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lunedì 14 settembre 2015

Virginia by day. Intervista seria a Virginia De Winter - Parte 1


Dovete sapere che ho una sorta di venerazione per Virginia De Winter, come capirete dalle domande totalmente imbecilli che le ho fatto. Mica come Mor che è una persona seria...
La seguo (o stalkero, è tutta questione di punti di vista) dai tempi in cui era Savannah e pubblicava fanfiction da svenimento in quel fantastico vivaio di nome EFP.
Non vi dico la faccia che ho fatto quando ho scoperto che l'avrebbe pubblicata una CE seria e competente come la Fazi. Ho letteralmente sbavato sulla tastiera.
Il giorno in cui era prevista l'uscita in libreria, ero appostata davanti alla saracinesca nel negozio, come il più psicopatico dei serial killer. Ho importunato senza vergogna una commessa che mi ha guardato come se le avessi appena chiesto una purga di Carlo Erba, per poi indirizzarmi verso lo scaffale delle novità. Ovviamente non c'era!
Ma la mia psico-follia non conosce limiti e con il mio miglior sguardo da Bambi (che però funziona meglio con una bella scollatura e un commesso uomo ed etero) le ho chiesto se poteva controllare gli arrivi. Magari era ancora in magazzino, eh... così per dire...
La poveretta, probabilmente subodorando che rischiava la vita in caso di risposta negativa, è andata a controllare e... Sìììììì! Gioia e giubilo! E' tornata con quel mattoncino di mille mila pagine con una cover a dir poco stupenda tra le mani.
E' così iniziato il mio rapporto malato e simbiotico con la saga di Black Friars. Per quattro, meravigliosi anni la primavera/estate è stata sinonimo di un nuovo capitolo della serie. E come una drogata in cerca della sua dose, ogni volta mi ritrovavo davanti la stessa libreria, con la stessa aria da tossica, ad elemosinare il mio agognato volume. Non vi dico la traggggedia quando ho letto la parola fine.
Ok, vi ho annoiati abbastanza con i miei sproloqui? Bene! Vi lascio alla fantastica intervista che quella santa donna di Virginia è stata così gentile da rilasciarci. Prima ci sono le domande serie di Mor, poi le mie, da perfetta e saltellante fangirl con il battito a mille. E domani quelle di Mira Phora.


Mor: Tu scrivevi fan fiction. Come è nata l’idea della saga Black Friars? Scrivendo qualcosa in particolare in FF?
Virginia: Non mi sono soffermata a pensarci. Sicuramente qualcosa del mondo fatto di castelli, torce, candele e magia di cui parlavo nelle fanfic è rimasto in Black Friars, ma le due produzioni sono praticamente parallele.

Mor: Ti trovo una persona molto enigmatica e questo, a pare mio, ha il suo fascino! Perché hai deciso di mantenerti sull’anonimato? Non pensi che questo fattore possa infastidire i tuoi fans, solitamente molto curiosi sugli autori che amano?
Virginia: Oddio, non mi pare di essere così enigmatica, tra l’altro parlo parecchio di me soprattutto sui SN. Post di profondo valore letterario come ciò che sono riuscita a bermi a Trinity College o invettive contro il traffico romano. Fino al momento ho cercato di conservare il più possibile la mia riservatezza perché sono abbastanza convinta che mi permetta di lavorare meglio e di avere una vita più tranquilla. Ultimamente ho pensato però di far parte del gruppo di autori che parteciperà a un fan meeting in un futuro prossimo, mi sembrava una parentesi più protetta e magari i miei lettori si renderanno conto che in fondo non c’era granché di interessante sui essere curiosi!

Mor: Domanda a bruciapelo: chi è Savannah e chi è Virginia?
Virginia: Naturalmente la stessa persona. Faccio riferimento a Savannah quando, per brevità, voglio sottolineare la profonda appartenenza che sento nei confronti del fandom di Harry Potter del mondo delle fanfiction; a Virginia quando si parla di Black Friars, ma è solo un modo per rimarcare le due diverse produzioni non i diversi aspetti di me come autrice. Solo, quando scrivo fanfiction mi sento più libera dagli schermi narrativi di un romanzo quindi forse sì, se proprio vogliamo fare una differenza, Savannah può essere più libera di Virginia.

Mor: Mi piacerebbe conoscere i tuoi gusti letterari: qual è la tua autrice preferita in assoluto del genere Paranormal e Romance?
Virginia: Preferisco l’Urban Fantasy per la verità. Mi piace moltissimo Cassandra Clare, la Laurell K Hamilton della serie di Anita Blake, Kelley Armstrong e Melissa Marr se devo fare alcuni nomi. Romance puro negli ultimi anni ne leggo meno – anche se ogni tanto mi diverto a scriverlo - perché ho fatto davvero un’abbuffata quando ero al liceo, però conservo un debole assoluto per quelli ambientati in età vittoriana, se Sherry Thomas scrive un libro io lo compro subito, tanto per dirne una, e amo la sempre grandiosa Judith McNaught. Anche se vado fuori traccia posso dire che amo molto il romantic suspense?

