Titolo: La musica nelle tue parole
Autore: Serena Nobile
Serie: I cinque sensi #2
Editore: Harper Collins Italia
Data di uscita: 22 giugno 2017
Genere: contemporary romance
Narrazione: terza persona, pov alterni
Livello di sensualità: medio-alto
Trama: Giovane ed esuberante soprano, Vittoria incarna la sensuale passionalità della terra in cui è nata e cresciuta, e ora incede sicura sul palco del San Carlo di Napoli come una diva d'altri tempi. L'unica persona che riesce a scalfire il suo aplomb è Lorenzo, posato e schivo quanto lei è egocentrica e spumeggiante. Sono diversi come il sole e la luna e vanno tutt'altro che d'accordo, eppure la voce vellutata del giovane tenore accende dentro di lei un'emozione bruciante che la turba al punto da farle perdere il controllo. Quando qualcuno si introduce in casa sua e lascia sul piatto del giradischi un vinile che lei è certa di non aver ascoltato, il passato che ha legato indissolubilmente la sua vita a quella delle sue più care amiche torna a perseguitarla. Di colpo la sicurezza dietro cui si è sempre nascosta svanisce, rivelando una ragazza fragile e dolce che desidera solo essere amata e protetta. Così Lorenzo, colpito da quel cambiamento, la porta via con sé, e in una notte di follia emerge tutto il desiderio che covava sotto l'apparente ostilità. Resistere è impossibile, dimenticare inaccettabile, e il pericolo si prepara a emergere dall'ombra.
Il primo romanzo di questa serie mi è piaciuto tantissimo (qui la recensione), ho provato un'empatia immediata e viscerale per Bianca, la protagonista. Su Federico non c'è nemmeno bisogno che dica qualcosa, è un gran figo, punto. E poi è ambientato a Roma, la capitale del mondo, la mia città preferita in assoluto. Pensavo sarebbe stato difficile compiere di nuovo la magia. O meglio, sapevo sarebbe stato un buon libro, con Serena Nobile, alias Virginia de Winter, non può che essere così. Però credevo mi avrebbe coinvolta ed emozionata meno. Vi dico subito che non è stato così. Ho adorato anche questo secondo volume quanto il primo, anche se in modo diverso. Ma andiamo con ordine.
La protagonista di questo secondo capitolo della serie I cinque sensi è Vittoria. Abbiamo già avuto modo di conoscerla e vederla al fianco di Bianca, Catherine ed Eleonore. Le quattro donne sono legate non solo da un'amicizia storica e fortissima, ma anche da un evento del loro passato di cui non vanno molto fiere. Non tutte, almeno. Quando erano appena ventenni, architettarono un piano per vendicarsi di Ludovica, una compagna di collegio crudele, che si divertiva a maltrattare e bulleggiare chi era più fragile di lei, in particolare Liana. Purtroppo il loro piano funzionò meglio del previsto e vennero a conoscenza di segreti scottanti. Quando Ludovica scoprì che c'erano loro, dietro a quello che credeva fosse un ragazzo innamorato di lei, si infuriò e giurò che avrebbe rovinato loro la vita. E lo fece, per diversi anni le ragazze si sentirono seguite e perseguitate, ma poi tutto finì all'improvviso. Negli ultimi tempi, però, sembra che Ludovica sia tornata all'attacco...
È colpa mia, si disse Vittoria. Di colpo le parve di avere lasciato le proprie impronte in tutta quella faccenda, come un assassino con le mani sporche di sangue che non riesce a fare a meno di toccare tutto ciò che ha intorno.
Vittoria Desseny è una cantante lirica di successo, impegnata nella messa in scena della Tosca, la celebre opera di Puccini in cui (spoiler!) muoiono tutti. Lo storico teatro San Carlo di Napoli sarà il palcoscenico su cui si muoveranno Floria Tosca, interpretata ovviamente dalla nostra Vittoria, e Mario Cavaradossi, interpretato da Lorenzo Ruiz de Silva, tenore argentino nonché fratellastro acquisito di Vittoria. Dire che tra loro non scorre buon sangue sarebbe un eufemismo quanto dire che i rapporti tra Usa e Russia erano leggermente tesi durante la Guerra Fredda. Vittoria lo ha detestato a prima vista, quando era appena una ragazzina che si sentiva goffa e insicura, indispettita dalla perfezione e dal freddo autocontrollo che Lorenzo esibiva ad appena vent'anni.
Ogni volta che si trovavano insieme, riusciva solo a provare un senso di inadeguatezza così profondo da non riuscire a sopportarlo. Il disagio si era trasformato in una sensazione di pelle, tale da permetterle appena di tollerare di stare in sua presenza.
Gli anni successivi sono stati segnati dai reciproci dispetti e dagli sforzi di evitarsi l'un l'altra il più possibile. Costretti già in passato a lavorare insieme, è diventato famoso l'episodio in cui la soprano, invece di porgergli un pugnale di scena, lo ha lanciato al tenore, puntando alle parti basse. Il cantante può ringraziare solo lo scudo che aveva provvidenzialmente in mano per non essere diventato un castrato.
«Il mio più grande atto di coraggio» disse Raniero, «è stato volere te e la Desseny sullo stesso palcoscenico nonostante tutti mi avessero avvisato che, a paragone, l'omicidio dell'Arciduca Francesco Ferdinando aveva avuto meno conseguenze.»
