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mercoledì 25 novembre 2015

Recensione Il silenzio del peccato di Linda Bertasi



Titolo: Il silenzio del peccato
Autore: Linda Bertasi
Serie: Autoconclusivo
Editore: Delos Digital
Data pubblicazione: 27 ottobre 2015
Pagine: 119
Punto di vista: terza persona
Livello di sensualità: medio alto


Trama: Nell'Inghilterra di Enrico VIII una storia di seduzione e inganno, di passione e omertà, dove niente è come sembra. Una serva divisa tra un duca e un ricco avvocato, tormentata da incubi inspiegabili e da un desiderio proibito.
Essex 1522. Jane Rivers ha solo sedici anni quando incontra Charles Brandon, il duca di Suffolk. Una tempesta fortuita li costringerà a ripararsi in un capanno tra i boschi e la passione li travolgerà. Ma Jane è una serva e Charles un duca, non c'è spazio per l'amore. I genitori della ragazza, per nascondere l'onta, la costringeranno a un matrimonio riparatore con il promettente avvocato e amico di famiglia Richard Howard. Per Jane una nuova vita si profila all'orizzonte e una tenuta opulenta in cui trascorrerla. Ma cosa nasconde questa villa e perché un gentiluomo dovrebbe scegliere di dare scandalo e sposare una contadina? Cosa si cela dietro gli incubi che da anni tormentano Jane e che riaffioreranno non appena varcata la soglia di Manor House? Nell'Inghilterra di Enrico VIII tra seduzioni e inganni, una storia di passione e omertà che affonda le sue radici nel silenzio.


COMMENTO:

Iniziare questa storia è stato come subire l’illusione di un prestigiatore. Mi sono ritrovata di fronte a un vecchio portone di legno, ho spinto i battenti e nel momento in cui questi si sono aperti sono stata risucchiata nell’Inghilterra dei Tudor, del temibile Enrico VIII, delle vicende che hanno avuto come protagonista la bella e sagace Anna Bolena.

Questa è una storia di inganni e di incubi venati di misteri. Ma è anche una storia di passioni e ossessioni, di amori che travalicano il tempo, che resistono alle lusinghe del potere.
Inutile dire che ho adorato questo racconto. Abituata all'erotismo sfacciato, volgare e spesso freddo che trovo in molti romanzi, sono stata piacevolmente sorpresa nel leggere scene calde, avvolgenti, che mi hanno coinvolto, fatta piangere e sospirare.

Jane è una bellissima e povera contadina. Un giorno durante una passeggiata nel bosco incontra Charles Brandon, il duca di Suffolk. che la porta nel casino di caccia del re dove consumeranno una bruciante passione. Charles è un uomo maturo, è sposato, è uno dei nobili più in vista del regno. La loro è una storia destinata a finire in quella stanza. E invece lui la fa chiamare a corte, dove Jane incontrerà una giovane Anna Bolena. Tornata a casa ormai rovinata, Jane riceverà la visita di Richard Howard, un avvocato e amico di famiglia che le chiede di sposarlo.

Non vado oltre nel svelare la trama, che è fitta di misteri che saranno svelati solo alla fine del racconto. Ciò su cui mi vorrei invece soffermare è l’ambientazione e lo stile direi sublime di questa autrice.

Che Linda Bertasi sia un’amante dell’epoca Tudor, e di Anna Bolena in particolare, è cosa risaputa e questa sua passione infiamma le pagine del libro. Scaturisce un tale amore tra le righe, una dedizione, una certosina precisione nella costruzione dei dialoghi, da rendere unico questo racconto, tanto che ne avrei voluto sempre di più (spero che prima o poi scriverà un bel mattone storico). Anche il narrato è coperto da una patina antica, quel tanto che basta per accompagnarci nel passato, ma senza trasformarsi in un pomposo trattato di storia.
Un altro aspetto che ho apprezzato è la caratterizzazione dei personaggi. Da Jane, che accetta il volere di altri, che sa qual è il suo posto in quel mondo, fino ai due uomini che ne hanno decretato il destino. Infine Anna Bolena, che farà poche apparizioni, ma che, con la forza evocativa delle parole si mostrerà al lettore in tutta la sua autenticità. Come autentici sono i sentimenti che attraversano le pagine: amore, passione e ossessione. 

Il talento di questa autrice ha permesso di poter attraversare la vita di tre persone in poche pagine, di condensare i fatti più importanti in frasi coincise e spietate nella loro cruda realtà. Non si sono arrese di fronte agli ostacoli della vita, né davanti alla ineluttabilità della morte.

Quando sono giunta al termine del racconto, quando l’inizio della storia si è annodato alla fine, non mi vergogno di ammettere di aver pianto. Mi sentivo triste perché quando una storia coinvolge poi ci si sente orfani; quando si lasciano alle spalle dei personaggi in grado di farsi amare in maniera così viscerale, è come assistere alla partenza di una persona importante perché la prima lettura di una storia è quella che emoziona di più.

E’ stato doloroso richiudere quel portone. L’ho fatto piano e poi ho battuto la mano sul legno in segno di affetto. Sento ancora la gola chiusa da polvere e lacrime.

Il mio giudizio è
 

3 commenti:

  1. Commossa, onorata e felicissima!
    Mi lasciate sempre senza parole, è gratificante scoprire che ci sono lettori che percepiscono questa mia passione oltre le pagine. <3

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  2. Sembra una bella storia! Visto la mia passione per i romanzi storici, e in particolare per quelli ambientati nell'epoca tudors, Penso che la leggerò molto volentieri! Mi sono aggiunta ai tuoi membri! :) se ti va passa a trovarmi su http://stoffedinchiostro.blogspot.it/?m=0

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  3. @Stoffe d'inchiostro: ciao e benvenuta! :) Se ami l'epoca Tudors, a quanto pare questo è un racconto da non lasciarsi scappare. Vengo subito a trovarti, hai un nome originale, sono proprio curiosa! :)

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