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lunedì 20 giugno 2016

Outlander Recensione 2x11 "Vengeance is mine"


Ben ritrovati carissimi Outlanders! Chi stava aspettando con ansia questo episodio scritto dalla nostra adorata Diana Gabaldon? E chi, come me, si aspettava romanticismo a palate e anche qualche bella scena piccante, che mi è così mancata in questa seconda stagione? Lo ammetto, queste erano le mie aspettative e in parte sono state deluse. Sì, perché questa puntata è straordinaria come tutta la serie, ricca di azione, colpi di scena, pericoli scampati e inseguimenti a rotta di collo, eppure mi è mancato quel pizzico in più che mi sarei aspettata da una sceneggiatura scritta da Lei, la Regina, Diana.

Ma come dico sempre, andiamo con ordine! Già dalle immagini che seguono la sigla, abbiamo qualche indizio di quello che accadrà. Vediamo una parrucca bianca venire accuratamente incipriata, per poi cadere rovinosamente a terra. Cosa significa? Lo scopriremo verso la fine dell'episodio.

Mentre Claire strappa i denti a metà popolazione inglese, Jamie si ritrova ad essere l'unico ad appoggiare il Principe Charles, solo contro tutti. Mentre i generali del Principe ordinano la ritirata, il nostro indomito guerriero si batte per proseguire, percorrere quei cinque giorni di cammino che li separano da Londra e prendere la città. Peccato che tra loro e l'obiettivo ci siano ben tre eserciti inglesi che contano un numero di soldati da far impallidire qualsiasi confronto. Eppure lui si batte, si infervora, si inginocchia di fronte al suo Principe, ma nulla può contro il fronte compatto che gli oppongono gli altri generali. Ma perché proprio lui che ha tentato per mesi e mesi di sventare questa guerra insiste per andarvi incontro? Non vi è sembrato strano? La spiegazione è molto semplice: nei libri di storia di Claire, l'esercito scozzese non è mai arrivato a Londra. Cambiare questo fatto potrebbe cambiare il futuro e l'esito dell'intera guerra. Non ci stupisce quindi lo sconforto di Jamie quando deve comunicare ai suoi uomini che si torna indietro. 

A questo punto Diana ci regala un momento di tenerezza estrema: Jamie che osserva dormire la sua "bianca colomba" e prega il Signore affinché la protegga. Una preghiera che è quasi una poesia e che ha sciolto il mio cinico cuoricino in un mare di melassa. Forse anche un po' troppa per i miei gusti. Non me ne vogliano le romantiche, ma ammetto che di tutti i momenti intimi tra Jamie e Claire del secondo libro, questo non è il primo che avrei scelto. Li preferisco quando sono dolcemente ironici e si prendono in giro con quell'amore che trabocca dagli occhi e poi li fa finire a rotolarsi tra le lenzuola, o sopra un kilt o in un campo di grano, poco importa. 

Chiuso il momento romantico, si torna alla realtà. Il programma è di tornare a Lallyboch e passarvi l'inverno, per poi riprendere la guerra a primavera. Peccato che, ancora una volta, una lettera rimetta tutto in discussione. I generali, spaventati dalla forte influenza che il nostro carismatico ginger ha sul Principe Charles, gli ordinano di andare ad Inverness ad approntare gli accampamenti invernali. Naturalmente è tutta una scusa per allontanarlo dal Principe e dal luogo in cui si prendono le decisioni. 

Durante il viaggio verso nord, mentre sono accampati in riva a un torrente, i nostri eroi vengono attaccati da un contingente di Giubbe Rosse. Seguendo un piano concordato, si disperdono, in modo da dividere gli inseguitori e, dopo una fuga a rotta di collo tra i boschi, riescono a seminarli. Ma non senza danni. Rupert viene ferito. Ancora? Ma pover'uomo... Non gli era bastato farsi aprire la pancia neanche fosse un tacchino da farcire il giorno del Ringraziamento, ora si becca anche una pallottola in un occhio. Per fortuna, trovano ricovero in una cappella abbandonata, dove si riuniscono agli altri uomini, e Claire riesce ad estrarla senza che il poveraccio di rimanga secco.

Ma i guai non sono finiti. Le Giubbe Rosse li trovano e li accerchiano. Devono uscire disarmati o daranno fuoco alla cappella e finiranno bruciati vivi. Ancora una volta, avere una donna inglese tra le loro file salva la situazione. Claire si finge un ostaggio e gli scozzesi riescono ad ottenere la loro libertà in cambio della sua. Ovviamente il piano è di andarla a recuperare al primo paese in cui verrà portata, ossia Hazelmere, per poi ripartire in tutta fretta alla volta di Inverness. Poteva essere così semplice? Ovviamente no. Quei gentlemen degli inglesi pensano bene di sistemare Claire in una situazione più confortevole, ossia nella residenza di un nobile inglese. Niente di male, penserete voi, se non fosse che questo nobile altri non è che il Duca di Sandringam. 

