Calendario uscite straniera

venerdì 31 agosto 2018

Recensione Il Sognatore di Laini Taylor


Titolo: Il Sognatore
Titolo originale: Strange the Dreamer
Serie:Strange the Dreamer #1
Autore: Laini Taylor
Editore: Fazi
Genere: Fantasy YA
Data uscita: 5 luglio 2018

Trama: È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente.certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.


Recensione di Alexandria:
Per chi non conosce Laini Taylor, questo libro potrebbe essere una sorpresa, ma per chi la conosce (come me e pure bene) Il Sognatore si presenta come una conferma, una scommessa vinta.

La cosa che per prima salta all’occhio dei libri di Laini è lo stile. Tra le scrittrici YA non sono in molte a scrivere come lei (forse posso accostarla solo alla Stiefvater e alla Graudin) ed è per questo che i libri della Taylor sono di un livello molto alto, che indubbiamente supera le aspettative di un semplice YA. 
Altra caratteristica principale dei libri della Taylor è il worldbuilding sempre originale, in questo caso intricato e minuzioso, così particolareggiato che costituisce a volte l’essenza stessa della storia. 

E poi la trama, anche questa con peculiarità riconoscibili e identitarie, non che anche in “Strange” ci siano dei Serafini come ne La Chimera di Praga, ma quasi (del resto, un Akiva non si rifiuta mai). 

Il Sognatore si apre con l’immagine poeticissima di una ragazza che precipita dal cielo per schiantarsi meno poeticamente, ma molto tragicamente, su un cancello di ferro.
Nessun dubbio pare ci sia sul fatto che tale ragazza dai capelli rossi e dall’incarnato blu sia morta, che decine di falene l’abbiano quasi vegliata nella sua mesta dipartita, tentando persino di sollevarla, mentre il rimbombo di un’esplosione ancora tuonava e le urla riecheggiavano nella terra tremante, sotto l’incedere di una bestia dalla testa caprina. 

Non c’è che dire, un prologo davvero suggestivo, che ci introduce drammaticamente nel mondo di cui andremo a leggere e che, mettiamoci il cuore in pace, altro non è che la fine del libro. 

Ahi, Laini. Questa me la segno. E sì che sei recidiva, ma speravo di non partire già con la disperazione come compagna di viaggio. Magari avrei potuto incontrarla a metà libro, oppure conoscerla direttamente alla fine, ma piazzarmela accanto fin dall’inizio è stata una vera carognata da parte tua. E dire che già avevamo Lazlo come portatore sano di disgrazie, non sembrava vero che ci potesse anche essere di peggio. E invece c’era. 

La storia è narrata in terza persona ma segue due vicende parallele e all’inizio ambientate su due fronti. Da una parte conosciamo Lazlo Strange, orfano cresciuto nell’abbazia di Zemonan nel regno di Zosma a suon di sogni a occhi aperti e legnate, dall’altra Sarai, giovane dea dalla pelle blu che vive in una fortezza nella mitica città di Pianto. 

Fin da ragazzino Lazlo, nome che gli è stato dato da un monaco, come pure il cognome Strange (scomparso nel titolo italiano come il nome della città di Pianto, capirete che intendo leggendo il libro), affibbiato nel regno a tutti gli orfani che finivano a vivere coi monaci, aveva una mente inarrestabile e una fantasia senza freno.
Lazlo inventava storie e ci viveva letteralmente dentro, sebbene venisse punito dai monaci che cercavano in tutti i modi di estirpare da lui quelle abitudini dissacratorie.

La sua vita grigia (grigia come la sua pelle alla nascita, come i vestiti che portava, come il colore dei suoi occhi) cambia radicalmente quando viene mandato nella Grande Biblioteca a prestare servizio come bibliotecario.
Lazlo non sarebbe potuto appartenere alla biblioteca più sinceramente se fosse stato un libro. Nei giorni seguenti – e poi i mesi e gli anni, mentre diventava un uomo – raramente lo si vide senza un libro aperto davanti al viso. Leggeva mentre camminava. Leggeva mentre mangiava. Gli altri bibliotecari sospettavano che leggesse anche nel sonno, oppure che non dormisse affatto. Nelle occasioni in cui alzava davvero gli occhi dalla pagina, sembrava sempre che si svegliasse da un sogno. Strange il Sognatore, lo chiamavano. Il sognatore, Strange.
Come controparte di questo personaggio così familiare a tutti quelli che, come Lazlo, campano di libri, troviamo la sua nemesi naturale, Thyon Nero, il “figlioccio d’oro” della regina, biondo, splendido, perfetto in tutto e… alchimista (vada fuori chi non ha associato Thyon a Edward Elric di Fullmetal Alchemist anche e soprattutto dopo la questione dello spirito).
E vada fuori anche chi non ha nemmeno una volta shippato insieme questi due. 
Ok, torniamo coi piedi per terra.

Ci sarebbero un sacco di personaggi di cui vorrei parlare (primo fra tutti Eril-Fane, il Massacratore degli Dèi, ma anche quella psicopatica di Minya) ma ovviamente dovrei addentrarmi troppo nella storia e già abbiamo il finale spoilerato direttamente dall’autrice, non mi pare il caso di metterci il carico da novanta.

Fondamentalmente, Il sognatore parla di sogni e di magia. La capacità di sognare e di cambiare il proprio destino con la forza dei propri sogni, il potere di non arrendersi e di credere nelle proprie possibilità anche se quello che si è in grado di fare può sembrare inutile e stupido. 

In fondo, cos’era Lazlo Strange se non un semplice sognatore?
Eppure era stato la soluzione di tanti enigmi e Pianto, la città dei sogni di Lazlo, era stata la sua conquista più grande. Almeno fino all’ultimo capitolo della storia. 

Questo libro parla anche di altro, in realtà. Parla di corsi e ricorsi storici, di schiavitù e oppressione, di libertà e ricostruzione, di colpe e di perdono, di sofferenza e morte, di rinascita e vita. 

Ma, ovviamente, non posso dire nulla di tutto ciò che vorrei, perché non sono mica Laini Taylor io! 

Però posso dire che Strange the Dreamer mi è piaciuto molto, mi è piaciuto lo stile e la storia, il worldbuilding e la costruzione doppia che alla fine converge in un unico racconto in cui tutte le storie dei protagonisti si intrecciano, ma obbiettivamente non posso dargli il massimo perché Laini non mi è mai stata davanti un attimo.
Ho azzeccato tutte le sue mosse, già sapevo prima di leggere dove il racconto si sarebbe spinto. Solo il finale poteva rappresentare per me il vero mistero, ma lo avevo già letto nel prologo.
Così, aspetto con ansia il secondo libro, perché se il padre lo conosco, ho da indovinare la madre.
Laini, stupiscimi.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.