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sabato 11 giugno 2016

Outlander Recensione 2x10 "Prestopans"


Sono in lutto. Ho finito di vedere questo episodio pochi istanti fa e la tristezza mi avvolge come un mantello troppo pesante da portare. La guerra. Che cosa insensata e terribile. La morte e la devastazione che ne seguono, valgono il prezzo della vittoria? 
La puntata inizia con le cornamuse scozzesi che suonano contro i tamburi inglesi, facendoci subito respirare l'atmosfera che ci aspetta, mentre Claire si interroga se hanno una possibilità di cambiare il futuro e vincere a Culloden.

Di certo non ci fa ben sperare il consiglio di guerra, durante il quale i due uomini più alti in grado non riescono ad accordarsi sulla strategia d'attacco. Uno è prudente e vorrebbe spingere gli inglesi a fare una mossa, l'altro invece vorrebbe attaccarli immediatamente. Il problema è che, tra i due fronti, si trova una palude in cui una carica di fanteria non potrebbe avanzare velocemente, ma rimarrebbe intrappolata sotto il fuoco dei moschetti inglesi. Sarebbe un massacro. 

Per verificare le condizioni del terreno, un volontario intrepido deve rischiare il tutto per tutto e fare una perlustrazione a cavallo. Dougal si offre per la missione, con l'evidente obiettivo di farsi notare dal Principe Charles. E mi duole ammettere che fa un figurone, mantenendo il sangue freddo anche quando i nemici iniziano a scaricargli addosso le loro armi da fuoco. Ma credetemi, la simpatia nei suoi confronti ha breve durata.
Mentre Claire è impegnata ad istruire le donne su come prendersi cura dei feriti che sicuramente arriveranno, si presenta un giovane del posto che afferma di conoscere un sentiero sicuro che attraversa la palude e permetterebbe all'esercito scozzese di cogliere di sorpresa gli inglesi.

Alla vigilia della battaglia, gli uomini si preparano come possono, chi affidando la propria famiglia e i propri averi ad un compagno, chi come Murtagh interrogandosi su che significato avrebbe la propria morte, se sarebbe ricordata o solo una delle tante, chi come Angus elemosinando un bacio, chi ancora, come il nostro Jamie, dando qualcosa da ricordare alla propria moglie, purtroppo non esattamente quello che avrei voluto vedere (questa svolta casta della serie mi disturba!), ma comunque un bacio in grado di infuocare il polo nord. Solo lui può sorridere in quel modo, mentre va incontro alla morte, facendogli pure un inchino. 

I giochi sono finiti. La colonna sonora, fatta di percussioni profonde, ci accompagna in un crescendo di adrenalina. Gli Highlanders sbucano dalla foschia mattutina come furibondi  fantasmi e caricano gli inglesi, assonnati e impreparati. Non possono nulla contro gli spadoni scozzesi. La confusione regna sovrana e in soli quindici minuti è tutto finito. Gli inglesi sono in fuga, oppure agonizzanti per terra, mentre il loro sangue infradicia il terreno.
I feriti iniziano ad arrivare all'infermeria di Claire, la quale, insieme alle altre donne, fa il possibile per salvarli tutti, compresi alcuni prigionieri inglesi. La prima morte che tocca da vicino i nostri protagonisti è quella di uno dei contadini di Lollybroch. Ma quando vediamo Angus trascinare dentro Rupert, capiamo che è successo qualcosa di grave. Il nostro gigante gentile si è preso una sciabolata nella pancia, mentre Angus è stato sfiorato da un colpo di cannone, ma sembra sostanzialmente illeso.

Poco dopo arriva anche Jamie, sporco e insanguinato, ma euforico per la vittoria appena ottenuta. Quel furfante di Fergus, che si era intrufolato nella battaglia, ha pagato cara la sua disubbidienza, vedendo cose che un ragazzino non dovrebbe vedere mai e perdendo irrimediabilmente la sua innocenza. Il suo sguardo è emblematico e trovo che questo giovanissimo attore sia davvero bravo.

Mentre Jamie tenta di alleggerire la tensione che grava sull'infermeria, scherzando con i soldati inglesi feriti, e dimostrando ancora una volta quanto sia un uomo straordinario, arriva il Principe Charles, il quale, una volta tanto, dice qualcosa di sensato e ammirevole. Ossia che tutti sono uomini, creature di Dio, in realtà inglesi e scozzesi sono fratelli ed è con dolore che combatte quella guerra. Peccato che sul più bello irrompa Dougal, il quale, dopo aver ammazzato a sangue freddo ogni inglese moribondo sul campo di battaglia, compresa una nostra vecchia conoscenza che mi stava pure simpatica, inizia a dare di matto alla vista dei nemici che vengono curati come se niente fosse.
Il Principe però non gradisce la sua intemperanza e lo caccia con infamia dal proprio esercito, se non fosse che Jamie interviene, suggerendo una soluzione che permette a Dougal di mantenere intatto il suo onore, ma allo stesso tempo lo allontana da Charles. Secondo voi, il suo sanguinario zio lo ripagherà della sua gentilezza con la stessa moneta?

Ma le tragedie non sono finite, perché mentre tutti siamo preoccupati per Rupert, è proprio Angus a farci uno scherzetto. Era stato colpito dal cannone e aveva nascosto, o non si era accorto, di avere un'emorragia interna. La scena è straziante perché tutti sono intorno a lui, impotenti, e non possono far altro che guardarlo soffocare nel proprio sangue. Quando l'amico ferito si alza dolorante per avvicinarsi e prendere la sua spada, abbracciandola come se fosse una persona, le lacrime sono state impossibili da fermare.


Ed è così che si chiude la puntata. La vittoria ha un sapore amaro per i nostri eroi. Già troppe persone sono morte e la tristezza pervade anche i festeggiamenti, così come pervade lo spettatore.
Una puntata dura, che ha visto ben poco romanticismo, ma tanto realismo. Un episodio che ci prepara a quello che ci aspetta, perché questo non è che l'inizio.

Alla prossima!

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2 commenti:

  1. Ciao Alice!
    Eccomi qui puntuale a leggere i tuoi commenti. Come dici poco romanticismo ma tanta cruda realtà. Sto adorando sempre di più questa saga che riesce con realismo a mettere insieme una perfetta rivisitazione dei libri.

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  2. Ciao Susy! Eh sì... sono d'accordo. Davvero un ottimo lavoro. Trovo che gli autori abbiano dato alla storia un taglio più "unisex", mentre prima era molto "femminile", ad alto tasso di romanticismo.

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