L'attore che interpreta quella viscida serpe è un genio, semplicemente adorabile, ma il personaggio non lo è affatto. Affermando di essere sotto il vigile controllo dei soldati inglesi a causa di forti dubbi sulla sua lealtà, persuade Claire che desidera scappare quanto lei. E' convincente, la carogna, tanto che lei scrive, nel suo gaelico a dir poco zoppicante, una lettera a Jamie dove gli dice che si trova a Bellmont, sotto la protezione di Sandringam. 

Qui rivediamo un volto noto a cui ci eravamo affezionati: la piccola Mary. E' ancora una volta promessa in sposa ad un uomo di cui non vuole sapere nulla e chiede l'aiuto di Claire. Mente lei intercede con il Duca in favore della ragazza, nota sulla mano del suo valletto una voglia rossa: la stessa che aveva il suo aggressore di Parigi, uno dei malviventi che si sono macchiati dello stupro della povera Mary. E, come scoperchiando il leggendario vaso di Pandora, Claire scopre anche tutti gli altri intrighi che Sandringam ha ordito alle sue spalle, in combutta con il Comte St. Germain. Da questo a concludere che la sua offerta di aiuto non può essere sincera, ci vuole poco. E' una trappola e grazie alla cattura di Red Jamie, il Duca potrà fugare ogni dubbio sulla sua lealtà alla corona inglese.

A questo punto le cose precipitano, Claire viene rinchiusa in una stanza, ma grazie all'aiuto di Mary riesce a fuggire. Purtroppo non arriva più lontano delle cucine. Mentre ha un'amabile conversazione con il Duca, Jamie piomba nella stanza come un tornado. Il valletto di Sandringam ha i riflessi pronti e usa Claire come scudo, puntandole una lama alla gola. La situazione ha uno stallo, durante il quale Claire riesce a dire a Jamie e Murtagh che sono loro, Sandringam e il suo valletto, i mandanti dell'aggressione di Parigi. A questo punto si scatena l'inferno. Sia Murtagh che Mary si prendono la loro vendetta, come dice il titolo di questo episodio. C'è da dire che Murtagh prende un po' troppo alla lettera la sua promessa di "portare la vendetta ai loro piedi". La puntata si chiude sulle parole della timida Mary, che ha appena accoltellato un uomo: "Credo sia meglio andare."  

Eh sì, una puntata davvero ricca di avvenimenti, in un crescendo di adrenalina che ha portato ad un finale con i fiocchi, che ci ha fatto esultare di sollievo. I nostri eroi hanno vinto una battaglia, ma rimane la guerra da combattere...

Alla prossima!


 Promo Episodio 2x12: The Hail Mary


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5 commenti:

  1. ah ah A questo punto si scatena l'inferno! E' vero! Sembra che a un certo punto mentre è tutto tranquillo, non si capisce più niente e si fa un caos totale. Jamie nelle veste di salvatore, mi fa sempre sospirare. Ormai ho perso il conto di tutte le volte in cui va a salvare Claire in tutti i libri.
    L'ho pensato anch'io sai? Secondo me in questa seconda stagione vogliono dare più spessore alle scene di guerra e del cambiamento della storia (che non avverrà) piuttosto che a scene di Jamie e Claire come piacciono a noi. Peccato ..

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  2. Vero Susy? La serie è sempre bellissima e ben fatta, però mi manca un po' di parte romantica/pepata... ^_^

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  3. Beh, oserei dire che questo è solo un assaggio delle rocambolesche avventure che seguiranno...chi ha letto tutta la serie di romanzi sa ovviamente cosa aspettarsi. Amore e storia si intrecciano di continuo, ma direi che spesso è l'amore a fare da sfondo ai fatti storici. Non ultimo l'aspetto sociale e antropologico, che nella serie tv ha,giocoforza,poco risalto. La Gabaldon ha condotto una ricerca approfondita degli usi e costumi dell'epoca. Nei romanzi si scoprono tanti dettagli sull'utilizzo di oggetti ormai inusitati, sul modo di pensare e agire degli uomini del tempo...ne consiglio vivamente la lettura a chi non l'ha fatto.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Grazie del tuo commento Marina. Non posso che concordare. I romanzi di Diana Gabaldon non sono trattati storici, eppure dipingono un quadro dettagliato ed avvincente dell'epoca. Ricordiamo inoltre che le vicende si spalmano per il lungo periodo di tempo, quindi si vede anche l'evoluzione sociale della società. Tutto questo è uno sfondo interessante ed istruttivo a una delle storie d'amore più intense della letteratura, per quando mi riguarda. :)

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