, ma per lei non è altro che una maledizione. Un giorno arriva Adam, a condividere la cella con lei. Juliette si tiene distante, non vuole fargli del male, ma quando lui la prende tra le braccia per consolarla, una notte che è in preda agli incubi, scopre che è immune al tocco di lei. Insieme si danno alla fuga. Per Juliette è un tentativo di ritrovare se stessa, di smettere i panni del mostro e fare i conti con il suo dono.

Recensione di Alice:
Cover prima edizione
Sono almeno un paio d'anni che questo romanzo si aggira nella mia wish list, ne avevo sentito parlare molto bene ma anche molto male. L'elemento decisivo che mi impediva di comprarlo era che Rizzoli non sembrava avere intenzione di pubblicare i seguiti, quindi... perché farmi del male? Quando ho saputo, grazie ad Alexandria, che qualcosa si stava muovendo, ho deciso di dare fiducia all'editore e iniziare questa serie. Rizzoli, non deluderci!

La prima cosa che mi ha affascinata è stato lo stile dell'autrice, così originale ed efficace nel rendere i pensieri di Juliette. La mancanza di punteggiatura quando è agitata o nervosa. Il barrato quando si lascia andare a pensieri che poi si nega con violenza. Le metafore quando vive emozioni che non sa identificare in modo chiaro. L'uso ricorrente dei numeri in cifre e non in parole, che rivela la sua fissazione maniacale per i numeri. La resa grafica di qualcosa di intangibile (pensieri, emozioni) mi ha colpita molto e sono certa che mi faranno ricordare quest'autrice per parecchio tempo.

La storia, lo ammetto, non l'ho trovata all'altezza dello stile superbo. Le premesse ci sono tutte e, per me che ho un debole per il distopico, sembrava una vittoria facile. La trama dice molto, forse anche troppo. Juliette ha il potere di uccidere una persona con il semplice tocco delle sue mani. Ha avuto un'infanzia completamente priva di affetto, trattata da tutti, compresi i suoi genitori, come se fosse un mostro. Tanto che anche lei se ne è convinta, quasi, ma non del tutto. Lo rivelano i suoi pensieri barrati, cancellati, rinnegati. Sembra rassegnata alla prigionia, alla solitudine, anche se continua ad immaginare un uccello che vola libero nel cielo. 
"Solo ora so che gli scienziati si sbagliano.
La terra è piatta.
Lo so perché sono stata gettata oltre il suo ciglio, e ho trascorso diciassette anni sforzandomi di restare aggrappata. Per diciassette anni ho cercato di issarmi oltre quel ciglio, ma è quasi impossibile sconfiggere la forza di gravità quando non c'è nessuno disposto a darti una mano.
Quando nessuno vuole correre il rischio di toccarti."
Un giorno un ragazzo viene buttato nella sua cella e sconvolge tutti i suoi equilibri, la sua alienante routine.
"Ha le braccia tatuate dai polsi fino ai gomiti. Al sopracciglio gli manca un piercing che devono avergli sequestrato. Occhi blu scuro capelli castano scuro linea del mento spigolosa corporatura forte e snella. Bellissimo Pericoloso. Spaventoso. Terribile."
Adam, che inizialmente la tratta con arroganza per affermare il proprio potere. Adam, con quegli occhi azzurri che lei conosce. Adam, chi è Adam?

Non voglio rivelarvi altro della trama, perché io l'ho letto non sapendo nulla ed è stato bellissimo vivermi ogni singolo colpo di scena, ogni variazione di scenario, ogni nuovo personaggio introdotto...
Non posso, però, non nominare Warner. Il terribile, crudele, inumano, assetato di potere Warner. So per certo che questo personaggio nasconde molto di più di quanto ci viene mostrato in questo primo volume della serie e non vedo l'ora di scoprirlo nel secondo. Per ora non posso che odiarlo con tutto il cuore e provare pena per lui. Mentre non posso che sdilinquirmi per Adam, il coraggioso, determinato, impulsivo Adam. 

Come vi dicevo, la storia ha un potenziale altissimo, che però si è un po' perso tra le pagine. Non sapete quanto sia stupita per quello che sto per scrivere ma... troppo romance. In una società che ha già superato l'orlo dell'autodistruzione, in una situazione in cui la gente muore ad ogni angolo, in un momento in cui tutte le sue certezze vengono messe alla prova, Juliette non fa che sbavare su Adam. Ora, credetemi, io la capisco benissimo, e chi non lo farebbe? Ha 17 anni e negli ultimi tre è stata imprigionata. Poi si trova davanti questo tocco di manzo da sturbo che può toccarla senza restarci secco. Ci sta che i suoi ormoni si mettano a fare la ola. Però ammetto che qui la parte romantica eccede rispetto al resto, che avrei preferito approfondito meglio. Un uccellino mi ha anticipato che tutte le risposte si troveranno nei prossimi romanzi e che nulla è come sembra. Ma io devo valutare questo singolo libro e questo è il mio pensiero al momento.

