Calendario uscite straniera

sabato 23 maggio 2015

OUTLANDER Recensione 1x15 "The Wentworth Prison"


INTRODUZIONE DI ALICE

Scusate il super mega ritardo di questa recensione. Ma oltre a motivi personali (leggi: sto lavorando come una schiava in un campo di cotone della Georgia del Sud) c'è anche un motivo oggettivo. Quale? Questa puntata è stata difficilissima da digerire. 
Avendo letto il libro, ho atteso questa puntata con terrore e raccapriccio. E nonostante quello che temevo, non sia stato mostrato (ma non illudetevi, lo vedremo nella prossima) è stata comunque una puntata angosciante, dolorosa e sofferta.
In genere esordisco con un "Ecco cosa mi è piaciuto di questa puntata". In questo caso piacere è un verbo che mi appare assolutamente inappropriato. Quindi dirò, ecco cosa mi ha colpito (come un pugno nello stomaco) di questo episodio.
1- Tobias Menzies e la sua interpretazione di Black Jack Randall. Le sue doti di attore (specifico, visto che siamo stati deliziati anche con ben altre sue doti) avevano già lasciato il segno nel famoso dialogo con Claire, quando rivive la fustigazione di Jamie. Già in quell'occasione il suo BJR mi aveva messo i brividi. Ma qui ha dato il meglio di sé. Ogni sguardo, ogni espressione, ogni movimento era calcolato alla perfezione per rendere la sua passione malata e folle per Jamie. Menzies ha reso perfettamente il piacere erotico che il suo personaggio ricava dal provocare dolore, come se fosse un'arte. Le sue battute sono un concentrato raggelante di crudele determinazione e di sottile manipolazione psicologica. "Voglio che tu ammetta di essere scappato da Fort William ma non da me." Ci fa capire come per lui sia una questione personale. "Smetti di combattermi, sono qui per aiutarti." Solo un folle può dire queste parole e crederci veramente, visto quello che ha fatto, ma ancor peggio, visto quello che vuole fare a Jamie. "Non ho nemmeno iniziato" è ciò che annuncia un attimo prima di inchiodare la mano di Jamie al tavolo. Ed è come se quel chiodo fosse conficcato nel coperchio della bara di Jamie.
2- Caitriona Balfe e la sua interpretazione di Claire Beauchamp. Anche lei è straordinaria. A partire dalla scena in cui cerca di convincere il comandante del forte a portarla da Jamie, fingendo di essere una lontana e disinteressata conoscente. Mentre le sue labbra sorridono, i suoi occhi mostrano tutta la sua disperazione. E non appena l'uomo le volta le spalle, la sua espressione crolla come un castello di carte, mostrando tutto il suo straziante dolore. Ancora, quando è costretta a dire addio a Jamie, Cait non si trattiene, non ha paura di apparire brutta, perché questo fa il dolore e la disperazione. Imbruttiscono e invecchiano chi li subisce. E in quel momento Claire sembra una vecchietta, piegata da un destino diabolico.
3- Sam Heughan e la sua interpretazione di James Freser. Nemmeno io ho il coraggio di scherzare su quanto fosse bello e adorabile anche sporco e disperato (e lo era, bellissimo). Ma per questa volta (non abituatevi) terrò a bada il mio ormone ribelle e vi parlerò della sua bravura. Le sue espressioni facciali sono state una coltellata sempre più profonda, una dopo l'altra. Tanto che alla fine mi sono meravigliata di non sanguinare anch'io con lui. All'inizio ci mostra la sua determinazione ad andarsene con onore, ma fa anche trapelare la sua paura, che si mescola al suo incredibile coraggio. La determinazione sfocia poi nel dubbio, quando Randall gli fa la sua oscena proposta. Lo vediamo per un attimo valutare la possibilità, ma è solo un istante. Il dolore delle torture, subito dopo, sono incise con la scure sui suoi lineamenti tirati e convulsi. Ma come sempre, la sua forza e la sua passione raggiungono il top quando appare Claire. Se prima era determinato ma anche rassegnato, la punta di massima di disperazione la tocca quando vede Claire in pericolo. Perché è lei la cosa più importante e non c'è nulla, nulla, che non farebbe per salvarle la vita. La scena dell'addio mi ha commossa fino alle lacrime e, potete credermi, non mi succede spesso. Il modo in cui la guarda, il sorriso che riesce a mettere insieme per rassicurarla, la dolcezza con cui le bacia i capelli e, poco dopo, il suo sguardo vitreo puntato nel nulla e quella singola lacrima che gli scende sulla guancia, tutto questo mi ha spezzato il cuore, esattamente come era negli intenti dei produttori. Bravi. Obiettivo raggiunto. 
4- Claire in versione strega che fa cagare sotto BJR (e mi pare il minimo!) annunciandogli il giorno della sua morte. Altra scena costruita mirabilmente, con un gioco di luci e ombre molto suggestivo.
5- Murtagh e il suo geniale cervellino, che ci permettono di chiudere la puntata con un accenno di speranza, che anche se un po' forzata, la accolgo con gioia. 
In che condizioni Claire troverà Jamie? Arriverà in tempo? Riuscirà a salvargli solo la vita o anche l'anima? Nel libro succedono ancora tantissime cose, infatti mi chiedo come potranno condensare tutto in una sola puntata. Sono curiosa di scoprirlo... La parola a Ocean! 