Mor: Ci puoi dire su cosa stai lavorando in questo momento? Sempre Urban Fanatsy? Sarà una saga o un romanzo singolo?
Virginia: Ho terminato un paio di mesi fa un romanzo già partito per la consegna e di cui, al momento, non posso ancora parlare. Siccome scriverlo è stato impegnativo adesso mi sto rilassando dando gli ultimi ritocchi a una romance che penso di pubblicare in e-book non appena avrò terminato. Intanto ho buttato giù qualche idea per un giallo leggero di ambientazione moderna e un’altra mezza dozzina di progetti. Un giorno smetterò di essere il tipo che una ne pensa e cento ne fa.

Alice: Nella scrittura sei una perfezionista? Leggi e rileggi, correggi e rifinisci, o le frasi ti escono già così meravigliose al primo colpo?
Virginia: Le frasi mi escono, anzitutto, con una punteggiatura al limite dell’incriminazione per oltraggio. Non leggo e non rileggo, scrivo in unica stesura e torno indietro soltanto per modificare e adattare in base a come si evolve la storia. Riscrivo quando qualcuno mi abbaia per il fatto di essermi espressa in un modo tale che non mi capisce manco la strega munita di palla di vetro e solide doti telepatiche. Certo, capita che io voglia esprimere un concetto e che la frase non mi piaccia e allora ci lavoro un poco sopra, poi la termino, sono soddisfatta e chiaramente ci ho lasciato le virgole della versione precedente.

Alice: Se i tuoi fans dovessero fondare un culto Virginwinterniano (di cui io sarei la somma sacerdotessa), quali sarebbero i tuoi dieci comandamenti?
Virginia: Dieci sono impegnativi e poi chi se li ricorderebbe? Anche Mosè ha dovuto appuntarseli con quello che aveva sotto mano. Era su una montagna e ha fatto di necessità virtù quindi io in teoria dovrei scrivere col rossetto sul tovagliolo del bar. Più che comandamenti momenti comuni: leggete tutti i libri che potete, andate all’opera e ascoltate musica, imparate a memoria vecchie poesie e fate il bagno di notte perché la bellezza vi proteggerà sempre da tutto, i libri vi daranno sempre una casa e una famiglia. Imparare a camminare sui tacchi, se deve essere vodka che sia Gray Goose ma niente melone e ciliegia, per carità.

Alice: Nei tuoi romanzi ho notato una certa analogia nella caratterizzazione che hai dato ai popoli del sud e quelli del nord con quelli dell’Italia del mondo reale, così come ho sentito l’eco di alcuni usi e costumi tipici italiani. Me lo sono sognata o, come è normale, ti sei ispirata a ciò che ti circonda?
Virginia: Italia, Europa, Stati Uniti del sud. Sicuramente e le tradizioni di Pasqua sono ispirate a quelle del sud d’Italia che tanta parte del mio Continente ha influenzato, in particolare Salimarr e Delamar. Io vengo dal sud, ho raccontato ciò che ho visto.

Alice: Nei tuoi libri hai inventato un intero mondo di fantasia, come hai fatto a rendere così reale e credibili le ambientazioni?
Virginia: Penso con i dettagli che, anzitutto, servono a me per scrivere. Studio molto le ambientazioni prima di metterle su carta perché per me sono fondamentali.

Alice: Lo so che te lo chiederanno tutti tuttissimi, nessuno escluso, ma cavoli…come hai fatto a creare dei personaggi maschili così fenomenali?
Virginia: Mi risulta molto più semplice la caratterizzazione maschile di quella femminile. Non ho idea del perché, che siano fenomenali o meno dipende dai gusti, per quanto mi riguarda sono personaggi “finiti” cioè hanno una loro coerenza interna che permette loro di muoversi in autonomia in una mia storia.

Alice: Nei tuoi romanzi sfoggi un’ironia intelligente e spassosissima. E’ una caratteristica che ti appartiene anche nella vita o in realtà sei di una noia mortale?
Virginia: Sono noiosissima. Nessuno capisce le mie battute quindi sono sempre molto depressa. Solitamente sono io il bersaglio di scherzi e battute per le mie abitudini e gusti che le persone intorno a me considerano eccentricità. Mi difendo come posso ma quando cominciano a infilare battute sulla Corea è complicato. Sono una povera vittima.

Alice: Personalmente pagherei il tuo prossimo romanzo della serie Black Friars a peso d’oro (e visto quanto sono mattoni, sarebbero un sacco di soldi). Quindi… c’è qualcosa in cantiere? Ci farai tornare nella Capitale? Avremo ancora a che fare con il Presidio?
Virginia: Non ti nascondo che mi piacerebbe molto. In questo momento sto lavorando ad altro ma ciò non significa che la mia testa non stia sempre a elaborare vicende che si svolgono nella Vecchia Capitale.



Ecco qui. Ora ditemi che non la adorate anche voi... *_* E non è finita! A domani con l'intervista by night di Mira Phora!


2 commenti:

  1. Okay.. okay.. stiamo tutti caaaaaalmi. Fan meeting a metà novembre?!?! Posso morire felice ora.

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  2. Mi dispiace uccidere il tuo entusiasmo, ma purtroppo la data è ancora da decidere... Abbiamo corretto l'informazione! Sorry! :)

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