Per concludere, uno young adult romantico e scritto divinamente, con elementi distopici e paranormal, che mi ha tenuta incollata alle pagine, ma che mi ha lasciata con la stessa sensazione di essere seduta su una potentissima Ferrari, ma non averne mai sentito ruggire il motore. 
Quattro stelle

Recensione di Alexandria:
Quando lessi la prima volta Shatter me, il libro era appena uscito e aveva un’altra copertina e un altro titolo. Si chiamava, infatti, Schegge di me. Questa recensione è frutto della rilettura di Shatter me e quindi va collocata in una dimensione diversa rispetto alla prima impressione che si può avere di un libro, innanzi tutto perché sono passati anni da quando l’ho letto la prima volta e poi, soprattutto, perché nel frattempo ho letto l’intera saga, novelle comprese, in lingua originale. Inoltre, avverto che questo è un approfondimento e che ci sono punti che potrebbero rivelarsi dei leggeri spoiler, per cui leggete con cautela.

Sono notoriamente una patita del genere distopico, quindi quando mi sono ritrovata tra le mani la storia di Juliette Ferrars mi ci sono buttata a capofitto. Questo è un punto che voglio focalizzare prima di scrivere le mie impressioni su questo libro: prima di leggere Shatter me, il lettore deve essere consapevole del fatto che si tratta di un distopico e per tale motivo risponde perfettamente ai canoni del genere (con questo intendo dire che chi si accinge a leggerlo deve necessariamente amare le storie distopiche, altrimenti il suo giudizio non può che essere condizionato.)

Shatter me racconta in prima persona la storia di Juliette Ferrars, una diciassettenne che si trova rinchiusa in una specie di manicomio, isolata dal resto del mondo perché pericolosa. Il suo mondo è fatto di quattro mura spesse e una finestrella di vetro da cui guarda lo scorrere del tempo e le stagioni, chiedendosi se tornerà mai a vedere gli uccelli volare.
Il mondo in cui Juliette vive è un mondo in rovina, dove la natura è stata violentata dall’uomo, le stagioni non seguono più il loro corso e la popolazione si trova a vivere nella schiavitù di un regime totalitaristico che mira a distruggere l’individualità e la cultura, bruciando i libri, vietando la scrittura, padrone della vita e della morte di tutti, la Restaurazione.
Sono rinchiusa da 264 giorni. A tenermi compagnia ci sono solo un quadernetto, una penna malridotta e i numeri che mi frullano nella testa. 1 finestra. 4 pareti. 15 metri quadrati di spazio. 26 lettere di un alfabeto di cui non mi sono mai servita nel corso di 264 giorni d’isolamento. 6336 ore dall’ultima volta che ho toccato un essere umano.
«Tra poco dividerai la cella la stanza con qualcuno» hanno detto.«Speriamo che tu ci marcisca, qui dentro Una gratificazione per la tua buona condotta» hanno detto.«Tra psicopatici v’intenderete Basta isolamento» hanno detto.
La prima cosa che colpisce leggendo Shatter me è il linguaggio, i numeri e le parole ripetute e, cosa ancora più inusuale, l’uso del barrato, di cui almeno tutta la prima parte del libro è piena.
Juliette è considerata da tutti un mostro: il suo tocco è mortale e pertanto non può né toccare né essere toccata da nessuno. Juliette è un’assassina, Juliette si merita di stare rinchiusa, di essere stata rifiutata persino dai suoi genitori, di non essere considerata umana.
Anche lei vorrebbe considerarsi un mostro ma non ci riesce. Riversa se stessa sul suo quadernetto, i suoi pensieri, il suo dolore, la sua disperazione e poi cancella tutto con una linea che, se da un lato è la negazione della sua malvagità, dall’altra rimarca la sua condizione di reietta. Ecco spiegato il barrato.