RECENSIONE DI OCEAN

E’ passata quasi una settimana (mea cupla, non riuscivo a scrivere perché mi sono affettata una mano...) e ancora il dolore non si è calmato.
Credo che Wentworth sia stata una delle esperienze più traumatiche della mia vita di telefila. In una scala da uno a Doomsday, gli darei almeno un 9. 
E ho detto tanto.

Jamie e la sua incrollabile determinazione
Wentworth è una sorta di pietra miliare per questa serie. Chi ha letto “La Straniera” capisce cosa intendo meglio di chi segue la serie tv fine a se stessa, quindi tenterò di spiegarmi: dopo Wentworth, tutto cambia. Jamie non sarà mai più lo stesso, Claire non sarà mai più la stessa, il loro rapporto si evolverà in una maniera totalmente inaspettata, le dinamiche tra i due si stravolgeranno.

Il fatto è semplice. 
Fino a questo momento, a parte alcune sporadiche occasioni in cui Claire lo rattoppa, è sempre stato Jamie il protettore.
La difende dai MacKenzie, la difende da Dougal, la dissuade quando vuole scappare, la protegge dalle guardie che li vogliono riportare nella sala grande, cerca di metterla in buona luce e di proteggerla dalla verità durante il viaggio per la raccolta dei tributi, la sposa per proteggerla da Randall, la va a riprendere assaltando Fort William, la difende davanti a Colum, la strappa ad una condanna certa per stregoneria, cerca di convincerla a tornare nella sua epoca per saperla al sicuro, la giustifica e la protegge davanti alla famiglia a Lallybroch, e si fa catturare per fare in modo che la Guardia non parli di lui, per  evitarle dei problemi.

Il suo sguardo inizia a cambiare
Per quante Claire ne abbia passate per cercare di recuperarlo da allora, il loro rapporto non è mai stato paritario. 
Claire è certo forte, decisa, istruita e determinata... ma, tra i due, è sempre stato Jamie il protettore ed il difensore, carattere che ad un Fraser si addice in tutto.
Wentworth è l’atto definitivo di questa introduzione alla loro storia. Wentworth è, come dicevo prima, la pietra miliare che segna la fine del prologo, della reciproca conoscenza, dei dubbi e delle incertezze. 
Jamie compie il sacrificio definitivo, quello che l’ultima volta (senza Claire da proteggere) ha rifiutato di compiere quasi a costo della propria vita. Quello che sarebbe stato disposto, prima di innamorarsi, a non compiere mai.
Si offre spontaneamente a Jonathan Randall in pegno per la vita di sua moglie, donando l’unica cosa che sa avere un valore estremo per il Capitano dei Dragoni: il proprio corpo.