Vittoria ha una bellezza prorompente tipica del sud: lunghi capelli scuri, curve generose, rossetto rosso, tacchi alti e femminilità da vendere. Usa il suo fascino senza scrupoli, attirando gli uomini ma allontanandoli non appena si avvicinano troppo. Casta Diva, così viene chiamata nell'ambiente. Ha un carattere deciso, a volte quasi brusco, sicuramente dominante. È orgogliosa e tiene alla propria indipendenza, non vuole sentirsi una fragile femmina che ha bisogno della protezione di un uomo. Così, quando subisce un'effrazione e diventa evidente che Ludovica ha ricominciato con i suoi giochetti, cerca in ogni modo di rifiutare l'aiuto di Lorenzo, amorevolmente soprannominato Anastasia Genoveffa Loki.
Ma Lorenzo non ha intenzione di cedere. Vedere la forte e imperturbabile sorellastra pallida e spaventata, ha demolito in un istante il muro che negli anni ha costruito tra di loro, per tenersi alla larga da una donna su cui era scritto a caratteri cubitali la parola "intoccabile". Improvvisamente, Vittoria diventa toccabile eccome... complici un tour per i baretti a San Pasquale e un numero imprecisato di drink, i due si trovano più rilassati di quanto sia mai successo prima. Lorenzo toglie la maschera di ghiaccio e lascia trapelare qualcosa del fuoco che gli scorre nelle vene, con un sorriso lento e irresistibile, che scioglie le difese di Vittoria.
«Hai il mio rossetto sulle labbra.» Vittoria fissò la lieve impronta rosso fuoco che gli era rimasta sulla bocca.
«È un bel colore» commentò lui, la voce bassa e morbida. «Di solito non mi piace il rossetto perché tende a lasciare tracce inopportune, ti pare?»
«No» rispose lei. «Mi piace guardare, dopo, ciò che le mie labbra hanno toccato.»
Ma è solo un momento di debolezza, nel giro di pochi minuti la volubile soprano ha già ripreso le distanze e cerca di disfarsi delle presenza molesta dell'argentino, senza risultati apprezzabili. Tra i due, non saprei dire chi è il più testardo.
Così, tra frecciatine e attentati all'integrità fisica di Lorenzo, interventi di Pietro il pappagallo, citazioni da parte di Tita la governante, incontri che si fanno via via più bollenti, nuove tensioni provocate dall'ombra di Ludovica e alcool che scorre a fiumi, si arriva a una confessione che mai Vittoria avrebbe immaginato e che scuote ogni sua certezza.
«Ho sporcato mille lenzuola per te» sussurrò. «Mi hai accompagnato migliaia di volte in una doccia che avrebbe dovuto essere fredda e invece diventava bollente. Avevo diciannove anni e mi avevi messo il fuoco nel sangue. Ero giovane.» Un dito corse a sfiorarle una guancia. «Chi avrebbe detto che la mia insolente Vittoria potesse arrossire così. Ti disturbano le mie fantasie da adolescente?»
Ed è così che torna la sensualità bollente, carnale ma sempre elegante che abbiamo già trovato nel primo volume della serie. Le scene erotiche si incastrano alla perfezione nella narrazione: mai superflue, sempre diverse ed eccitanti. Esplicite quel giusto per sentirne il calore sulla pelle, ma senza diventare eccessive.
Come sempre, quando si tratta di questa autrice, continuerei a parlarne per ore. Ho sottolineato un sacco di passaggi, alcuni per la loro ironia irresistibile (che risate mi sono fatta in alcuni punti!), altri per la poesia delle descrizioni, altri ancora per tutte le emozioni che erano in grado di scatenare con poche, ben scelte parole. Ho trovato che questo romanzo fosse un equilibrio perfetto di contenuti: rimane senza dubbio un romance, ma le parti erotiche e quelle suspense sono ben calibrate e presenti il giusto per non annoiare mai e tenere sempre alto l'interesse del lettore.
Non posso però chiudere questa recensione senza aver accennato all'ambientazione. Così come Roma era una presenza viva nel primo, Napoli lo è in questo. Una città antica e ricca di storia, resa quello che è dalla sua gente. Gli usi e i costumi partenopei riempiono ogni spazio lasciato libero dalla presenza dominante dei personaggi, regalandoci suoni e profumi e sapori. Se già prima non vedevo l'ora di visitarla, ora so che non posso più rimandare.
Per concludere, se avete voglia di un romance scritto in modo sublime, con una buona dose di suspense e un erotismo caldo e raffinato, non lasciatevi scappare questo libro, è semplicemente perfetto.
Salveeee! Sai già come la penso io, ho amato tantissimo questo libro, più del primo soprattutto per i protagonisti, primo tra tutti PIETRO!!!!!
RispondiEliminaHo appena finito di leggere la tua! Eh sì, direi che concordiamo alla grande. Io però avevo sottolineato troppe frasi per non mettere qualche citazione... Già così mi sono contenuta, giuro! XD
EliminaCiao Alice,
RispondiEliminamai letto niente di quest'autrice ma è bello leggere il tuo entusiasmo mi sa che devo farci un pensierino
Ciao Susy,
Eliminafacci più di un pensierino. È una delle mie autrici italiane preferite, se non L'Autrice Italiana Preferita (sì, tutte maiuscole).
Perché di alcune mi piace molto lo stile, ma magari le storie non mi prendono così tanto, di altre è l'opposto, ossia mi piacciono le storie ma lo stile non mi conquista. Qui invece siamo al top: adoro lo stile, adoro le storie, adoro i personaggi, adoro tutto.
Quindi diffondo il Verbo con il massimo entusiasmo, perché se lo merita.