A un certo punto, nel mondo di Juliette, fatto di solitudine e di sconforto, piomba un ragazzo, Adam. Juliette ha come l’impressione di conoscere quegli occhi azzurri che la infiammano e presto si rende conto che Adam è una sua vecchia conoscenza di scuola, un ragazzino di otto anni che lei vide nel parcheggio della scuola picchiato dal padre e che, lei non sa perché, la difendeva quando tutti gli altri la denigravano.
«Ehi…»
«Non puoi toccarmi» sussurro. È una bugia, ecco ciò che non dico. Può toccarmi, ecco ciò che non dirò mai. Ti prego toccami, ecco ciò che vorrei dirgli.
Quando le persone mi toccano, però, accadono delle cose. Cose strane. Cose brutte. Cose che hanno a che fare con la morte. Non ricordo il calore di un abbraccio. Nelle braccia ho il dolore di un inesorabile, gelido isolamento. Neanche mia madre poteva stringermi a sé. Mio padre non poteva riscaldare le mie mani gelate. Vivo in un mondo fatto di nulla.
Ciao.
Mondo.
Ti scorderai di me.
Adam è la prima persona di cui Juliette si fida dopo infiniti momenti di angoscia ma è anche l’ennesima persona che la tradisce. Adam è un soldato della Restaurazione, infiltrato nel manicomio con l’unico scopo di avvicinarla e testare le sue effettive capacità mortali. Adam è al servizio del Comandante del Settore 45, Warner, uno psicopatico dagli ammalianti occhi verdi, i capelli biondi e un fisico mozzafiato, con un’assurda fissazione per gli abiti e l’eleganza.

Ho già detto che io conosco l’intera saga di Shatter me e affermo, rischiando di non essere per niente capita, che Warner è stata la mia cantonata più colossale nel giudicare un personaggio di un libro che ho letto. Rileggere di Adam e Juliette e rileggere di Warner mi ha traumatizzato.
Il rapporto tra Juliette e Adam, che alla prima lettura mi aveva infiammato, adesso mi ha decisamente contrariato e contemporaneamente, vedere ogni singolo movimento, sentire ogni singola parola di Warner mi ha acceso.
Amo Warner ma quando ho letto Shatter la prima volta l’ho odiato con tutte le mie forze. Ovviamente, in Shatter me la Mafi voleva che il lettore odiasse profondamente questo personaggio, che il lettore si identificasse con Adam e tifasse per lui e Juliette, considerando Adam il salvatore della povera ragazza indifesa, odiata dal mondo e Warner il suo aguzzino. Poco importa se quella ragazza ha la forza di fracassare un muro di cemento armato con un pugno, poco importa che quella ragazza se solo avesse potuto avrebbe potuto scappare dal quel manicomio.

Adam rappresenta per Juliette il primo tocco umano dopo giorni di pazzia solitaria, rappresenta il poter credere di essere ancora umana, il poter desiderare di essere ancora amata.
I miei genitori hanno smesso di toccarmi quando ho iniziato a gattonare. Ho fatto piangere i miei compagni di classe solo prendendoli per mano. Gli insegnanti mi mettevano a lavorare da sola perché non potessi nuocere agli altri. Non ho mai avuto un amico. Non ho mai conosciuto il conforto dell’abbraccio di una madre. Non ho mai sentito la dolcezza racchiusa nel bacio di un padre. Non sono pazza. «Niente.»
Altri 5 secondi. «Posso sedermi vicino a te?»
Sarebbe meraviglioso. «No.»
Warner, invece, è la coscienza di Juliette, la parte di sé che lei non vuole ascoltare, la parte dolorosa, la parte ingiusta, quella che Juliette vuole cancellare con un tratto di penna.
Warner è un personaggio disarmante, è odioso e attraente allo stesso tempo, affascinante e intrigante ma anche ambiguo e bugiardo.
Warner inclina la testa e trattiene un sorriso. «Dimmi se sbaglio. Hai passato la vita sull’orlo della follia. Sono talmente tanti quelli che ti hanno dato della pazza, che hai iniziato a credere che fosse vero. Ti chiedevi se avessero ragione. Ti domandavi se esistesse un modo per aggiustare le cose. Pensavi che se solo ti fossi impegnata un po’ di più, se fossi stata migliore, più intelligente, più gentile pensavi che il mondo avrebbe cambiato opinione. Ti sei accollata la colpa di tutto.»
Juliette sembra provare insieme repulsione e attrazione per lui, mentre i suoi sentimenti per Adam sono molto più chiari e puliti, più comprensibili e accettabili.
Warner mi afferra per i fianchi e si lancia alla conquista del mio corpo. Sa di menta piperita e profuma di gardenia. Le sue braccia sono forti, le labbra morbide, quasi dolci. Non avevo messo in conto che tra noi potesse esserci una simile intesa.
Mi gira la testa.
Le sue labbra sono sul mio collo, mi assaporano, mi divorano, e allora m’impongo di pensare in maniera razionale. Di riconoscere la perversione racchiusa in questo momento. Non so come scendere a patti con la confusione che ho in testa, con la repulsione che sento venire meno, con l’inspiegabile reazione chimica che i suoi baci innescano. Devo darci un taglio. Subito.
Evidentemente Juliette è spezzata. Evidentemente Adam sembra la sua unica possibilità di riscatto, visto e considerato che può toccarla. Evidentemente Warner sembra colui che vuole tenerla imprigionata nell’abisso della disperazione. Evidentemente questo è ciò che Shatter me vuole trasmettere.
Ebbene, sarà davvero così?
Quell’uccello bianco con la corona dorata che Juliette sogna, che è tatuato sulla pelle di Adam, che anche Adam vede volare nei suoi sogni, è davvero il ragazzo dagli occhi blu che l’ha toccata per la prima volta? E’ davvero Adam la salvezza di Juliette?