Un assaggio del sadismo di Randall
Ora... voglio evitare qualsiasi tipo di discorso sull’omofobia, sul rispetto del proprio io, sulla comprensione della sessualità di una persona. 
Randall non è omossessuale. Randall è un pazzo, bastardo, sadico e psicopatico, le cui tendenze omosessuali si sfogano attraverso la tortura, la depravazione, il dolore inflitto al prossimo e il tentativo di degradare l’io del prigioniero al nulla.
E no, non credo che questo sia il risultato del cattolico e puritano rifiuto nei confronti dell’omosessualità che ha caratterizzato l’Inghilterra fino ad una cinquantina d’anni fa. Credo proprio che Randall sia malato, un malato di mente con tendenze sadiche che si eccita nel veder soffrire il prossimo. Che questo prossimo, in questo specifico caso, sia un uomo, poco importa sinceramente.
Se Randall fosse nato in un’altra epoca, più moderna e più tollerante, sarebbe finito uguale spiccicato a com’è. Il sadismo non è una tendenza. Non a livelli del genere.

La scena sconvolgente del martello
E’ ovvio e palese, quindi, che il disgusto di Jamie non sia da ricondurre solo a quello che, per l’epoca, era un atto abominevole e per il quale il malcapitato “sodomita” sarebbe finito all’inferno. Certo, Jamie Fraser è un ragazzo ingenuo, cattolico e, per quanto istruito, sempre e terribilmente “arretrato” da questo punto di vista. E’ ovvio quindi che faccia del rifiutare le avance di Randall una questione di dignità personale. 

Ma il disgusto di Jamie ha radici più profonde. Ha radici in quello che Jamie ricorda essere il momento più buio della sua vita. Randall ha già cercato di avere il suo corpo, e per essere stato rifiutato lo ha deturpato per sempre. Jamie è stato ridotto quasi in fin di vita da lui... come avrebbe potuto non riconoscere in quelle frustate l’atto di voluttà estrema? Come avrebbe potuto non sapere, da uomo e da soldato, che quello che Randall stava facendo gli provocava piacere?
E’ soprattutto questo che Jamie teme e rifiuta.

Claire provata dopo il primo tentativo fallito di liberare Jamie
Mentre Claire è impegnata ad organizzare stratagemmi su stratagemmi per potersi introdurre all’interno della prigione e farlo evadere (uno più debole dell’altro, diciamocelo. Che se  non fosse stato per quei due sant’uomini di Rupert e Angus, col cappero che avrebbe trovato un modo per essere credibile una seconda volta!), assieme ad un Mutagh che non sa nemmeno lui che pesci pigliare, Jamie resiste così alle torture di Randall. Finché si tratta di dolore fisico va tutto bene. Lo può sopportare.

Dico la verità: la prima mezz’ora di episodio scorrerà anche lenta, ma stavolta è una lentezza positiva. Anche per i non esperti della saga cartacea, se una puntata si apre con strumenti di tortura e catene come prima immagine non promette niente di buono né di tranquillo.
Per questo, a mano a mano che i piani di Claire vanno in fumo e che Randall vanifica per sempre ogni speranza di aiuto esterno bruciando la lettera che poteva garantire la grazia al ragazzo, il pubblico a casa inizia a sudare freddo.

La rabbia di Jamie davanti al pericolo che corre Claire
L’ansia cresce, nella prima mezz’ora di episodio. E’ come se ogni nota della musica di sottofondo ed ogni azione dei protagonisti la coltivassero, la esacerbassero, la sottolineassero. Dai condannati che penzolano dalla forca, ai dialoghi sulla morte, alle proposte di Randall e all’atto ultimo di ribellione di Jamie che tenta di sottrarsi ai suoi carcerieri (o quantomeno di morire combattendo), tutto è costruito con magistrale e sfinente lentezza e calma...

Poi il martello cala, e da lì inizia il dolore.
Il resto è solo agonia. 
Se non dovessi scrivere un recap decente, non credo che ritornerei mai più col pensiero all’immensa e devastante bravura di Sam, Caitriona e Tobias. Non perché non sia una prova di recitazione decisamente superiore a qualsiasi media di questa stagione. Ma perché fa dannatamente male.
Fa male il martello sulla mano di Jamie. Fa male vedere come Randall goda profondamente del suo dolore e del vantaggio che può trarre da esso. Fa male vedere come sia Jamie, in realtà, ad avere la situazione in pugno nonostante una mano maciullata e pressoché zero prospettive di uscire vivo da Wentworth. 
Dolore, dolore e ancora dolore
Black Jack lo vuole. Non lo vuole morto, non ne vuole il cadavere. Vuole lui, il suo corpo, la sua umiliazione, la sua devastazione psicologica e morale.
Ma finché Jamie è solo, finché Black Jack non ha nulla per ricattarlo, sa benissimo che nessun dolore potrà mai piegarlo. 
La spirale di tenebra in cui i protagonisti si addentrano dal momento in cui il martello cala sulla mano di James Fraser si sublima poi definitivamente nell’istante in cui Claire varca la soglia della cella del marito. Fino a quel momento, le uniche due opzioni erano state dolore o morte. Da quel momento in poi, Jamie ha qualcosa da perdere che non sia la propria vita.

