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sabato 25 aprile 2015

OUTLANDER Recensione 1x11 "The Devil's Mark"


INTRODUZIONE DI ALICE

Ho visto questa puntata solo ieri sera. Cosa mi ha trattenuta? Non ci sarebbe riuscito nemmeno un commando dell'ISIS, ma un viaggio in Scozia... eh, quello sì! E sono sicura che mi capite! Purtroppo nonostante i miei numerosi tentativi di incontrare Sam in qualche vicolo di Edimburgo e tutte le pietre che ho molestato sessualmente, sono ancora qui e vi tocca beccarvi cosa mi è piaciuto di questa puntata:

1- Il bellissimo legame che si crea tra Claire e Geillis quando capiscono che sono spacciate. Claire dimostra il suo carattere leale decidendo di non salvarsi, lasciando l'amica a farne le spese. Geillis la ringrazia nel modo più generoso e incredibile. Epica la sua frase "Looks like I'm going to a fucking barbecue!" Mitica Geillis!
2- Il salvataggio di Jamie, che arriva come il miglior cavaliere in scintillante armatura, affrontando una folla inferocita armato solo delle sue spade e della sua ironia. 
3- La confessione e il modo in cui Jamie (torniamo sempre lì) la accoglie. Rimane per un momento con lo sguardo fisso nel nulla, come se gli avessero dato una botta in testa. Poi molto umilmente ammette di non averci capito nulla (lo adoro!) e poi le dice che le crede (lo stra-adoro!). Così, semplicemente. Le crede.
4- L'ultima notte. Lui che la accarezza e la vuole guardare, solo guardare (beh, quasi), per l'ultima volta. Il suo sguardo, in quel momento, vale dieci orgasmi.
5- L'addio sulla collina. Jamie che la lascia scegliere, libera, senza pressioni. Anzi, la incoraggia a tornare alla sua epoca, più sicura, senza pericoli. Solo un gesto lascia intendere quanto sia dura per lui, quanto in realtà stia lottando dentro di sé. Ed è quando Claire quasi ipnotizzata sta per toccare la pietra e lui le prende le mani, dicendole che non è ancora pronto.


Insomma, una puntata intesa e dolorosa, con una Laoghaire che sarebbe da mettere sulla pira al posto di Geillis, perché la vera strega è lei...

COMMENTO DI OCEAN

Eccoci tornati (in ritardo, e mi scuso) a commentare Outlander! 
Come avevamo anticipato, inizia la serie delle puntatone intense e strappacuore con questa 1x11, che ci vede catapultati nel cuore del mondo della superstizione più ignorante. 

Claire trascinata via in mezzo a una folla inferocita
Tanto ed ancora tanto è stato scritto sui processi alle streghe in tutto il mondo. 
Ovunque il livello culturale fosse più basso della media, ovunque la popolazione illetterata vivesse credendo ai miti ed alle leggende del folklore piuttosto che alla scienza ed alla ragione, ecco spuntare accuse di stregoneria e di associazione col demonio, spesso rivolte da donne ad altre donne.

Di questo argomento, Diana Gabaldon tratta in modo un po’ superficiale nel romanzo, mancando di dettagli importanti che possano spiegare l’avversione della gente per Geillis e per Claire. Una cosa però sottolinea: indipendentemente dal viaggio nel tempo, Geillis può essere considerata davvero una strega. 

Ciò che colpisce di più della differenza tra libro e serie tv è, come sempre, il fatto che gli autori abbiano spostato l’attenzione dal sovrannaturale al logico, dal magico al quotidiano, e che ci facciano a volte dimenticare come Claire è arrivata nel passato, quasi che un T.A.R.D.I.S. l’avesse pescata dal suo tempo e scaricata nel 1743 per colpa di un Time Lord con scarso senso dell’umorismo.
Perché questo?
Perché, fondamentalmente, i viaggi nel tempo possono essere scientificamente spiegati grazie alle teorie di Einstein e alle curve quantiche, ma la magia del controllo degli elementi atmosferici e il mostro di Lochness non hanno mai avuto una vera spiegazione logica, se non nel folklore e nei miti delle fate.

Le imputate, spaventate ed incredule
Di nuovo, gli autori di Outlander compiono così il miracolo, riuscendo a sintetizzare in trenta minuti di episodio tutto l’arco narrativo impostato da quando Claire fece l’errore (se di errore si può parlare in questo caso) di salvare la vita al giovane Tammas dopo la sua avventura alla Black Kirk, facendoci vedere dagli occhi di Claire sia l’inspiegato odio della gente di Cranesmuir per lei e per Geillis, sia quanto i processi alle streghe fossero storicamente e moralmente assurdi e preimpostati.
Quello che vediamo, quello che gli autori sbattono sullo schermo (con un coraggio da leoni visto che stiamo parlando di una serie nella quale la protagonista viaggia nel tempo), è tutta l’insensatezza portata dall’ignoranza, dalla superstizione e dalla paura dell’ignoto, unite alla cattiveria vera provocata dal desiderio di vendetta di donne gelose ed invidiose e di un uomo che, probabilmente, ha sempre desiderato Geillis e ne è stato rifiutato.
I testimoni non sono altro che rappresentazioni di tutto ciò che c’è di sbagliato nell’essere umano: l’invidia, la gelosia, l’ignoranza, la lussuria (intesa nella sua accezione negativa).

