Titolo: Come l'ultimo rigore
Autrice: Alessia Esse
Editore: self-publishing
Data uscita: 30 maggio 2017
Genere: contemporary romance
Narrazione: prima persona, pov femminile
Livello di sensualità: medio/basso
Trama: Quando Viola Costa e Lorenzo Ragone hanno diciassette anni, sono convinti che il loro amore sia più forte di tutto. Lei sogna di diventare una giornalista sportiva. Lui è un calciatore forte e brillante. S’innamorano sui banchi di scuola, senza sapere che il primo amore è sì il più dolce, ma anche il più debole e il più vulnerabile. La fine della loro storia li segna entrambi, allontanandoli e rovinando la loro amicizia.
Oggi, Viola e Lorenzo non potrebbero essere più distanti. Lei, un’affermata giornalista, vive e lavora a Milano. Lui, invece, vive a Pontenero, il luogo in cui è nato il loro amore.
È lì che Viola è diretta per trascorrere un mese di vacanza, ed è lì che – nonostante l’iniziale rifiuto – riallaccerà i rapporti con Lorenzo.
In un viaggio tra presente e passato, i due giovani, ormai adulti, avranno la possibilità di ripercorrere la loro storia, e di fare i conti con gli sbagli, i rimpianti, le opportunità mancate. E con una scintilla che forse non si è mai spenta.
Recensione di Alice:
Quest'autrice mi piace. E molto. Ho apprezzato sia la sua serie distopica La trilogia di Lilac, sia la sua serie contemporary romance Nel cuore di New York, due generi molto diversi ma entrambi gestiti alla grande. Inoltre Alessia Esse, per me, è una perfetta rappresentante del self di qualità: cover curate e testi corretti. Per questo, devo ammetterlo, quando ho visto la copertina di questo suo nuovo lavoro ho storto un po' il naso, perché ha quell'aria da "home made" che mi rende sempre un po' sospettosa... Poi ho letto la sinossi e mi è caduta la mascella: lei giornalista sportiva e lui calciatore? Eh? Davvero? OMG! Il calcio ed io non abbiamo contatti, non ci conosciamo, non siamo nemmeno sullo stesso pianeta. Insomma, tutta questa premessa per dire che, pur amando l'autrice, non mi aspettavo grandi cose da questo romanzo. E invece... E invece mi sono dovuta ricredere. Si è rivelato una lettura emozionante, molto più che semplicemente piacevole. Ora proverò a spiegarvi perché.
La storia parte nel presente, nel 2017, quando Viola è una affermata giornalista sportiva di trentaquattro anni che vive a Milano. Durante le vacanze torna a Pontenero, il suo paese natale nel profondo sud. Una piccola cittadina di mare, che vive principalmente di turismo. Qui incontra Lorenzo, il suo primo amore e non solo... Inizia così un viaggio nei ricordi, nel passato.
È il 2000 e Viola ha 17 anni, è una ragazza carina ma non bellissima, se la cava a scuola senza essere una secchiona, una normale adolescente... se non fosse per due cose. La prima è che ama il calcio, la seconda dovrete scoprirla leggendo il libro. Lorenzo è un suo compagno di classe, è bello e gentile e, ovviamente, è un calciatore. Viola ha una cotta per lui ma è convinta che nemmeno la veda. Lui è educato ma distaccato. Finché le cose non cambiano. Ah! Questa parte del romanzo è stata un mix di emozioni dolci e malinconiche. Perché?
Perché nel 2000 anch'io avevo 17 anni ed è stato come tornare indietro nel tempo, a quelle emozioni, a quel contesto. A quando il problema più grande era fare una brutta figura durante un'interrogazione, davanti a tutta la classe. A quando i genitori avevano ancora l'abitudine di mettere "in punizione" i figli se combinavano qualche casino. A quando non esisteva whatsapp e gli squilli sul cellulare significavano "ti sto pensando" e ti facevano tremare il cuore. A quando tutte le ragazzine sbavavano e piangevano per Leonardo di Caprio in Titanic. A quando ci si andava a baciare nei parcheggi deserti, fino a sentirsi bruciare le labbra. Insomma, mi sono immedesimata alla grande.
È il 2000 e Viola ha 17 anni, è una ragazza carina ma non bellissima, se la cava a scuola senza essere una secchiona, una normale adolescente... se non fosse per due cose. La prima è che ama il calcio, la seconda dovrete scoprirla leggendo il libro. Lorenzo è un suo compagno di classe, è bello e gentile e, ovviamente, è un calciatore. Viola ha una cotta per lui ma è convinta che nemmeno la veda. Lui è educato ma distaccato. Finché le cose non cambiano. Ah! Questa parte del romanzo è stata un mix di emozioni dolci e malinconiche. Perché?