Ah, voi non sapete quello che so io e cioè che Shatter me è solo la punta dell’iceberg chiamato Warner e che se lo avete odiato con tutte le vostre forze in Shatter me lo adorerete in Unravel me e lo amerete incondizionatamente in Ignite me.

Voglio citare anche un altro personaggio che ho amato molto e che avrà sempre più spazio nei libri successivi, ovvero Kenji. La sua ironia è davvero disarmante e, vi assicuro, il suo linguaggio pieno di slang è e sarà un grandissimo spasso.

In definitiva, Shatter me è un distopico il cui stile, assolutamente in linea col genere, è fatto di frasi spezzate e brevi, ricco di similitudini d’effetto e arricchito dalla particolarità del barrato.
Ho sentito parecchie critiche nel corso di questi anni su Shatter, per il fatto che i personaggi richiamano le caratteristiche degli X-men, per l’uso dei numeri non scritti in lettere, per certi accenni all’uso della parola uccello (che ahimè, nella traduzione può indurre al riso, dato che nell’accezione volgare del termine, in italiano uccello ha anche altri significati nascosti), ma sono critiche che non tolgono nulla alla bellezza di una storia che è solo al suo primo capitolo e deve ancora finire di essere raccontata. Perciò, il mio consiglio è LEGGETE tutta la saga e innamoratevi di Warner e Juliette come ho fatto io.


Quattro stelle

7 commenti:

  1. Ciao Ali, ciao Ale! :D Ho letto solo la prima recensione, visto che nella seconda c'erano spoiler e approfondimenti, e io voglio restare il più possibile lontana da anticipazioni per non rovinarmi la lettura. Devo dire comunque che probabilmente le mie aspettative rientrato tantissimo nella tua opinione, Alice. Anche io rimandavo la lettura per via della serie interrotta, tant'è che ormai ero convinta che l'avrei letto in lingua, speriamo solo che i seguiti arrivino subito. Non vedo l'ora di conoscere Juliette, Adam e soprattutto Warner :3

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  2. Ciao Rosa! ^_^ Dai dai che magari è la volta buona che terminano la serie! Ti consiglio, finito questo, di leggerti la novella su Warner perché ti apre un mondo e rimescola tutte le carte che credi di avere in mano. Sono curiosa di sapere cosa ne penserai! :D

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  3. Ciao, Rosa! La mia è una recensione approfondimento perchè ho letto tutta la saga e quindi ho una visione d'insieme dei libri, ma gli spoiler che cito sono davvero davvero leggeri.
    Magari, torna da me dopo che hai letto Shatter.

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  4. Lo stile particolare e delirante costruito appositamente per la protagonista mi è piaciuto, la storia non ha quella marcia in più che mi aspettavo dai primi capitoli... non so se continuare la serie... ci penserò.

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  5. @Peccati di penna: posso consigliarti di provare a leggere la novella su Warner? Non c'è in italiano, ma la trovi in inglese oppure online tradotta da qualche fan della serie. Credimi... ti si apre un mondo! Io leggerò sicuramente il seguito. :)

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  6. Anch'io come Alice ho questo libro in lista da un pò, ma poi lo rimando per leggerne prima altri. Sono molto curiosa a riguardo per quanto non sia il mio genere preferito. Devo dire che dopo aver letto entrambe le recensioni, posso dire di esserne ancora più incuriosita

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  7. Ciao Susy! Io te lo consiglio, se non altro per l'originalità e la particolarità dello stile. :)

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