Il bravissimo Ned Gowan, che fa del suo meglio,
ma non è abbastanza.
Basti pensare al fatto che il povero Ned Gowan, per poter aiutare Claire, le impone di non peggiorare la situazione ammettendo di aver tentato di salvare il bambino, ma si scusa anzi per lei ed elogia il fatto che il changeling sia deceduto, lasciando il vero figlio della coppia a vivere per sempre nel regno delle fate.
Quanto può essere assurdo un mondo in cui nessuno crederebbe che una donna possa aver cercato di salvare la vita ad un neonato, lasciato a morire su un albero, al freddo?

Di contro, i primi 30 minuti di episodio ci mostrano anche l’altra faccia della medaglia: l’affetto, il perdono e la forza dei legami che la sofferenza forgia tra anime innocenti.

Geillis che confessa, per salvare Claire
Vero è che Geillis ha ucciso suo marito con l’arsenico… per amore di un uomo e del proprio figlio prima di tutto. Questo fermo e indomito intento di fare del bene ad ogni costo hanno portato Geillis a viaggiare nel tempo per perseguire un ideale di libertà ed indipendenza per la Scozia, esattamente come hanno portato Claire a servire come infermiera al fronte, tra uomini fatti a pezzi dall’artiglieria tedesca.

Questo le lega. Una muta e reciproca comprensione dell’altrui disgrazia, e la conclusione definitiva di Geillis che, vedendo Jamie arrivare, capisce che Dougal non verrà a salvarla. Che Jamie è disposto a morire per difendere Claire. Che Claire, la donna incarcerata con lei ingiustamente, giunta per errore in quel tempo, che l’ha difesa e con grande coraggio si è imposta di bruciare assieme a lei per non abbandonarla, potrebbe avere tutto ciò che a lei è stato negato da un uomo che non la salverà mai, probabilmente per non rischiare di andare contro al volere del Laird.

Il terribile momento in cui Geillis viene portata al rogo
Dopo l’istante nella fossa dei ladri in cui Claire le tocca il grembo e lei le bacia la mano, la confessione di Geillis è uno dei momenti più intensi che la serie ci abbia regalato fino ad ora. L’istante dell’ultimo sacrificio di una donna che getta via la vita la propria vita e rischia quella del frutto del proprio grembo per permettere ad una sorella di scappare. (Lotte Verbeek, che io venero come una dea già dai tempi di The Borgias, in cui interpretava Giulia Farnese accanto a Jeremy Irons, è stata MAGNIFICA.)

E poi abbiamo il momento della confessione.

Ora… Abbiamo detto tante volte che tutte vorremmo un Jamie Fraser per marito.
Non si sa come, Diana Galbadon è riuscita a creare l’uomo ideale: bello, dotato, acculturato, intelligente, moderno, sensato, fiducioso, innamorato, che crede nella propria compagna e che ha in lei una fede incrollabile.
Sinceramente? Fosse anche stato uno scorfano inguardabile, con le gambe storte e gli occhi strabici, dopo questo episodio io lo avrei voluto lo stesso. Ma DI CORSA proprio.

Jamie che cerca di capire l'impossibile.
Dal momento in cui chiede a Claire onestà sul fatto di essere o meno una strega, fino al sospirato momento del “Io ti credo”, attraverso la confessione di Claire che racconta la sua vera storia e fino all’ironico ed adorabilmente romantico “Sarebbe stato più semplice se tu fossi stata solo una strega”, l’interpretazione di Sam è stata SPETTACOLARE. Ha saputo rendere perfettamente come Jamie si senta, in realtà, quasi sollevato dal sapere che Claire viene dal futuro attraverso un cerchio di pietre, come inizi ad incastrare i pezzi del puzzle in una maniera che finalmente abbia un senso, come capisca il dilemma di questa donna che ama e che si è ritrovato per moglie, come voglia comunque proteggerla, nonostante tutto e tutti, ferocemente e coraggiosamente…

L'ultima notte
E come, alla fine, preferisca scegliere al posto suo un destino che sia per lei più sicuro, più confortevole e meno pericoloso, senza accollarle una scelta tra passato e futuro che sarebbe sembrata un’imposizione sotto ogni punto di vista, e la costrizione da parte sua a decidere chi, tra Frank e se stesso, Claire ami di più. 
Jamie si colpevolizza, ora più che mai, di aver alzato le mani su di lei. Si sente responsabile del vivere di Claire in un mondo che non comprende e nel quale rischia ogni giorno di fare un passo falso che la porterà verso un rogo, o tra le braccia di un ufficiale che la crede una spia.

L'addio
Ed è così che Jamie Fraser si regala (e le regala) un’ultima notte assieme. Consapevole che il cuore della donna che ama sarà sempre diviso, nonostante chiaramente ricambi il suo sentimento, tra un tempo che lui non conosce e la vita con lui in Scozia.
Poi, sofferente, le regala la libertà.

E Claire scopre, finalmente, che per quanto le manchino Frank e la sua vecchia vita, non è disposta a lasciarlo andare. Non è disposta a rinunciare a lui.
E “Take me home to Lallybroch.” Diventa la più bella dichiarazione d’amore del nostro secolo, immediatamente dopo “I’m Burning Up a Sun Just To Say Goodbye.”  e “You’re my Happy Ending”.

E quindi la settimana prossima avremo Lallybroch, i giorni felici a Broch Tuarach e la famiglia Fraser al completo, EVVIVA!
Ve lo avevo detto che vi sarebbero serviti i fazzolettini. Sono stata di parola?


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