I giochi sono fatti
Ed è ripugnante, letteralmente (Kudos a Tobias, perché è un attore eccezionale.) vedere come cambi la luce negli occhi di Randall quando si rende conto di aver trovato l’unica cosa con la quale può spezzare Jamie: l’amore.

E mentre il terrore si fa strada negli occhi di Jamie, vediamo Randall letteralmente risorgere e brillare. 
Il chiodo che penetra nella mano, non solo rimanda poeticamente ad un biblico scambio di un’anima in pegno di un’altra, come Gesù sulla croce, ma è anche metafora di ciò che sta per accadere a Jamie: la penetrazione, ed il non potersi ribellare al suo aguzzino.

L'addio straziante
Straziante l’addio di Claire al marito. Quei singhiozzi, quell’aggrapparsi disperata a lui negando di volersene andare, trascinano il cuore fuori dal petto e lo mettono nelle sue mani, mentre esce dalla prigione. 
Jamie si è immolato per lei. Ha difeso sua moglie a prezzo della propria dignità, del proprio corpo e del proprio onore. 

E mentre Randal sfiora le sue cicatrici, pregustando eccitato quello che sta per fare,  ecco i giochi cambiare e Murtagh ritornare alla ribalta con un piano che possa liberarlo.

Lo sguardo di Sam Heughan qui è un capolavoro
Si chiude così, l’episodio.
Con una speranza che in realtà non è speranza. 
Perché per quanto in fretta possano organizzare un’evasione, lo spettatore sa che sarà sempre troppo tardi. Il corpo di Jamie lascerà Wentworth, ma la sua anima ha trovato una nuova, orribile gabbia.

Ci hanno risparmiato le parti peggiori. Prego dentro di me che non ce le facciano mai vedere... ma ho poca fiducia.

Arrivederci quindi con la prossima, ultima recensione di Outlander, che andrà in onda tra un’altra settimana di agonia.

2 commenti:

  1. Mi viene da piangere. Come faremo dopo aver visto la sedicesima puntata senza Jamie per non so quanto tempo?
    Comunque dopo l'apatia della quindicesima, qui mi sono attaccata al defibrillatore.
    1) perché Jamie mi ispirava cose indicibile anche tutto rotto e morente (con lui rischio la necrofilia, rendiamocene conto)
    2) perché nonostante fossi pronta a tutto - avendo letto il libro - ho trovato questo "tutto" fatto straordinariamente bene.

    Alla prossima, domani la vedrò di certo!

    RispondiElimina
  2. Silvia cara, piango con te. Anch'io sono già in crisi di astinenza, anche perché non si capisce per quando è prevista la messa in onda della seconda serie. La stanno girando, ma quanto dovremo aspettare?
    La 15esima puntata è stata un'iniezione di adrenalina paurosa. L'ho dovuta guardare due volte, una da sola e una con il mio consorte. La prima volta sono stata stoica, anche se avevo lo stomaco attorcigliato, non mi sono persa un fotogramma. La seconda volta ho chiuso gli occhi in diverse scene, non potevo sopportarlo di nuovo...
    1) andremo in galera (o in manicomio) insieme. Capisco che BJR sia andato in fissa per Jamie. Ma santoiddiodeicieli, perché ridurlo in quelle condizioni? Probabilmente perché se Jamie fosse rimasto funzionale al 100% lo avrebbe fatto a pezzettini, come un terminator scozzese in kilt.
    2) anch'io credevo di essere pronta a tutto, ma la regia ha creato ad arte un'atmosfera così angosciosa che tutto sembrava ancora peggiore. Purtroppo la prossima sarà ancora durissima... Ho intravisto qualche scena nei promo che mi ha fatto accapponare la pelle in punti impensabili.
    Il pensiero di dover aspettare il 30 (che per me diventerà l'1 o 2 giugno) per vedere la 16esima mi fa impazzire.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.