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giovedì 9 giugno 2016

Game of Thrones: Recensione 6x07 "The Broken Man"

A chi di voi, apprestandosi a gustare lo streaming della 6x07 di GoT,  dopo avere avviato il play, è capitato di chiedersi se non avesse per caso sbagliato link? Niente opening, solo un mucchio di boscaioli intenti alla costruzione di una struttura in legno. Ammetto di aver stoppato e riavviato, temendo di aver cliccato per sbaglio sul remake de La casa nella Prateria. Ma lo scenario non è cambiato.

Finché la comparsa del tronco umano con la faccia deturpata del Mastino non ha fugato ogni dubbio, facendomi rizzare ogni pelo del corpo possibile e gridare il nuovo motto di Game of Thrones:Chi muore si rivede!”
Ebbene, anche Sandor Clegane è ritornato tra noi, vivo e vegeto e più brutto che mai.
A quanto pare, un Septon  (di gran lunga molto più simpatico dell’Alto Passero) lo ha trovato in fin di vita, dopo che Arya aveva eliminato il suo nome dalla lista dell’odio.

Per stare con il Septon Rey, il Mastino ha rinunciato alla sua vecchia vita di violenza, trasformandosi in un pacifico membro di un villaggio anonimo. Ma a riportarlo sulla “retta” via ci pensa la Fratellanza senza vessilli, che presumibilmente attacca il popolo di Rey, trucidandolo, in quanto tra quelle povere genti ha riconosciuto il Mastino. Il che ci riporta dritti dritti a Lady Stoneheart, alias Lady Catelyn, che ormai, lo sanno anche le pietre, sta per fare il suo trionfale debutto anche nello show.  
Questo non è più GoT, ma una succursale di Beautiful.

La Regina Margaery mira ormai alla santità: cita i testi sacri a memoria, dimostra una devozione encomiabile, pratica la verginità, con sommo disappunto di Tommen.
Eh no, Margaery, non si fa così! Una regina deve darla al suo re! 
La poverina sembra sotto un incantesimo, come se le avessero fatto il lavaggio del cervello, indottrinata e resa mite dall’Alto Passero. Ma non ci vuole molto a capire che Margaery sta giocando secondo le regole del giochino della fede.
Ad aprirci gli occhi è l’incontro tra nonna e nipote: Margaery sta fingendo, compiacendo in tutto e per tutto il Septon, facendo quello che ci si aspetta da una donna pentita e remissiva. Ecco perché il pezzo di carta che Margaery infila in tasca alla nonna, facendola da sotto al naso all’onnipresente e sveglissima Unella, è una specie di parola d’ordine: “Torna a casa, nonna. Qua me la vedo io”.
Così, la vecchia Olenna fa i bagagli, non prima, però, di aver bastonato verbalmente Cersei, che con la vecchia volpe di Alto Giardino la prende sempre in quel posto. Hai perso, Cersei. Fattene una ragione. Nonna e nipote ti seppelliranno.

Jaime e Bronn arrivano all’accampamento per l’assedio di Delta delle Acque, dove trovano Scemo e Più Scemo Frey che tentano di convincere il Pesce Nero a collaborare, magari abbandonando il Castello e restituendolo al vecchio Frey, usando il povero Edmure come merce di scambio. Pover’uomo: non c’è nessuno che lo ami, nessuno che tenga alla sua povera gola minacciata dalla lama di un coltello. 
Non ho potuto fare a meno di notare l’analogia dei giochi di forza tra i due Frey e il Pesce Nero,  tra Jaime e i due  idioti, e ancora Jaime e il Pesce Nero. Se prima è Jaime a elevarsi sui Frey, mettendoli in ridicolo, a nulla può il suo fascino contro la vera forza del comando di Brynden Tully, che fa di Jaime una poltiglia informe lasciata a colare sul ponte levatoio del Castello di Delta delle Acque. In questo episodio i gemelli Lannister non se la sono passata per niente bene.

Jon e la sua combriccola sono alla ricerca di alleati contro i Bolton. Incassato l’appoggio di Bruti e gigante, adesso tocca alle casate del Nord che un tempo si professavano fedeli agli Stark.
Quando il gruppo formato da Jon, Sansa e ser Davos arriva da Lady Lyanna Mormont, una ragazzina di dieci anni che potrebbe tranquillamente averne cinquanta e potrebbe senza dubbio essere maschio e detentrice di una corona, i fans di GoT sono ormai tutti con la lingua penzoloni e si chiedono perché quella ragazzina non solo non sia  la regina del Nord, ma perché non sieda direttamente sul Trono di Spade.
La risposta a questo quesito forse sta nel fatto che la Casata Mormont dispone solo di 62 uomini da offrire in appoggio all’esercito di Jon, valorosi senza alcun dubbio, ma comunque solo 62. La faccia di Ser Davos dice tutto. A questo punto, la missione di Jon e Sansa non sembra avere il successo che tutti speravano. I Glover rifiutano di aiutarli e il loro esercito conta  solo 2000 Bruti, 200 Hornwood, 143 Mazin ... e, naturalmente, 62 Mormont. 
Ed è qui che assistiamo a un colpo di testa di Sansa, la quale senza rivelare le sue intenzioni a Jon, scrive un messaggio da far recapitare a qualcuno tramite corvo. A chi? Mi ci gioco il tappetino del mouse con il metalupo degli Stark che il destinatario sarà Ditocorto
Fossi in Jon non sarei molto contento della mia sorellina che fa le cose di nascosto con  Baelish.

In mare aperto, i fratelli Greyjoy viaggiano per raggiungere Deny e i suoi draghi.
Dopo questo episodio, quando si parlerà delle palle di Yara non si intenderanno più solo quelle metaforiche.
Quella ragazza ha davvero le palle. Almeno lei.

L’episodio si chiude con un fatto che mi ha lasciato un tantino perplessa.
Arya, l’intelligente, intrepida, temeraria Arya, la ragazza che era stata a un pelo dal diventare una senza nome, colei che ha trovato senza difficoltà un passaggio verso casa su una nave, trattando con il capitano con consumata maestria, quella Arya si fa beccare a passeggio da una fantomatica vecchia che la infilza come se fosse un pezzo di carne da mettere nello spiedo e nemmeno si accorge di quello che le sta capitando. No, aspè...seriamente?
E quindi adesso dovremmo stare in ansia temendo che la piccola Stark crepi per le ferite subite?
Ma nemmeno per idea. Ormai in GoT se non sei morto e non resusciti non sei proprio nessuno.

Alla prossima!
Alexandria

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