Perché nel 2000 anch'io avevo 17 anni ed è stato come tornare indietro nel tempo, a quelle emozioni, a quel contesto. A quando il problema più grande era fare una brutta figura durante un'interrogazione, davanti a tutta la classe. A quando i genitori avevano ancora l'abitudine di mettere "in punizione" i figli se combinavano qualche casino. A quando non esisteva whatsapp e gli squilli sul cellulare significavano "ti sto pensando" e ti facevano tremare il cuore. A quando tutte le ragazzine sbavavano e piangevano per Leonardo di Caprio in Titanic. A quando ci si andava a baciare nei parcheggi deserti, fino a sentirsi bruciare le labbra. Insomma, mi sono immedesimata alla grande.
Lorenzo e Viola si amano con tutto l'entusiasmo, la spensieratezza e l'egoismo di quell'età. Una canzone e un tatuaggio li uniscono, dimostrazione tangibile del loro legame, che durerà per sempre. O così loro credono... Champagne Supernova. Ma entrambi vogliono brillare, lui nel calcio, lei nel giornalismo. E inevitabilmente le loro strade si separano. Ma davvero era inevitabile?
"Voglio brillare," gli dico tra le lacrime. "Voglio brillare come te. Fammi brillare, ti prego."
"Tu brilli già," dice lui. "Sei la mia Supernova, principessa. Tu, per me, brilli già."
Così i due li lasciano, mentre tu sei lì che li maledici e pensi: "Come potete rinunciare a una cosa così bella? Non vi rendete conto di quanto siete fortunati ad averla trovata?" Ma niente... hanno diciotto anni e a volte l'amore non basta. A volte l'orgoglio è più forte. Non voglio dirvi cosa succede nell'arco di quei diciassette anni che dividono il passato dal presente, sappiate solo che si vedranno ancora. Il destino, o qualcos'altro, continua a portarli l'uno sulla strada dell'altra. Ma la vita è questione di scelte. Sempre. Continuamente. La vita è una scelta dopo l'altra e non sempre si prende la decisione giusta, anche se in quel momento ne sei convinto.
"Scegli me, stavolta. Io sceglierò te. Sceglierò te per ogni giorno della mia vita se me lo permetterai. Per sempre."
Non è un libro semplice questo, credo che l'etichetta di romance gli stia piuttosto stretto. È un romanzo di crescita, di vita. L'ho trovato molto realistico, soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi, imperfetti, non sempre ho condiviso le loro scelte, ma non puoi fare a meno di fare il tifo per loro. Ottima anche la costruzione di tutto il "contorno". La famiglia di lei, gli amici, le vicende secondarie... Arricchiscono il romanzo e gli conferiscono ampio respiro, permettendo al lettore di immedesimarsi maggiormente nella storia. Alcuni passaggi sono davvero emozionanti e non negherò di aver avuto gli occhi lucidi in più di un momento.
Per concludere, Come l'ultimo rigore è un ottimo romanzo, scritto benissimo, con una trama costruita ad arte e avvincente. Lo consiglio a chi è in cerca di una lettura appassionante, che fa pensare e a volte anche dubitare delle proprie convinzioni. La storia d'amore di Viola e Lorenzo è dolorosamente, magnificamente vera. Ed io l'ho amata.
Che bella recensione Alice.
RispondiEliminaNon conosco l'autrice ma questo libro sembra proprio carino
Grazie Susy!
EliminaConoscendoti, penso potrebbe piacerti. Alessia è una bravissima autrice e questo è un gran bel libro con cui fare la sua conoscenza. :)
Bello bello bello, concordo con te su tutto! E pensare che per colpa del "calcio" stavo per perdermelo >-<"
RispondiEliminaVero??? *_*
EliminaCiao Alice
RispondiEliminaAlessia è incredibile! Mi sono innamorata di questo romanzo, come del resto di tutti i suoi lavori. Vero, sentito, sofferto, cosa non ho passato leggendolo! :)
Ciao Ophelie,
Eliminaconcordo con te. Secondo me i suoi libri sono un crescendo continuo. Ogni romanzo mi piace più del precedente. Con questo sono rimasta con il respiro sospeso fino alla fine. Bravissima.
Il fatto che ci sia il calcio di mezzo mi fa venire una gran voglia di leggerlo :D non perché io sia una patita... mi piace, ma non lo seguo, se non in certe occasioni... però non so, mi affascina il pensiero di ritrovarmelo su carta *o*
RispondiEliminaTi ringrazio per questa bella recensione, perché mi hai fatto venire ancora più voglia di dargli una possibilità ^.^ anche perché è vero... nei libri di solito viene preferita l'adolescenza negli anni 80/90, però anche la nostra degli anni 2000, è stata a suo modo molto speciale, dunque sono curiosa di vedere come Alessia l'ha descritta :D
Guarda, io di calcio proprio sto a zero, ma nel romanzo è ben presente, ma non annoia. Sono curiosa di vedere se accenderà anche a te il pulsante della malinconia! :D
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